di Giuseppe Morabito
La Germania, paese di riferimento e traino di tutta la comunità europea - con buona pace della Francia -, ha un nuovo governo e agli analisti sembra chiaro che la politica estera e di sicurezza tedesca potrebbero cambiare marginalmente: i principi essenziali rimarranno generalmente gli stessi. Il patto di coalizione che si è formato a Berlino pare ben orientato in politica estera e di sicurezza, più di quanto alcuni si aspettassero e si baserebbe su un accentuato atlantismo (leggasi come massimo supporto alle politiche dell’ambito NATO). Il linguaggio su Russia e Cina Popolare è più fermo di quello dell'amministrazione Merkel, ma la nuova amministrazione cercherà anche di allentare le tensioni in e sull'Ucraina e l’atteggiamento preso nelle relazioni Washington - Berlino sembrerebbe meno “amichevole” del passato. Non c'è ancora nessuna decisione sul futuro del gasdotto Nord Stream 2 nonostante la "enorme pressione" per far fallire l’opera. Ci sarebbero, inoltre, profonde contraddizioni nella politica energetica tedesca e sulla sicurezza energetica. Berlino e il suo sistema economico sono alle prese con il rispetto degli impegni presi sul carbonio, pur mantenendo le forniture di energia in essere, senza diventare eccessivamente dipendente dalla Russia di Putin. Semplificando, potrebbe benissimo succedere che la Germania “non ce la possa fare ad andare avanti” senza il gas russo.
di Lucio Martino
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di Giuseppe Morabito
Democrazia e difesa dei diritti umani sono in “recessione” nel mondo e la “grande sfida del nostro tempo” è reagire ad un simile “arretramento”. Questo è quanto ha rimarcato il Presidente americano Biden al Summit for Democracy, vertice virtuale con 110 Paesi, rappresentati sia da capi di stato e governo sia da importanti membri della società civile.
Il vertice organizzato a Washington ha lo scopo di rilanciarne la leadership geopolitica e ha rimarcato sopra ogni dubbio che la Cina Popolare e la Russia ( che non hanno partecipato al vertice cosi come, logicamente, non stata invitata la Turchia) non sono due stati con leadership e governo e democratici.
Leggi tutto: La Democrazia Mondiale è In pericolo. Biden apre Il dibattito…
Forse no… ma meglio continuare a parlare della possibile crisi nell’Indo-Pacifico.
di Giuseppe Morabito
Per più di 70 anni, Taipei e Pechino hanno evitato di scontrarsi dopo che si erano separate
dal 1949, quando la guerra civile cinese, iniziata nel 1927, finì a seguito della vittoria dei comunisti e la conseguente ritirata dei nazionalisti a Taiwan.
Da quel momento lo Stretto di Taiwan, con una larghezza minima di 81 miglia, è divenuto un’area di contrapposizione continua ma mai di una guerra totale (sono state due ‘”crisi” nel 1954 e 1958 con bombardamenti di artiglieria). Negli anni che hanno preceduto la pandemia da “virus di Wuhan”, le relazioni nello Stretto sono state relativamente stabili e la contrapposizione raramente portata alla ribalta delle cronache internazionali se si esclude la crisi diplomatica del 1995 sulla teoria di “una sola Cina”. Nella speranza di persuadere i taiwanesi del buon esito di una eventuale unificazione, la Cina Popolare ha messo in piedi, negli anni, un’azione politica tesa alla "pacifica riunificazione", cercando di fortificare i rapporti economici, culturali e sociali con la Repubblica di Cina -Taiwan.
Leggi tutto: Si scaldano le acque nello Stretto di Taiwan?
di Giuseppe Morabito
Il Ministro degli Esteri russo, Sergey Lavrov, ha annunciato che la Federazione Russa da novembre sospenderà le operazioni della missione diplomatica presso la NATO e, conseguentemente, chiuderà gli uffici di collegamento NATO a Mosca.
Lavrov ha dichiarato che quanto messo in atto è la risposta all’espulsione da parte della NATO di otto membri della missione di Mosca a Brussels. “In risposta alle azioni della NATO, sospendiamo l’attività della nostra missione permanente presso l’Alleanza Atlantica, compresa quella del rappresentante militare”.
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