di Giuseppe Morabito
Sono passate più di due settimane dal vertice NATO di Washington (anche dal duplice significato di 75° anniversario dell’Alleanza) e ora si può iniziare e valutarne i contenuti dopo una riflessione e aver seguito i più qualificati esperti. Il Summit che si è concentrato maggiormente sulla fondazione della NATO e sul suo passato come “l’Alleanza militare di maggior successo al mondo” piuttosto che impegnarsi pienamente sulle sfide future, sia immediate sia a lungo termine.
Inoltre, previsto a luglio, si trattava di un summit pensato per sostenere la candidatura alla rielezione del presidente Joe Biden, massimizzando i festeggiamenti ed evitando polemiche.
Il tentato omicidio dell’ex presidente Trump prima e la rinuncia alla candidatura di Binen poi, hanno oggi “rimescolato” le carte portando la bilancia dell’opinione pubblica indubbiamente a favore dell’ex Presidente repubblicano e quanto precede è centrale, atteso che vertice è stato dominato dai commenti sulle elezioni presidenziali americane di novembre che avranno sicuramente enormi conseguenze per la NATO, l’Ucraina e la sicurezza europea.
Leggi tutto: Dove andra’ la Nato dopo L’era Biden?
di Ranieri de Ferrante
Il mondo si chiede se Biden sia troppo vecchio per continuare nel ruolo di guida degli Stati Uniti, faro di democrazia per l’Occidente.
La domanda sull’età di Biden è certamente giustificata, ma l’affermazione nella quale è contenuta no: sono infatti convinto che non si possa più considerare gli Sati Uniti un faro di democrazia per l’Occidente.
Si tratta di un’affermazione falsa, che confonde potere economico e militare con capacità di essere leader politica e morale. Gli USA, in piena asfissia politica, non hanno più le caratteristiche per essere d’esempio ad altri.
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di Paolo Balduzzi
È arrivato giugno, il mese per eccezione dedicato agli esami e alle pagelle. I più nostalgici ripenseranno di certo alla propria giovinezza; tuttavia, nei palazzi di governo, questi termini evocano ricorrenze ben meno piacevoli. È arrivata infatti proprio ieri la pagella della Commissione europea sui conti italiani e, come ci si aspettava, il tabellone con i voti non sorride completamente al nostro Paese. Non c’è due senza tre: l’Unione ha certificato l’apertura di una “procedura per deficit eccessivo” (Pde), la terza, dopo quelle del 2005 e del 2009. Certo, a essere pignoli, in questi quasi trent’anni i richiami europei sono stati molti di più: nove in totale fino all’altro ieri.
di Pietro Fiocchi
E’ calato il sipario su Borgo Egnazia. Passato qualche giorno, è il momento di elaborare i dati, senza la fanfara di sottofondo.
Ci rivolgiamo ad un esperto, Gennaro Scala, Generale di Corpo d’Armata in congedo nel Ruolo d’Onore (Arma dei Carabinieri), docente e conferenziere in materia di sicurezza internazionale e intelligence economica.
Generale Scala, come valuta l’esito del G7 guidato dall’Italia, che si è concluso da poco? E in prospettiva, quanto incideranno le decisioni prese sul corso degli eventi internazionali?
Leggi tutto: G7: Analisi e prospettive Intervista con il Gen. Prof. Gennaro Scala
di Giuseppe Morabito
Il 3 aprile la Repubblica di Cina - Taiwan ha subito un terremoto di magnitudo 7,4, il più forte degli ultimi 25 anni. Il sisma ha ucciso una decina di persone e ne ha ferite circa mille. Nonostante la forza del terremoto, il bilancio delle vittime e i danni alle infrastrutture sono stati molto inferiori a quanto si poteva prevedere data la magnitudo del fenomeno e questo, in gran parte, a causa degli stringenti requisiti di ingegneria che hanno guidato la costruzione edilizia di Taiwan. L’isola dell’ Indo-Pacifico ne è uscita relativamente indenne nonostante abbia subito il più grande terremoto degli ultimi due decenni. "È davvero notevole che, dato un terremoto di questa portata, abbiamo visto così poche vittime segnalate", ha dichiarato Daniel Aldrich, professore di scienze politiche alla Northeastern University USA che studia la “resistenza globale” ai terremoti. Il paese aveva già rivisto le norme edilizie in seguito al terremoto di magnitudo 7,3 del 1999 che uccise oltre 2.000 persone. "Taiwan ha riorganizzato la sua risposta ai disastri e ha avviato una serie di tentativi di risposta agli shock dal basso verso l'alto e dall'alto verso il basso", ha affermato Aldrich.