Geopolitica

di Umberto Bonavita 

Geograficamente, la Turchia, membro della NATO dal 1952, si trova tra Oriente e Occidente, influenzata dalle culture europee e mediorientali. Ogni bambino turco alle scuole elementari viene a conoscenza dell'unicità e dell'importanza della loro posizione e del rischio geopolitico intrinseco che ne deriva.

La Turchia si è consapevolmente costruita un ruolo di mediatore nei conflitti degli ultimi due decenni ed è stata attenta a sostenere il dialogo con la Russia nonostante le relazioni spesso combattive dei due paesi. L'ex ambasciatore della Turchia presso la NATO, Tacan Ildem, la descrive una "cooperazione competitiva” in cui Turchia e Russia lavorano, questione per questione, su base transazionale.

20-05-2022
Autore: Umberto Bonavita 
Analista di diritto internazionale e geopolitica

“Per le posizioni apicali bisogna ritornare al concorso, perché è corretto che si ritorni proprio alla meritocrazia”.

“Oggi la valutazione professionale dei magistrati è quasi automatica”.

“Se si vuole la separazione dei poteri come è giusto che sia, allora perché i magistrati devono andare nel legislativo, nel potere esecutivo?”.

“L’unica nota positiva dell'emendamento è che si disincentiva il magistrato a chiedere di andare fuori ruolo”.

(Avv. Ubaldo Macrì - UCPI, intervistato dall’Avv. Giuseppe Sidoti - PDD)

Il Parlamento ha approvato la Legge n. 134/2021, entrata in vigore il 19.10.2021, che prevede la delega al Governo per l’efficienza del processo penale nonché in materia di giustizia riparativa e disposizioni per la celere definizione dei procedimenti giudiziari” e la Legge n. 206/2021, entrata in vigore il 24.12.2021, contenente la delega al Governo per l’efficienza del processo civile e per la revisione della disciplina degli strumenti di risoluzione alternativa delle controversie e misure urgenti di razionalizzazione dei procedimenti in materia di diritti delle persone e delle famiglie nonché in materia di esecuzione forzata.”

La Riforma Cartabia prende quindi forma attraverso due interventi normativi differenti; tuttavia, è possibile fare riferimento ad una riforma unica, il cui obiettivo è sostanzialmente quello di rendere la giustizia più efficiente e, soprattutto, di velocizzarne i tempi, sia in ambito civile, sia in ambito penale.

Diverse le opinioni sulla riforma. A titolo esemplificativo tra le ultime:

  • il costituzionalista Celotto: Le toghe sbagliano, la riforma Cartabia non è quella di Berlusconi. Né profili di incostituzionalità, né “schedature”, ma una riforma frutto “di un’ampia maggioranza in cui gli approcci dei partiti sono diversi e la sintesi è ancora più travagliata”. Questa l’opinione del docente di Roma Tre: Serve una norma transitoria per i magistrati oggi in politica come il presidente della regione Puglia Emiliano”.
  • il consigliere del CSM Nino Di Matteo: Una riforma divisa in due: una parte è “inutile”, l’altra è “dannosa e pericolosa”. l’impianto della riforma di Marta Cartabia non è “diretto a incidere sui grandi mali della giustizia, ma a ridimensionare il ruolo del magistrato e renderlo servente nei confronti degli altri poteri…”

Min. 14:10: Professionisti del Diritto, con l’Avv. Giuseppe Sidoti, ne parlato con l’Unione Camere Penali Italiane, rappresentate dall’Avv. Ubaldo Macrì del foro di Lecce, componente e delegato di Giunta e Osservatorio sull’ordinamento giudiziario della Unione Camere Penali Italiane.

https://www.youtube.com/watch?v=KirVd9-213Q&ab_channel=ProfessionistidelDiritto

(Video intero dell’evento)

  • Avvocato, l’Unione Camere Penali Italiane che Lei oggi rappresenta come giudica la riforma Cartabia?

