Geopolitica

di Ranieri de Ferrante

Nei due articoli precedenti di questa serie, abbiamo osservato che Trump sta cambiando gli Stati Uniti all’interno ed all’esterno, che avrebbe modo di cercare di trasformare il suo potere Presidenziale in una stabile Autocrazia e che l’opposizione Democratica potrebbe non avere mezzi per a reagireTranne il primo (fattuale, purtroppo) sono tutti condizionali fortunatamente … ma non sono, oggi, assurdi come avrebbero potuto essere qualche mese fa.

17-04-2025
Autore: Ranieri de Ferrante
Ranieri de Ferrante è un Fulbright Fellow, ed attualmente si occupa di Ambiente. Nel passato ha operato nella Farmaceutica, Consulenza (McKnsey), Informatica, Energia e Difesa, coprendo posizioni come Presidente, ABB, Central Eastern Europe e Co – CEO, Alenia Marconi Systems.

di Silvia Costa
Stiamo vivendo una fase storica e politica molto problematica e complessa per l’Italia, l’Europa e le relazioni internazionali dopo l’aggressione armata di Putin all’Ucraina, con una guerra che si trascina da 3 anni ,l’attacco terroristico di Hamas del 7 ottobre 2023 alla popolazione israeliana che ha portato ad una reazione militare di Netanyahu che ha colpito in modo smisurato e inaccettabile la popolazione palestinese ,in un conflitto che prosegue nonostante l’accordo per una tregua.

06-04-2025
Autore: Silvia Costa
già Presidente Commissione Cultura del Parlamento Europeo

di Ranieri de Ferrante

Il ritorno di Trump al governo ha minato equilibri ed economia internazionale, ma soprattutto sta smantellando la democrazia negli USA e cambiando il modo di vivere dei suoi cittadini. E’ un cambiamento che potrebbe diventare irreversibile rendendo in breve tempo gli USA strutturalmente un’autocrazia guidata da Trump e dai suoi sodali.

E l’Europa rimarrà sempre più sola nella difesa della democrazie e dei suoi valori. Ne sarà capace?

02-04-2025
Autore: Ranieri de Ferrante
Ranieri de Ferrante è un Fulbright Fellow, ed attualmente si occupa di Ambiente. Nel passato ha operato nella Farmaceutica, Consulenza (McKnsey), Informatica, Energia e Difesa, coprendo posizioni come Presidente, ABB, Central Eastern Europe e Co – CEO, Alenia Marconi Systems.

di Elisabetta Trenta

Parlare oggi del conflitto in Ucraina, delle prospettive per la sicurezza europea e delle relazioni tra Russia e Occidente significa confrontarsi con ferite ancora aperte, paure legittime e speranze che faticano a trovare spazio. Ma significa anche scegliere di non arrendersi all’idea che la guerra sia l’unica risposta possibile. Nella storia non era mai stato così, ma nel ‘900 abbiamo coltivato la speranza e la convi de nzione che forse, quella regola poteva essere cambiata.

26-03-2025
Autore: Elisabetta Trenta
Professore straordinario Università Link Campus
Già Ministro della Difesa

di Guido Lenzi

 Il negoziato sull’Ucraina appare congelato dall’irriducibilità delle pretese del Cremlino. In apparente attesa di un piano articolato offerto dal pacificatore-in-capo americano, ma anche per i numerosi ponti che si è tagliato alle spalle. Che gli impediscono di rinunciare alle posizioni di partenza.
Ogni negoziato, si sa, si regge su concessioni reciproche, e ogni pace ‘giusta e duratura’ si basa sulla parziale insoddisfazione di ambedue le parti.  Condizioni di partenza e prospettive finali che in Ucraina appaiono ancora distanti.
Un cessate il fuoco, risultato minimo quanto meno iniziale, dovrebbe consentire di congelare le linee del fronte, in attesa di tempi migliori. Come avvenuto in Corea, in Vietnam, persino a Cipro senza impedirgli di aderire all’Unione europea, né ai due Stati in questione di mantenere il loro status di membri dell’Alleanza atlantica.
Il che consentirebbe però al Cremlino di disporre della quasi totalità della costa marittima dell’Ucraina,  Né ne scongiurerebbe l’astensione da operazioni intimidatorie sugli altri Paesi limitrofi, Georgia, Armenia, Moldova, Balcani, candidati anch’essi all’UE e alla NATO.

26-02-2025
Autore: Guido Lenzi
Ambasciatore d'Italia a.r. , Università Alma Mater Studiorum di Bologna

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