di Gianni Lattanzio
La minaccia di attacchi informatici si è diffusa in maniera crescente negli ultimi anni anche in ragione dell'ampio sviluppo di tecnologie digitali innovative e convergenti nel settore dell'ICT, disponibili al largo pubblico e facilmente accessibili a gruppi criminali e ad altri soggetti intenzionati ad agire per scopi diversi, spesso malevoli. Le conseguenze in termini di perdita o sottrazione di dati o di interruzione di servizi veicolati su reti pubbliche e private sono note a tutti. Gli attacchi più diffusi sono riconducibili all'utilizzo di ransomware (che prevedono il pagamento di un riscatto, spesso in bitcoins) per poter tornare in possesso dei propri dati o i cd. DDOS (distributed denail of service) ovvero un vero e proprio bombardamento di richieste di accesso ad un sito istituzionale fino a mandarlo in tilt e renderlo non più fruibile. Quest'ultimo tipo di attacco informatico è spesso condotto per finalità ideologiche o politiche (in senso ampio).
Leggi tutto: La cybersicurezza nella dimensione nazionale, europea e internazionale
di Annita Sciacovelli
A tre settimane dall'inizio del conflitto armato tra Russia e Ucraina sono sempre più incisivi e intensi gli attacchi informatici, tanto da portare gli analisti a configurare un nuovo e complesso tipo di guerra che vede i combattenti in prima linea sia con le armi convenzionali sia con i computer.
Di certo è la prima guerra che sta coinvolgendo il cyber spazio, che è il quinto dominio operativo militare, e nel quale i russi stanno implementando la c.d. ‘dottrina Gerasimov’, dal nome del Generale (capo di stato maggiore delle forze armate russe) che l’ha elaborata. È una strategia di ‘guerra ibrida’ in cui si combinano gli attacchi militari, tecnologici, diplomatici, economici e di informazione per raggiungere obiettivi militari strategici. Attualmente, vengono attuate operazioni cyber offensive e operazioni c.d. di influenza per demoralizzare e confondere il popolo ucraino e gli avversari occidentali.
Dal canto suo, anche la linea difensiva del governo ucraino si avvale del cyberspazio che ha pubblicato un elenco di obiettivi informatici di siti di enti governativi russi e ha invitato gli hackers da tutto il mondo a costituire un 'esercito informatico', la ‘IT Army’, con il placet del centro NATO di Tallinn. Pare che vi abbiamo aderito 300.000 persone, senza escludere la presenza di hacker russi.
Leggi tutto: Conflitto Russia/Ucraina: notizie dal fronte cyber.
di Liliana Ocmin
Dopo il 15 luglio, data entro cui sarà proclamato Pedro Castillo (Perù Libre) Presidente eletto del Perù.
Dobbiamo guardare con fiducia perché potrebbe rappresentare un’opportunità per un governo a vocazione di cambiamento sociale nel rispetto dello stato di diritto e dei diritti umani per una giustizia sociale, superare le tante diseguaglianze sociali che feriscono la dignità non solo dei tanti poveri ma anche di tutti i peruviani che amano il Perù anche se si trovano lontano.
Leggi tutto: Elezioni Perù 2021 “Che succederà con il Perù?”
di Fausta Speranza
Il mondo del diritto batte un colpo per il popolo birmano. E' stata ufficialmente annunciata la costituzione di un team di avvocati internazionali, tra i più stimati, per il monitoraggio del processo in corso nei confronti dei leader politici arrestati.
Informare il mondo di quello che accade a livello procedurale è già un passo in difesa di quella democrazia che il Paese del Sud est asiatico vede sfuggire ogni volta che sembra più a portata di mano.
Leggi tutto: Finisce sotto processo la fine della democrazia in Myanmar
di Fausta Speranza
Iniziano le operazioni di scrutinio per le elezioni che hanno chiuso una delle più sanguinose campagne elettorali in Messico, ma già gli exit poll hanno decretato il ridimensionamento del partito di Obrador. In attesa dei risultati definitivi, è utile riflettere su vari aspetti al di là del consenso espresso al presidente che tre anni fa aveva ottenuto quasi un plebiscito e che non è rieleggibile.
Nel Paese dell'America Latina a nord dell'Equatore, per il capo dello Stato, dopo il mandato di sei anni, non è prevista una seconda candidatura. Anche per questo non si deve ridurre ad un referendum su Andrés Manuel López Obrador, detto Amlo, il voto di mid-term più ampio di sempre: oltre 93 milioni di messicani sono stati chiamati alle urne domenica 6 giugno e lunedì 7 per il rinnovo del Congresso e di un numero mai così alto di autorità locali. In ballo c'erano 15 governatori dei 32 in ruolo nel Paese e 20.000 incarichi tra sindaci e presidenti di municipalità.
Leggi tutto: Messico a metà tra sconfitte e vittorie