Istruzione&Ricerca

di Rosa Musto,
Siamo qui per rinnovare una promessa: batteremo la mafia, la elimineremo dal corpo sociale perché è incompatibile con la libertà e l' umana convivenza. E perché l'azione predatoria delle varie mafie ostacola lo sviluppo, impoverisce i territori, costituisce una zavorra non solo per il Sud ma per tutta l'Italia" ( Presidente della Repubblica Sergio Mattarella)
Anche quest’anno, il 23 Maggio 2021, a conclusione della settimana dedicata all’educazione della legalità, l’emergenza pandemica non ha interrotto la realizzazione della nota commemorazione con le scuole, sugli attentati in cui persero la vita i giudici Giovanni Falcone, Francesca Morvillo e Paolo Borsellino e gli agenti delle loro scorte, Agostino Catalano, Walter Eddie Cosina, Rocco Dicillo, Vincenzo Li Muli, Emanuela Loi, Antonio Montinaro, Vito Schifani, Claudio Traina.

25-05-2021
Autore: Rosa Musto
Sociologa- Esperta di Comunicazione e Informazione pubblica istituzionale- Cultura-Istruzione - Formazione

di Annalisa Libbi

Riflettere sulla scuola dopo il 2020 assume un significato inedito nel quale le conseguenze della pandemia che ha colpito il mondo e, con essa, i suoi traumi svolgono un ruolo da protagonista.

La chiusura delle attività del paese ha riconsegnato, all’istituzione scolastica, almeno nel dibattito, quel ruolo che le è peculiare nel suo intersecarsi e influenzare tutti gli ambiti della vita sociale e, nella crisi di una vita forzatamente reclusa, essa ha rappresentato l’unico aggancio al mondo esterno, una delle poche idee di “normalità” ancora rimaste.

La scuola non è stata chiusa, neanche nei momenti più critici e, tra le tante difficoltà evidenziate da questa condizione straordinaria che il mondo sta vivendo, continua a svolgere il proprio ruolo anche grazie alla serietà e flessibilità dei suoi attori che, dovrebbe essere ricordato più spesso, non sono missionari o volontari ma professionisti nel proprio settore.

01-05-2021
Autore: Annalisa Libbi
Insegnante, già Vicepresidente di Azione Cattolica dell’Arcidiocesi Metropolitana di Pescara-Penne

di Rosa Musto

L’ Educazione degli adulti”, nella prospettiva del Lifelong learning, si rifà al Consiglio europeo tenutosi a Lisbona più di venti anni fa, nel marzo 2000. 

La  Strategia di Lisbona, anticipò i tempi nell’adottare l’ambizioso progetto di “fare dell’Europa l’economia basata sulla conoscenza più competitiva e dinamica del mondo, in grado di realizzare una crescita economica sostenibile con nuovi e migliori posti di lavoro e una maggiore coesione sociale”.

Per realizzare questo fu assegnato un ruolo strategico ai sistemi di istruzione e al loro interno, al settore dell’educazione degli adulti nell’ambito del Lifelong learning e per questo il Consiglio definì i seguenti tre obiettivi strategici: 

1. Migliorare la qualità e l’efficacia dei sistemi di istruzione e di formazione nell’Unione europea; 

2. Facilitare l’accesso di tutti ai sistemi di istruzione e di formazione; 

3. Aprire i sistemi di istruzione e formazione al mondo esterno.

08-04-2021
Autore: Rosa Musto
Sociologa- Esperta di comunicazione e informazione pubblica istituzionale

di Rosa Musto

Il  rapporto di Eurydice del 2020 presenta una panoramica delle riforme e dei principali sviluppi politici nei vari paesi dal 2015 ad oggi sulla base dei risultati pubblicati dall’Education and Training Monitor 2020[1],il rapporto di monitoraggio dell’istruzione e della formazione presentato dalla Commissione europea a novembre 2020, il quale analizza i risultati dell’UE e degli Stati membri in relazione agli obiettivi fissati dal quadro strategico per la cooperazione europea in materia di istruzione e formazione (ET 2020).

In tale quadro l’Italia viene menzionata per aver introdotto riforme sostanziali volte a migliorare la qualità e la governance in tutto il paese, per una importante ristrutturazione del sistema ECEC, il sistema e cura della prima infanzia da 0 a 6 anni e per aver introdotto riforme sulla qualificazione del personale o sullo sviluppo professionale continuo.

01-03-2021
Autore: di Rosa Musto
Sociologa- Esperta di comunicazione e informazione pubblica istituzionale

di Gianpiero Ruggiero

Nel mentre il prof. Draghi giurava come nuovo premier, sulla gazzetta ufficiale è stato pubblicato il Programma Nazionale per la Ricerca 2021-2027 uno degli ultimi atti del governo Conte, passato un po’ in sordina per via della crisi politica e dell’avvicendamento governativo. Eppure si tratta del documento che orienterà le politiche della ricerca in Italia per i prossimi sette anni, in linea con gli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite e le priorità della Commissione europea.

Per capire meglio dove sta andando il “sistema ricerca”, il PNR andrebbe letto inquadrandolo con quanto contenuto in altri due documenti di indirizzo e programmazione strategica; una lettura comparata dalla quale emergere con più chiarezza la visione “straordinaria”, richiesta a livello internazionale, con la gestione “ordinaria” pensata dall’Italia. Il riferimento è al Programma Nazionale di Ripresa e Resilienza, il cui testo è in discussione in Parlamento, e alla legge di Bilancio 2021, approvata a fine dicembre.

25-02-2021
Autore: Gianpiero Ruggiero
Esperto in valutazione e processi di innovazione del CNR

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