di Edio Costantini
Addio a Paolo Rossi. E’ stato un grande calciatore, un idolo per i giovani degli anni 80, in cui i ragazzi si sentivano un pò tutti dei “Paolo Rossi”. . Un atleta umile, intelligente e di grande spessore umano. Sono doti importantissime per un calciatore sia dentro il campo, ma anche fuori. E non è un caso che, oggi, tutto lo sport italiano lo ricorda non solo per le gioie calcistiche indimenticabili, ma soprattutto per l’aspetto privato del Paolo uomo, sempre sorridente, accogliente e di grande umanità. Così lo ricorda suo figlio Alessandro: “Papà è sempre stato una persona umile, generosa, sempre presente. Fantastico anche nella vita privata. Non ha mai detto di no a nessuno, sempre disponibile ad aiutare gli altri. La sua dote più grande era l’altruismo” .
Leggi tutto: Addio Pablito. Resterai sempre nei nostri cuori
di Flavio De Septis
60 anni appena compiuti, un genio nel calcio, soprannominato El Pibe de Oro, considerato uno dei più grandi calciatori di tutti i tempi, se non il migliore in assoluto, una carriera da professionista più che ventennale dove ha militato nell'Argentinos Juniors, nel Boca Juniors, nel Barcellona, nel Napoli, nel Siviglia e nel Newell's Old Boys, una vita a cavallo tra la sua Argentina e l'Italia,
Nel 2012 viene premiato come Miglior Calciatore del Secolo ai Globe Soccer Awards e nel 2014 entra a far parte della Hall of Fame del calcio italiano tra i giocatori stranieri. Una figura controversa della storia del calcio per la sua personalità eccentrica dentro e fuori il campo, Ci lascia oggi il fuoriclasse che partendo dal campo di calcio ha conquistato il mondo grazie al suo talento,
A Napoli dove ha giocato dal 1984 al 1991 oggi è stato istituito il lutto cittadino, luci accese al San Paolo, i quartieri si tingono di azzurro per Diego Armando Maradona (25/11/2020).
Leggi tutto: Covid-19: evoluzione della pandemia e possibilità terapeutiche
di Laura Caldara
«Si addormentò mormorando fra sé: “L’integrità mentale non ha alcun rapporto con la statistica”», scrive George Orwell, con le parole di Winston, e aggiunge: «… con la sensazione che in questa frase si celasse una profonda saggezza» Un romanzo distopico, “1984”, che descrive, in buona parte, l’atmosfera che stiamo vivendo in piena pandemia da Covid19.
Quando le parole non corrispondono alle cose, la confusione si annida nelle nostre menti e il pensiero agonizza.
Guardiamo in faccia la realtà: l’intera esperienza dell’epidemia ha provocato inevitabili reazioni di adattamento ed una serie complessa di risposte psicologiche. Preoccupazione per il contagio, incertezza della durata della pandemia, limitazioni della nostra libertà, isolamento sociale, difficoltà economiche, un rischio ed un’incidenza così elevata di situazioni di intensa sofferenza emotiva e psicologica da creare caos e disagi che non possono più essere sottovalutati.
di Alessia Amitrano,
La questione del c.d. “Cimitero dei feti” si alimenta successivamente alla denuncia di una donna che, mesi dopo aver subito un aborto, è venuta a conoscenza dell’esistenza di una tomba recante il suo nome inciso su una croce bianca. All’interno di questa tomba era stato sepolto a sua insaputa il corpo del feto non nato. A seguito di tale denuncia, molte altre donne hanno scoperto di essere nella medesima situazione ed è emersa una prassi evidentemente utilizzata da molto tempo.
La prima domanda che sorge dopo essere venuti a conoscenza di tale avvenimento è: come è potuto accadere? Ci si chiede infatti come sia possibile che sia stato utilizzato il nome della madre sulla tomba, in palese violazione della sua privacy, come mai il feto sia stato sepolto a sua insaputa e ancora, quale impatto psicologico possa averle creato tale scoperta. Il tema dell’aborto volontario è sempre stato particolarmente dibattuto da un punto di vista etico e morale: si tratta di una scelta personale, molto spesso difficile e sofferta. In questo ambito, il diritto all’autodeterminazione dell’individuo, della donna in questo caso, è centrale perché assicura la possibilità di poter scegliere del proprio corpo e del proprio futuro. Il dibattito sull’aborto nasce in relazione alla possibilità che un individuo abbia diritto di scelta per conto di un altro “potenziale” individuo, ponendo un contrasto con il diritto alla vita del nascituro, pure affermato dalla giurisprudenza ma non ritenuto prevalente rispetto al diritto alla salute della donna.
Leggi tutto: La questione del cimitero dei feti: riflessioni