CHI GUIDERA' IL COLOSSO SUD-AMERICANO?
di Giuseppe Petrucci
Fra circa 15 giorni i brasiliani si recheranno alle urne per eleggere il Nuovo Presidente della Repubblica, il primo turno sarà il 2 ottobre 2022 per le Presidenziali, che, oltre ad eleggere il Presidente ed i deputati e gli 81 senatori, eleggerà anche i Governatori ed i deputati dei 26 Stati.
Si divideranno la torta i ben 32 partiti politici riconosciuti dal Tribunale Superiore elettorale, TSE, registrati alla fine di settembre 2022.
Il Brasile da molti anni sta attuando il voto elettronico, anche se la destra sta boicottando questo sistema, ma, ormai, lo stesso TSE, ribadisce che non ci sono brogli. I brasiliani andranno a votare con questo metodo e la sera stessa sapranno da chi saranno Governati, ma, se nessuno dei candidati raggiunge il 50% +1 ci sarà il ballottaggio previsto per il 30 ottobre 2022.
Dagli ultimi sondaggi pubblicati da data folha, si vede che l'ex Presidente Lula è in vantaggio, con il 44% dei voti rispetto al suo concorrente l'attuale Presidente Bolsonaro, con il 32%, mentre segue con l'8% Ciro Gomes del (PDT), mentre gli altri non superano il 4%.
Dopo 4 anni di governo di destra, con Jair Bolsonaro, i brasiliani hanno vissuto momenti difficili sia nel rincorrere una vita democratica del paese, spesso diritti calpestati, che in quella di affrontare il problema sanitario a causa della pandemia, con un Presidente che spesso si è rivelato negazionista. Non ultimo la deforestazione dell'Amazzonia ed i vari scandali che ha caratterizzato il suo Governo ed il continuo cambiar ministri dando più potere ai militari e alle varie chiese evangeliche sui diritti civili, delle donne e delle minoranze.
Le problematiche brasiliane sono sempre le stesse: la lotta alla corruzione ed alla disoccupazione, la lotta all'inflazione ed al suo potere d'acquisto, il trend inflazionistico viaggia sul 7% con proposte da parte del centro sinistra di abbassarlo per i prossimi anni al 4,5%, il ruolo della Banca Centrale (come riformarla), che si ripresenta in ogni elezioni, passi in avanti in questa direzione sono stati pochi, anche se la politica monetaria ha prodotto un deprezzamento rispetto al dollaro.
Restano sempre, in prima fila i soliti problemi atavici che il prossimo Governo dovrà affrontare come un progetto di ampio respiro sulle tematiche ambientali e la salvaguardia delle foreste, la messa in sicurezza della risorsa petrolifera e le nuove forme di energie alternative, una progressiva riforma delle imposte, attraverso una riforma fiscale e della previdenza.
Rifare un nuovo piano educativo e universitario ma soprattutto investire nella ricerca dando più spazio a quella pubblica. La salute, tema che in questo momento è stato lasciato al senso di responsabilità dei singoli governatori ma che in seguito avrà necessità di un piano complessivo.
Un ultimo problema è quello della sicurezza che dovrà essere affrontato non solo militarmente, ma anche con proposte di lotta alle mafie ed all'investimento nell'area sociale del paese dando alle favelas forme di reinserimento nella vita sociale con risposte non militari ma di sviluppo socio-economico.
In questa campagna elettorale, spesso mancano i grandi temi d'insieme per uno sviluppo futuro del Paese. Manca una visione lungimirante per uno sviluppo armonico del Brasile, non si parla né di riforma agraria né di quella ambientale, non c'è traccia di grandi opere per migliorare le infrastrutture del Paese.
I temi dello sviluppo sono praticamente assenti, la politica estera e tanti altri problemi che attanagliano il Brasile sono solo nei pensieri di qualche intellettuale o economista, tra i vari candidati non c'è una visione geopolitica che guardi al cambiamento di scenario in corso.....sembra che la parola "FUTURO" non esista nel vocabolario politico di queste elezioni.