di Paola Uriati
La nascita di un figlio, una separazione, la perdita del lavoro, una malattia inaspettata, il fallimento di un progetto, ma anche, un allontanamento dalla famiglia alla ricerca della propria autonomia e libertà. Sono tanti, nel corso della vita, gli eventi che ci costringono a confrontarci con noi stessi e a cambiare. Esperienze che però, il più delle volte, sono accompagnate da sentimenti di smarrimento, solitudine, rabbia e delusione. Per quanto ci si possa preparare ad affrontare questi eventi, sembra davvero impossibile evitare la sofferenza. Eppure, la propria felicità va ricercata proprio imparando a superare le prove più dolorose e inattese che, nel corso dell’esistenza, arrivano a turbare la nostra serenità e la nostra gioia di vivere.
Leggi tutto: Prospettive di Cambiamento
Francesca Perri
A causa dello smantellamento del SERVIZIO SANITARIO NAZIONALE in favore di una Regionalizzazione spinta istituita grazie alla modifica del Titolo V nel 2001, mai come in occasione di questa epidemia/pandemia ( viste le dimensioni mondiali del contagio), possiamo dire che le Regioni tutte hanno fallito, anche quelle meno colpite.
In primis la Lombardia, che tra l’altro è stata capostipite nell’equiparare il Servizio Sanitario in Sistema Sanitario Regionale, parificando il Pubblico al privato, cui tutte le altre Regioni si sono adeguate per appianare il bilancio, con la scusa che il privato è più funzionale e meno sprecone! No, il privato punta solo al profitto e per un medico, questo è inaccettabile, non deve esserci profitto in Sanità, ma solo guadagno in termini di Salute per la popolazione tutta. Del resto,la riprova si è avuta in occasione di questa epidemia, poichè il privato ha contribuito ben poco, non avendo per la gran parte Rianimazioni e non avendo messo a disposizione le proprie strutture e il personale per i casi meno critici, ma che necessitavano di una sorveglianza attiva, ben al di là di una telefonata di monitoraggio della Temperatura Corporea.
Leggi tutto: Cosa ci insegna questa epidemia?
Quando trasporti in ambulanza persone positive al covid19 ti devi proteggere. Metti la tuta, doppi guanti, cappuccio, calzari, mascherina, occhialini. Tappi tutti i buchi con il cerotto e comincia l'apnea. Si, perché là sotto si respira male, sudi, sale la temperatura e non puoi toccarti finché non levi tutto.
Quando trasporti persone positive al covid19 con insufficienza respiratoria è una corsa contro il tempo. L'adrenalina sale a mille e speri con tutto il cuore che i medici di reparto siano più sbrigativi possibile a ricoverarti il nonnino che gli hai portato.
Leggi tutto: Lettera aperta di un giovane medico in prima linea nella lotta al Covid-19
Giorgio Bartolomucci
In un precedente articolo pubblicato in questo magazine avanzavo la preoccupazione che all’emergenza sanitaria causata dal virus Covid19 potessero sovrapporsi gravi infezioni nosocomiali, ovvero correlate all’assistenza. Durante una pandemia così grave, infatti, per l’elevato numero di malati ricoverati in terapia intensiva è quasi inevitabile che, come complicazione, si determini un’alta carica batterica che oltre ai pazienti può colpire anche il personale sanitario.
Leggi tutto: Ma la colpa è solo del COVID 19?
Giorgio Bartolomucci
È morto per la paura di prendersi il colera. Ai giorni nostri, questo aforisma proposto da Anton Cechov potrebbe facilmente essere mutuato per descrivere ciò che stiamo vivendo con il COVID19. La pandemia in corso dovuta al nuovo coronavirus, oltre alle centinaia di migliaia di casi confermati in laboratorio, ha già raggiunto milioni di persone e la gran quantità di morti ha contribuito a generare estrema preoccupazione sia nelle istituzioni sanitarie che nella comunità mondiale.
Leggi tutto: Il vaccino non è un Angelo Liberatore