Non perché ci piace contrastare qualsiasi ipotesi di riforma. Purtroppo devo dire, che secondo noi è una messa in scena. Questo è un disegno di legge che ha firma di Conte e ministro Bonafede è che dopo un anno e mezzo viene rispolverata perché l’Europa ci chiedeva qualcosa e quindi dovevamo per forza fare qualcosa per dire che meritiamo i denari che ci stanno per inviare. Ecco perché io dico che è una messa in scena. Quando un provvedimento non è strutturato in un certo modo - anche la bravura della nostra Ministra non ce la farà a modificare nella sua sostanza, nei suoi effetti voluti…”

  • In ordine alle discussioni - anche odierne - che coinvolgono, nel disegno di riforma, la magistratura, quale il pensiero dell’Unione Camere Penali Italiane?

mi ha colpito un articolo sul Dubbio che ha riportato un intervento del presidente dell'Associazione nazionale magistrati e il titolo è “Pagelle alle toghe? No grazie, mettono ansia competitiva!” Beh no, allora signori è proprio questo il problema! Quale ansia competitiva? Esattamente proprio questo è il problema ed è quello che noi come Unione Camere Penali stiamo cercando di fare, cioè meritocrazia, perché noi vogliamo magistrato bravo. Se andate a vedere quel disegno, non c'è proprio niente da competere, perché l'unica cosa che può giustificare la competizione è quello che noi stiamo cercando di fare, ovviamente non sarà accettato, è quella di ritornare a concorso nel momento in cui io devo dare delle posizioni apicali nella struttura gerarchica della giurisdizione. Bisogna ritornare al concorso, perché è corretto che si ritorni proprio alla meritocrazia, ci deve essere merito…”

  • In che modo verificare la professionalità del magistrato?

dobbiamo inserire dei meccanismi per dare una vera valutazione di professionalità e quindi il nostro è esattamente l'opposto dell'orientamento del presidente dell’ANM.,,”

  • In ordine ai c.d. magistrati fuori ruolo?

“…Noi sappiamo che vi è carenza di magistrati, noi abbiamo 200 magistrati che stanno nei ministeri e nel Ministero della giustizia ce ne sono circa 100. Se andate a vedere io vi prego anche su Internet andata a vedere chi c'è come fuori ruolo al Ministero della giustizia. Va bene, allora mi dovete spiegare perché ci devono essere magistrati distaccati fuori ruolo nell'ufficio legislativo? Allora se si vuole la separazione dei poteri, se si vuole, com'è giusto che sia e si censura la nostra proposta di separazione delle carriere, perché il PM non può diventare un pubblico ministero sottoposto all'esecutivo e allora non capisco perché poi i magistrati devono andare nel legislativo, nel potere esecutivo. Allora, a questo punto, il magistrato faccia il magistrato e io ritengo che i fuori ruolo possono giustificarsi solo quelli dell’ispettorato perché è giusto che gli ispettori che vanno a fare l'ispezione nei Tribunali, nella Corte d'appello siano dei magistrati, ma al di fuori dell'ispettorato io, noi riteniamo che quei fuori ruolo debbano andare via.

E quindi l’unica nota positiva è che nell’emendamento si prevede che il magistrato fuori ruolo non possa beneficiare di quel periodo che fuori ruolo ai fini della valutazione di professionalità, questa è l'unica cosa importante di questo disegno, perché in questo modo effettivamente si disincentiva il magistrato a chiedere di andare fuori ruolo perché in questo modo non avrebbe una valutazione di professionalità”.

