di Giuseppe Morabito

Sono passate più di due settimane dal vertice NATO di Washington (anche dal duplice significato di 75° anniversario dell’Alleanza) e ora si può iniziare e valutarne i contenuti dopo una riflessione e aver seguito i più qualificati esperti. Il Summit che si è concentrato maggiormente sulla fondazione della NATO e sul suo passato come “l’Alleanza militare di maggior successo al mondo” piuttosto che impegnarsi pienamente sulle sfide future, sia immediate sia a lungo termine.

Inoltre, previsto a luglio, si trattava di un summit pensato per sostenere la candidatura alla rielezione del presidente Joe Biden, massimizzando i festeggiamenti ed evitando polemiche.

Il tentato omicidio dell’ex presidente Trump prima e la rinuncia alla candidatura di Binen poi, hanno oggi “rimescolato” le carte portando la bilancia dell’opinione pubblica indubbiamente a favore dell’ex Presidente repubblicano e quanto precede è centrale, atteso che vertice è stato dominato dai commenti sulle elezioni presidenziali americane di novembre che avranno sicuramente enormi conseguenze per la NATO, l’Ucraina e la sicurezza europea.

Il summit ha, comunque, portato a progressi sia nella trasformazione in corso della posizione di difesa e deterrenza dell’Alleanza, sia nel sostegno all’Ucraina.

La prestazione a dir poco deludente di Biden nel primo dibattito elettorale aveva suscitato crescenti richieste affinché cedesse a un candidato democratico con più possibilita’ di successo. Questi interventi si erano fatti più forti durante il vertice, con la conferenza stampa di chiusura che era diventata una cartina di tornasole delle dubbie capacità del presidente sulla scena mondiale. In Europa, le elezioni europee di giugno hanno spinto il presidente francese Emmanuel Macron a indire elezioni parlamentari anticipate. Mentre lo scenario di una maggioranza per il Fronte Nazionale di estrema destra non si è concretizzato, il processo legislativo francese sarà ora paralizzato, dando più argomenti elettorali alla destra per le elezioni presidenziali del 2027.

Anche la coalizione di governo del Cancelliere Olaf Scholz in Germania è stata messa alla prova, ma probabilmente andrà avanti per altri 15 mesi. Andando contro questa tendenza, nel Regno Unito, il Partito Laburista ha ottenuto una vittoria elettorale e con essa il mandato di governare. Nel frattempo, il presidente ungherese Viktor Orban – che detiene la presidenza di turno del Consiglio dell’UE – ha visitato il Cremlino in una “missione di pace” e ha incontrato presidente Vladimir Putin, mettendo in evidenza che la NATO oltre che con l’autarchia turca potrebbe avere qualche problema con l’Ungheria. I paesi della NATO si sono comunque uniti per annunciare un ulteriore pacchetto di aiuti di difesa aerea strategica e tattica per l’Ucraina e un sostanzioso supporto economico.

Sorprendentemente, il linguaggio rivolto alla Cina Popolare è ora molto più netto rispetto ai vertici precedenti, con Pechino ora etichettata come “facilitatore decisivo” della guerra della Russia in Ucraina. La dichiarazione afferma che “La Cina Popolare non può consentire la più grande guerra in Europa nella storia recente senza che ciò abbia un impatto negativo sui suoi interessi e sulla sua reputazione”, il che rappresenta un passo significativo per l’Alleanza nel denunciare l’intento ostile cinese. Tuttavia, ha principalmente solo identificato il problema, piuttosto che delineare ciò che la NATO dovrebbe fare al riguardo. Inoltre, la cooperazione industriale nel settore della difesa è stata un punto focale, con un separato "Impegno di espansione della capacità industriale della NATO" pubblicato insieme alla dichiarazione principale, che sarà fondamentale per rifornire le forze armate della NATO nel modo più rapido ed efficiente possibile, oltre a garantire un sostegno industriale, a lungo termine, all'Ucraina.

Uno degli obiettivi centrali di Biden era, comunque, quello di rendere il sostegno della NATO all’Ucraina “a prova di Trump”. Senza alcun invito, la NATO ha cercato di “collegare” l’adesione attraverso tre misure. In primo luogo, sarà istituito un gruppo di “Assistenza alla sicurezza e formazione della NATO per l’Ucraina” (presso un nuovo comando a Wiesbaden, in Germania) per trasferire le responsabilità principali dagli Stati Uniti alla NATO nel coordinare il supporto e la formazione e collocarlo su “una base duratura, garantendo una maggiore sostegno prevedibile e coerente”. A ciò si aggiunge la creazione di un posto di alto rappresentante civile della NATO a Kiev per consentire un più stretto coordinamento.

