di Ranieri de Ferrante
Il mondo si chiede se Biden sia troppo vecchio per continuare nel ruolo di guida degli Stati Uniti, faro di democrazia per l’Occidente.
La domanda sull’età di Biden è certamente giustificata, ma l’affermazione nella quale è contenuta no: sono infatti convinto che non si possa più considerare gli Sati Uniti un faro di democrazia per l’Occidente.
Si tratta di un’affermazione falsa, che confonde potere economico e militare con capacità di essere leader politica e morale. Gli USA, in piena asfissia politica, non hanno più le caratteristiche per essere d’esempio ad altri.
Gli USA sono in decadenza.
Non, ripeto, una decadenza economica, militare o di innovazione. Né sono in decadenza per il cambiamento in forma e dinamiche subito del capitalismo che li ha portati alla preminenza.
Né, infine lo sono a causa di grandi fenomeni storici, economici o demografici come è successo all’impero romano, travolto dalle migrazioni, o a quello inglese, vittima dalla fine del colonialismo.
Gli Usa vedono finire il loro periodo di guida perché non sono capaci di darsi nuove regole, che permettano alle opinioni di esprimersi. La vera età di cui preoccuparsi non è quella di Biden, ma quella del sistema politico americano, che è ancora radicati in regole disegnate 250 anni fa, in una costituzione che, a differenza di quelle europee, non ha ricevuto la dolorosa catarsi di due guerre mondiali che hanno spazzato via mondi, generazioni, strutture e che rendono – oggi – l’Europa non ancora centro di guida (è troppo divisa) ma certo un faro di civiltà, libertà, uguaglianza, democrazia e di vivace confronto politico che forse non si vedeva – mutatis mutandis – dai tempi di Atene.
Gli Stati Uniti pagano oggi il prezzo altissimo di un sistema di governo che parifica - in Senato, ad esempio - Stati con 40 milioni di abitanti e Stati con 500,000, o che nelle elezioni presidenziali in buona sostanza rende inutile il voto dell’80% dei cittadini, che vivono in Stati in cui la maggioranza non è in dubbio, lasciando la decisione ad una decina di battleground States. Florida piglia tutto …
Un sistema che richiede di registrarsi per votare, senza l’automatismo cittadino/elettore delle vere democrazie e che può permettere di impedire a fasce intere di elettori di esprimersi.
Oppure di un sistema di Giustizia basata sulla Common Law, e determinata da giudici eletti dal Potere Esecutivo, in una confusione di fra Poteri assurda nel XXI secolo, come dimostra l’arretramento di 50 anni del pensiero giuridico americano (vedi Row vs Wade) determinato dalla selezione, da parte di Trump, di 3 giudici extraconservatori come membri della Corte Suprema.
Gli USA pagano il prezzo di meccanismi nati quando i votanti erano poche decine di migliaia, maschi, bianchi, benestanti, per i quali concetti quali indipendenza, stato non invasivo, rispetto per l’individuo contavano più che rappresentatività, rispetto per la società, uguaglianza e partecipazione, supporto ai deboli.
I cittadini degli Stati Uniti pagano il prezzo di vivere in una nazione con un sistema di governo concepito 250 anni fa, che disincentiva la maggioranza della popolazione dall’interesse per la politica.
Oggi gli USA sono ridotti ad una pseudo democrazia in cui si è persa l’abitudine di pensare in modo politico, e di conseguenza ci si rifugia in cose che odorano di “culto”, quali l’ideologia Woke o il movimento Me Too, che pur partendo da basi di indiscutibile verità e civiltà, vengono ormai declinati con un estremismo tale da accecare di fede una parte, e di risentimento e timore l’altra.
Facendo nascere, in una tempesta perfetta, il culto di Donald Trump e la fede MAGA.
Estremismi in cui termini quali normale, relativo, liberale hanno perso il significato originale.
Estremismi opposti destinati ad uno scontro senza possibilità di compromessi: fra appartenenti a partiti politici diversi si comunica e si possono anche trovare argomenti condivisibili e terreni di faticosa comprensione.
Fra adepti a culti opposti no.
Da una parte – da esempio – troviamo un Ambientalismo portato fino all’Annientalismo, senza chiedersi se i progressi valgano i costi incrementali, o se le risorse usate non possano essere applicate più proficuamente altrove, in un perfezionismo di dettaglio che ha rinunciato, fideisticamente, a farsi domande …
… Dall’altra la fanno da padroni atteggiamenti negazionisti che – si parli di vaccino, di danni antropici all’Ambiente o di teoria dell’evoluzione– non possono essere basato nella cultura del 2000, non possono essere figli di Darwin, Newton, Fleming, Einstein e Crick ma possono solo avere le proprie basi in un clima che ricorda la caccia alle streghe di Salem
Le streghe di Salem … un episodio avvenuto solo una ottantina d’anni prima della Costituzione Americana: le une e l’altra fantasmi nella nebbia di un passato. Le prime riconosciute come un passato superato, l’altra ancora a guidare la politica di una nazione grande e potente.
L’effetto di tutto questo sono incomprensibili, dannosissime porte girevoli(vedi, nel caso della Protezione Ambientale, la posizione USA sugli Accordi di Parigi) o incredibili incesti fra Stato e Chiesa come l’importanza politica che l’aborto (fatto morale e personale) assume negli USA.
Decisioni guidate solamente da quale culto è al potere.
Come un faro che si accende o si spegne a seconda dell’umore del guardiano.
Oggi l’Ambiente va difeso ad ogni costo ed un rametto conta più di una vita umana, domani l’Ambiente non conta ed il fracking è la risposta a tutto … ieri la donna era padrona di sé stessa, oggi non più …
Una lotta fra Culti, con la conseguente morte per asfissia da mancanza di politica, di discussione, di costruttivo confronto: quella che è stata una grande Democrazia, una luce guida è ora una nazione ancora fortissima in termini materiali, ma che è fedelmente rappresentata da due vecchi, con poche idee ma confuse, che si scontrano in un dibattito fatto di nulla.
Un nano politico enormemente forte.
… come la Russia è un nano economico e morale estremamente armato.
E chi ha forza, ma non giudizio, uomo o nazione che sia, è pericoloso, per sé e per gli altri!
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Oggi crede nell’Europa: la ha vista come Italiano a capo dell’Olivetti in Scandinavia, Come DG delle attività italiane di una multinazionale francese, come Presidente, basato a Zurigo, di ABB Central Eastern Europe (l’ex blocco sovietico) e poi, in Finmeccanica, guidando una Joint Venture (Alenia Marconi Systems) 50% Finmeccanica e 50% British Aerospace.
E l’Europa, con tutti i suoi limiti, gli piace.