di Rosa Musto

Dal 2013 l'Italia  è in attesa  che il Parlamento ratifichi l’importante “Convenzione quadro del Consiglio d'Europa sul valore del patrimonio culturale per la società” detta  Convenzione di Faro, Trattato del 27 Ottobre 2005, aperto alla firma degli Stati membri e all’adesione dell'Unione europea e degli Stati non membri.

Nella seduta del 10 ottobre 2019 il Senato ha approvato la Convenzione di Faro passandola alla Camera dei Deputati.  L’aula di Montecitorio ha poi fatto slittare dal 3 al 23 settembre 2020 la discussione ponendola al primo posto all'ordine del giorno. 

Si auspica che l'iter parlamentare si concluda prossimamente e che la Convenzione di Faro venga ratificata, in quanto si tratta di un atto importante per le innovazioni che essa contiene sul piano culturale e socio-economico.

La novità di Faro riguarda una nuova concezione, quella della “eredità-patrimonio culturale” intesa come “un insieme di persone che attribuisce valore ad aspetti specifici del patrimonio culturale, e che desidera, nel quadro di un'azione pubblica, sostenerli e trasmetterli alle generazioni future”.( articolo 2 della Convenzione).

La Convenzione di Faro contribuisce molto ad innovare anche la strategia  educativa sulla cittadinanza attiva. Essa interviene direttamente quando si rivolge ai giovani e ai soggetti svantaggiati, riconoscendoli tutti protagonisti eredi in egual misura e impegnati nella tutela e lo sviluppo del patrimonio culturale, anche in riferimento alle politiche democratiche da adottare, come le “azioni per migliorare l'accesso al patrimonio culturale, in particolare per i giovani e le persone svantaggiate, al fine di aumentare la consapevolezza sul suo valore, sulla necessità di conservarlo e preservarlo e sui benefici che ne possono derivare”.(articolo 12 della Convenzione)

Per la Convenzione Faro l'eredità culturale abilita ai processi di costruzione identitaria, di educazione alla cittadinanza, di promozione al dialogo interculturale e per questo è importante che venga inserita nella nuova progettazione educativa dell'Educazione civica (legge 92/2019 ) in attuazione nelle scuole di ogni ordine e grado. L'educazione civica riconosce importanza fondamentale a diverse tematiche che risultano comuni ai temi trattati nella Convenzione Faro e che le linee guida guida emanate di recente dal Ministero dell'Istruzione, vanno a definirle con maggiore esattezza, all'interno nei nuclei concettuali indicati.

I temi della Convenzione Faro li riscontriamo maggiormente nel nucleo concettuale  riferito allo SVILUPPO SOSTENIBILE e precisamente negli ambiti di interesse di: educazione ambientale,conoscenza e tutela del patrimonio e del territorio, elementi innovazione in termini di sostenibilità, tutela dei patrimoni materiali e immateriali delle comunità e diritti fondamentali delle persone.

Importante è il contributo educativo della Convenzione di Faro in termini di educazione all'esercizio della libertà democratica, mediante processi partecipativi che trovino riscontro nelle giuste politiche da attuare, senza tralasciare i profili sociali, economici e professionali, compresi i luoghi che hanno per la comunità locale un valore speciale e la cui memoria, ancora viva, occorre tramandarla alle generazioni future.

Per questo, è bene ipotizzare che il patrimonio culturale che erediteranno le future generazioni, comprendi anche il valore culturale del digitale, volano di sviluppo e risorsa strategica negli attuali processi evolutivi della conoscenza. Qui le linee guida dell'educazione civica si soffermano inserendo la Convenzione di Faro nel terzo nucleo concettuale,la Cittadinanza digitale. Essa intende diffondere fra i giovani le capacità di un uso consapevole e responsabile dei mezzi di comunicazione virtuale di questo nuovo millennio, andando a restituire ai giovani di oggi valore culturale specifico al loro presente nel futuro che verrà.

La Convenzione di Faro si raccorda infine, anche al primo nucleo concettuale delle linee guida, quello dedicato alla Costituzione.

Difatti, risulta in linea con lo spirito e la lettera dell’articolo 9 della nostra Costituzione, che indica come

“La Repubblica promuove lo sviluppo e la ricerca scientifica e tecnica.
Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione”
,

individuando nel  paesaggio, non un particolare ambiente di bellezza,  ma l’ambiente in cui l’uomo vive e lavora.

La cultura, bene comune condiviso, è dunque un elemento indispensabile per la crescita sociale, culturale e per lo sviluppo di una economia sostenibile, risultando collegato sempre più ai "processi di sviluppo economico, politico, sociale e culturale e di pianificazione dell'uso del territorio" (articolo 8 della Convenzione).

In questo contesto la valenza educativa della Convenzione di Faro si ritiene di grande importanza; rende capaci le giovani generazioni di saper affrontare le sfide del domani, stimolando la ricerca di nuovi e adeguati modelli per le  politiche culturali, a favore della sostenibilità e della coesione sociale e imparando ad operare le scelte nel rispetto dell'eredità culturale acquisita.

20-09-2020
Autore: Rosa Musto
Sociologa dell’educazione
meridianoitalia.tv

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