di Francesco Tufarelli
Variamente evocate negli ultimi dieci anni e cioè da quando l’UNCEM ne teorizzò l’adozione poi codificata nella Legge 221/2015 (il cosiddetto collegato ambientale alla legge di stabilità 2016) le Green Community vedono oggi la luce grazie ai Fondi del PNRR e alle prime indicazioni fornite dal Ministro Maria Stella Gelmini.
In realtà la fase sperimentale era già stata prefigurata nel progetto ITALIAE, elaborato dal Dipartimento per gli affari regionali fin dal 2014. Proprio tale progetto infatti individuava già nel 2019 nelle Green Community il suo più qualificato spin off verso la programmazione 2021-2027.
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di Fausta Speranza
In un video reportage, la verità della discarica di rifiuti elettronici più inquietante dell’Africa. La giornalista Fausta Speranza e il cameraman e regista Stefano Gabriele sono entrati nel girone dantesco di Oblobloshie, alla periferia della capitale del Ghana. Lì si riversa il contenuto dei container che arrivano al vicino Porto di Toma, il più grande dell'Africa occidentale e considerato il più sicuro del continente.
Leggi tutto: La discarica della vergogna
di Dante Fasciolo e Gianni Lattanzio
Fin dalla metà degli anni ’70 si affacciò alla ribalta delle considerazioni ambientali la necessità di inserire nella Costituzione Italiana il Patrimonio Naturale, esigenza ribadita con più determinazione negli anni ’90 attraverso iniziative di associazioni ambientaliste e di difesa della natura via via istituite e riconosciute dallo Stato.
Dunque, lungo e difficile è stato il cammino, che solo oggi ha raggiunto un’importante tappa: il Parlamento Italiano ha dato via libera all’inserimento della tutela dell’ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi nella Costituzione.
Una svolta, rispetto al precedente pronunciamento, ritenuta “storica per il Paese che sceglie la via della sostenibilità e della resilienza nell’interesse delle future generazioni” così come si legge nell’esplicitazione del provvedimento da parte del Governo.
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di Marco Capellini
L’economia circolare, da intendersi come uso “efficiente delle risorse” (Circular Economy), ha riscosso negli ultimi anni un’attenzione sempre più crescente fino ad arrivare oggi, ad essere quasi lo slogan simbolo per contestualizzare interventi a carattere ambientale apportati (o da apportare) ad un prodotto, servizio, territorio o ad un sistema industriale.
Il dibattito, avviato in sede Comunitaria, ha portato alla presentazione di un Action Plan da parte della Commissione UE nel 2020, a seguito del quale imprese, associazioni, consorzi e pubbliche amministrazioni europee ed extra-europee stanno ancora dibattendo sul tipo di approccio da seguire e sulle modalità più funzionali da applicare per raggiungere risultati utili al sistema.
Quello su cui tutti sono d’accordo, e dimostrato da recenti studi internazionali, è che un serio approccio a modelli di economia circolare può generare opportunità di lavoro e nuove opportunità di business.
Di fronte a questo acceso e aperto dibattito “politico”, resta comunque il fatto che esiste la necessità di dover contestualizzare le misure adottate con strumenti in grado di monitorare le azioni introdotte ed i successivi risultati raggiungibili e raggiunti.
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di Alessandro Mauriello
Nella discussione pubblica europea e globale ritorna fortemente il tema del cambiamento climatico. Tema centrale nei consessi internazionali sulla transizione ecologica sia per l’impatto ambientale sia per l’impatto sull’occupazione e sui sistemi produttivi globali.
Proveremo a dare analisi di questi complessi fenomeni, attraverso il dialogo con Sergio Gentili, saggista e storico, che in questi giorni è in libreria con il libro “Il Partito Comunista italiano, storia di rivoluzionari, 1921-1945”, Edizioni Bordeaux.
Iniziamo con il tema della rigenerazione della politica e dell’assenza di partecipazione, qual è la sua opinione?
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