di Michele Grilllo
42 anni fa il Prefetto Dalla Chiesa fu mandato a Palermo dopo avere combattuto e vinto il terrorismo in Italia. Era l’uomo giusto per contrastare “Cosa Nostra” che al quel tempo spadroneggiava nel capoluogo palermitano dilaniato e insanguinato dalla guerra di mafia. Gli promisero poteri speciali ma poi fu lasciato da solo.
La sera del 3 settembre il generale venne assassinato con raffiche di kalashnikov AK-47 assieme alla giovane moglie e al suo agente di scorta mentre percorrevano la via Isidoro Carini a Palermo. “Qui è morta la speranza dei palermitani onesti” citava un cartello lasciato sul luogo dell’eccidio. Una strage che sarà commemorata e ricordata ancora oggi dopo 42 anni con la deposizione delle corone di alloro alla presenza del ministro dell’Interno Piantedosi e dei vertici dell’Arma dei Carabinieri.
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di Paolo Balduzzi
Quando, poco più di duecento anni fa, l’economista e demografo inglese Thomas Malthus ammoniva il mondo sui pericoli dell’eccessivo sviluppo demografico, mai si sarebbe immaginato che, nel giro di così poche generazioni, la crisi dei sistemi economici e sociali si sarebbe realizzata esattamente per le ragioni opposte a quelle che lui temeva. Questo, almeno, è ciò che sembra accadere oggi nel vecchio continente e, in particolare, nel nostro paese. Non è certo la crescita eccessiva della popolazione a mettere a repentaglio la nostra esistenza ma, al contrario, il cosiddetto “inverno demografico”: l’incapacità, cioè, che la nostra società ha di riprodursi e mantenersi, sostenendo prima e sostituendo poi le generazioni più anziane con altre più giovani e produttive. Sistemi pensionistici, sistemi sanitari ma anche interi sistemi tributari sono messi in crisi dall’invecchiamento della popolazione.
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