  • Sicuramente queste restano forti tematiche, attuali oggi ma sempre attuali anche domani. Giusto tre giorni fa il Presidente delle Camere Penali, Avv. Caiazza, così aveva definito la riforma Cartabia:

Questa riforma è strutturalmente debole, non essendo, tra l’altro, centrata sulle questioni che noi riteniamo cruciali. Tanto è vero che appena sarà approvata e avremo visto i contenuti, siamo pronti a scendere in campo con le nostre proposte di legge di iniziativa popolare. Tuttavia, dobbiamo sottolineare qualche elemento positivo: mi riferisco in particolare alle valutazioni di professionalità e all’emendamento dell’onorevole Costa grazie al quale si è costituito il fascicolo di performance che segnalerà statisticamente l’indice delle anomalie. È un primo passo importante verso la responsabilizzazione professionale dei magistrati”.

Ci si può quindi auspicare, in primis tra gli operatori del diritto, che la stessa riforma Cartabia sia un punto di partenza e non di arrivo nell’intento di perseguire obiettivi “storici” tra cui la brevità dei processi, la piena ed imparziale garanzia del diritto di difesa e una magistratura terza, imparziale e depoliticizzata.

30-04-2022

di Giuseppe Morabito

La guerra russo-ucraina sta influenzando il destino della Libia, sempre più nel caos, e si prospetta, un prossimo futuro, dove quell’area del Nord Africa, diventa un problema veramente critico soprattutto, per gli Stati Uniti, la Francia e l’Italia.

In questi giorni, in cui tutti guardano con motivata preoccupazione all’Est Europa, si potrebbe ipotizzare che qualora Washington, Parigi e Roma agissero con decisione, potrebbero ottenere sia di stabilizzare, almeno temporaneamente, la Libia sia di continuare a esercitare pressione sul governo russo.

Purtroppo, anche in questa martoriata area del Nord Africa il persistere dell'esitazione ad agire in modo fermo potrebbe vedere la fragile stabilità della Libia deteriorarsi ulteriormente, con un vantaggio per Mosca.  Poiché l'organizzazione dei paesi esportatori di petrolio (OPEC) pare continui a esitare ad aumentare la produzione di petrolio, la Libia rimane nei limiti imposti ma il paese potrebbe facilmente raddoppiare la sua produzione e con un po' di modernizzazione anche triplicarla..

30-04-2022
Autore: Generale Giuseppe Morabito
Membro del Direttorio della NATO Defence College Foundation

di Giuseppe Morabito

La prima guerra russo-ucraina nel 2014 vinta da Mosca è stata seguita  dalla seconda, a partire da 50 giorni fa, con il tentativo di impadronirsi di Kiev, che la Russia perso.

Oggi le forze armate russe sono state costrette ad adattare gli obiettivi della guerra in modo che corrispondano alla loro capacità operativa del momento

Il Presidente Putin lo scorso 12 aprile 2022 ha dichiarato che: “L'Ucraina stava diventando una testa di ponte antirussa dove si coltivavano germogli di nazionalismo e neonazismo. Questa nuova generazione di nazionalisti ucraini si scontra particolarmente con la Russia. Vedete come l'ideologia nazista è diventata un dato di fatto in Ucraina... non avevamo altra scelta... non c'è dubbio che raggiungeremo i nostri obiettivi”.

18-04-2022
Autore: Giuseppe Morabito
Membro del Direttorio della NATO Defence College Foundation

 di Gianni Lattanzio

 Dopo anni di Trattati internazionali per il disarmo, si torna a parlare di aumento delle spese militari in ambito Nato. Al di là del  dibattito parlamentare all’interno di ogni singolo Paese dell’Ue, è importante  fare riflessioni di carattere globale. Il primo pensiero va alle spese mondiali per gli armamenti degli ultimi anni, al progressivo e significativo aumento: è stato registrato dai dati ma forse non dalla percezione generale in Occidente. Una distrazione da non ripetere.

E poi c’è la febbre del pianeta, quel surriscaldamento che già presenta il conto in termini di disastri ambientali e umanitari, da non dimenticare. Su questo piano rischiamo oggi – nessun Paese è escluso – un’altra colpevolissima distrazione.

30-03-2022
Autore: GIanni Lattanzio
Segretario Generale Istituto Cooperazione Paesi Esteri