Tuttavia, la Germania ha posto il veto alla sua designazione originaria di “missione” per timore che ciò potesse provocare un’escalation. C’è chi ritiene questa come una generale timidezza nei confronti dell’Ucraina che potrebbe essere vista da Putin come debolezza e degraderebbero la capacità di deterrenza della NATO.In secondo luogo, è stato concordato il citato pacchetto di 40 miliardi di euro per l’Ucraina nel 2025 con una revisione annuale.In terzo luogo, sarà istituito un Centro congiunto di formazione ed istruzione per identificare e applicare congiuntamente gli insegnamenti tratti dalla guerra in corso e aumentare l’interoperabilità dell’Ucraina con la NATO. Ciò fungerà da circuito di feedback fondamentale per il Comando alleato per la trasformazione della NATO.Questi impegni non sono banali, e il presidente ucraino è stato molto attento a non avere un approccio negativo com’era successo al Summit di Vilnius 2023, cosa che all’epoca infastidito molti alleati. Tuttavia, questi impegni collettivi non spostano la bilancia in modo decisivo a favore dell’Ucraina. Sono stati ripetuti slogan politici per sostenere l’Ucraina “per tutto il tempo necessario”. Tuttavia, i numerosi relatori non hanno fornito alcun chiarimento su come sarebbe effettivamente evidente una vittoria ucraina – o, del resto, una sconfitta russa. A Vilnius, il requisito per l’adesione dell’Ucraina alla NATO era “quando gli alleati sono d’accordo e le condizioni sono soddisfatte”. Un anno dopo, l’Ucraina non ha ancora saputo quali siano queste condizioni. Ma un punto a favore  di Kiev è stato il seguente passaggio della dichiarazione del vertice: “Accogliamo con favore i progressi concreti compiuti dall’Ucraina dopo il vertice di Vilnius riguardo alle necessarie riforme democratiche, economiche e di sicurezza. Mentre l’Ucraina continua questo lavoro vitale, continueremo a sostenerla nel suo percorso irreversibile verso la piena integrazione euro-atlantica, compresa l’adesione alla NATO”.L’Ucraina, e i suoi sostenitori, sono stati  rassicurati con un​linguaggio più deciso di un percorso “irreversibile” verso la NATO. Tuttavia, questa formulazione è tutt’altro che irreversibile per alcune ragioni. In primo luogo, il (sembrerebbe oggi sempre più) futuro presidente Donald Trump potrebbe rivedere l’impegno, nel timore che un governo americano da lui guidato non sia poi costretto a promettere che l’Ucraina non aderirà mai alla NATO nei futuri negoziati con la Russia. In effetti, l’unico meccanismo proceduralmente “irreversibile” sarebbe un invito all’Ucraina ad aderire all’Alleanza ma l’occasione non è stata questa per diversi motivi. Innanzitutto, l'unità. Il desiderio a breve termine di sfruttare l’unità di cui la NATO ha goduto dall’invasione della Russia nel 2022 è dannoso per la sua salute a lungo termine. Sono passati 16 anni da quando la NATO, al vertice di Bucarest, ha assunto l’impegno che l’Ucraina (e la Georgia) “diventeranno membri della NATO”. Con il linguaggio “irreversibile” del 2024, la NATO si è messa all’angolo, lasciando poco spazio per gli anni successivi. Pertanto, diventerà sempre più difficile per la NATO soddisfare il sostegno all’Ucraina.In secondo luogo, un invito formale darebbe alla NATO, e agli Stati Uniti, un maggiore controllo sui tempi di adesione dell’Ucraina nel momento preciso “in cui le condizioni saranno soddisfatte”. Attraverso l’uso dell’Articolo 11 (Ratifica) del Trattato di Washington, gli Alleati potrebbero mostrare sostegno all’Ucraina e gestire gradualmente l’escalation con la Russia, usandolo anche come punizione per i comportamenti russi e avvicinando progressivamente l’Ucraina attraverso ratifiche nazionali in risposta a Mosca. Sarebbe forse preferibile aspettare che “le condizioni siano soddisfatte”, presumibilmente la fine della guerra, e poi avviare il processo, che potrebbe richiedere anni (le rapide ratifiche dell’adesione delle moderne democrazie di Finlandia e Svezia sono state un’eccezione alla regola).In terzo luogo, non c’è nulla nell’Articolo 10 (Invito) che suggerisca che la NATO possa ritirare un invito una volta effettuato. Pertanto, ciò avrebbe potuto rendere “a prova di Trump” l’adesione dell’Ucraina alla NATO e garantire che non sia offerta in alcun accordo di pace con la Russia cosa che causerebbe sicuramente una profonda spaccatura nell’Alleanza.In quarto luogo, un invito adesso eviterebbe calcoli elettorali più difficili nei parlamenti nazionali per ratificare i Protocolli di Adesione. In quinto luogo, ancorerebbe saldamente l’Ucraina all’architettura di sicurezza euro-atlantica. I politici dovrebbero considerare ciò che sta accadendo attualmente in Georgia come un avvertimento. Non vi è alcuna garanzia che la futura leadership politica ucraina non possa allontanarsi anche dall’Europa. È sorprendente che la dichiarazione di Washington abbia rimosso ogni riferimento alla Georgia, dimostrando che 16 anni di duro lavoro da Bucarest nel 2008 sono stati sprecati a causa dell'approvazione della nuova legge georgiana sugli agenti stranieri (ampiamente soprannominata la “Legge Russa”) che avrebbe fatto deragliare Tbilisi dal percorso atlantico.Infine, un invito sarebbe la massima espressione di democrazia (menzionata nel preambolo del vertice di Washington) consentendo agli alleati e ai parlamenti nazionali di dimostrare sostegno all’adesione dell’Ucraina, e a chi ha riserve di esprimerlo.Nonostante le molteplici elezioni europee di quest’anno, c’è in alcuni la convinzione che solo le elezioni americane contino davvero per la sicurezza europea. Se Trump dovesse vincere le elezioni, il vertice NATO del 2025 all’Aia sarà molto diverso da quello di Washington, e costringerà la NATO ad affrontare le scelte difficili che non potranno continuare a rinviare.Infine c’è la “stolta” decisione di affidare la carica di Rappresentante speciale della NATO per il fianco Sud dell’Alleanza a un diplomatico spagnolo. Decisione presa da parte dell’uscente Segretario Generale della NATO Stoltemberg (lascia a ottobre). Ci si augura, in chiave italiana, che il suo successore sia più “ispirato” e riconosca al nostro paese tale posizione, atteso che e’ stata creata per richiesta e insistenza di Roma.

23-07-2024
Autore: Giuseppe Morabito
Membro del Direttorio della NATO Defence college Foundation
meridianoitalia.tv

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