di Annalisa Libbi
Si sente spesso parlare, in merito al dibattito politico italiano, come di una narrazione polarizzata, che tende allo scontro ma non a conclusioni ragionevoli dalle quali ripartire per condividere una cornice di senso.
Se è vero che le ragioni di tale situazione vanno ricercate nella difficoltà molto italiana di fare pace con la propria storia ammettendo colpe ed errori, è pur vero che, spesso, la politica trova in queste situazioni una sorta di comfort zone che rende, forse, più semplice il proprio agire.
Una politica emotiva o delle emozioni che ha ragione d’essere nel richiamare all’immaginario quelle istanze portatrici di entusiasmo, capaci di smuovere gli animi di un elettorato a volte anche un po’ avanti con gli anni che spesso è disorientato di fronte alla velocità dei cambiamenti ai quali si è continuamente sottoposti.
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