Sostegno sociale e igiene

di Sonia Marino

31 agosto 1870 nasce Maria Montessori. Inutili le premesse sul personaggio, la conosciamo tutti. Era una scienziata, una innovatrice, una femminista.

La Montessori nacque nell’anno, e pochi giorni prima, della breccia di Porta Pia.  La sua è stata la prima generazione cresciuta nel Regno d'Italia.

Nata a Chiaravalle, per gli impegni lavorativi del padre, si trasferisce con la famiglia prima a Firenze e in seguito a Roma; qui compirà i suoi studi di medicina.

Frequenterà prima un paio di anni alla facoltà di Scienze, per poter ovviare all’ostacolo della mancanza della maturità classica, requisito indispensabile per l’accesso a Medicina; lei aveva un diploma tecnico.

La Roma in cui studia la Montessori è una città in rapida trasformazione.

scuola montessoriana americana visibile la zona per il lavaggio delle maniscuola montessoriana americana (visibile la zona per il lavaggio delle mani)A seguito dell’Unità d’Italia il volto della città era drasticamente cambiato. Duecentomila immigrati da sistemare frettolosamente e la vorace ingordigia degli speculatori portarono ad una sistematica lottizzazione, che determinò la distruzione di pregevoli strutture, come le monumentali ville Ludovisi, Massimo, Sciarra e tante altre, e alla nascita di nuovi quartieri “squallidi e insipidi”, come da perfetta definizione del Lanciani.

Tra questi il quartiere di San Lorenzo, privo di rete fognaria e dignitose infrastrutture, e caratterizzato da alloggi con rudimentali servizi igienico-sanitari.

La situazione precipita con la crisi edilizia innescata dal vacillante sistema di prestiti bancari che porta al fallimento le banche e al blocco delle costruzioni, di conseguenza molti edifici non vengono terminati.

All’inizio del novecento inizia un’opera di riqualificazione della zona ad opera dell’Istituto Romano di Beni Stabili. Oltre al risanamento igienico delle abitazioni diventa prioritaria la cura dei bambini nelle ore in cui le madri lavorano, e si decide di allestire delle scuole infantili negli stessi edifici. L’organizzazione di queste scuole è affidata alla già nota Maria Montessori.

All’inizio del 1907 si inaugura la prima “Casa dei Bambini” in Via dei Marsi 58.

Questa struttura costituiva un sostegno sociale per le madri e nel contempo uno strumento di educazione igienica, tra formazione ed informazione.

Infatti i genitori, per poterne usufruire, erano tenuti a tenere in ordine lo stabile. L’informazione era veicolata anche attraverso cartelli affissi nei cortili degli edifici, che riportavano scritte quali: “L’igiene dell’abitazione è la salute dei figli” o “Chi cura la casa cura sé stesso”.

Nel contempo gli stessi bambini erano un vettore informativo che influenzava le abitudini igieniche dei genitori, in quanto le attività montessoriane prevedevano 1931 copertina di TIME dedicata a Maria Montessori 1931 copertina di TIME dedicata a Maria Montessori anche di familiarizzare sin da piccoli con le pratiche di igiene personale, come il lavarsi le mani.

Informazioni e comportamenti che probabilmente vennero riportati in famiglia e assimilati, esattamente come oggi avviene per delle pratiche informative nei paesi in via di sviluppo, che in taluni casi per condizioni igienico-sanitarie e di istruzione potremmo assimilare all’Italia dell’epoca.

In questi paesi, oggi, alcuni studi hanno dimostrato che proprio attraverso gli studenti è possibile sensibilizzare e trasmettere delle basilari nozioni di prevenzione alla cittadinanza. I bambini sono in grado di diffondere i messaggi alla comunità, a partire dai loro genitori, che, generalmente, hanno un livello di accettazione dell’informazione proveniente dai loro figli piuttosto alta.

Ancora oggi il metodo Montessori prevede l’insegnamento precoce dell’igiene personale, a cominciare dal lavaggio delle mani. La motivazione nel tempo si è molto spostata sull’ottica di rendere il bambino sin da piccolo indipendente, ma in questo momento, in cui l’igiene nelle sue pratiche basilari è tornata prepotentemente alla ribalta, è una delle caratteristiche del metodo da tenere in grande considerazione.

D’altronde siamo in un periodo in cui molte cose devono essere ripensate, e forse dovremmo ispirarci al titolo della copertina del Time dedicata nel 1931 proprio alla Montessori: Rethinking the classroom.

La Montessori sviluppa inizialmente il suo metodo educativo per i bambini con disturbi mentali e solo in seguito lo rielabora per l’educazione di tutti bambini.

Alla base della sua teoria, l’assunto che i bambini e gli adulti si devono impegnare nella costruzione del proprio carattere attraverso l’interazione con l’ambiente.

Parte integrante del metodo è l’arredo, la sistemazione dei locali, i quali devono essere salubri e realizzati in modo che il bambino possa sentirli suoi, affinché si senta a suo agio.

La Montessori probabilmente era già arrivata all’inizio del ‘900 alle conclusioni di alcuni studi di sociologia e psicologia degli ultimi decenni, che hanno evidenziato una correlazione dell'ambiente e della forma sui comportamenti umani. Un ambiente bello, ben progettato, armonioso per linee e colori ed arricchito da materiali scelti con attenzione crea benessere; a maggior ragione l'ambiente scolastico.

Rendere l'ambiente scolastico e i suoi arredi adatti alle esigenze degli alunni migliora le condizioni psicofisiche degli stessi.

Attualmente si stima che nel mondo vi siano circa 65mila istituti e scuole Montessori. Nei Paesi Bassi un terzo delle scuole pubbliche sono montessoriane.

Concludo questo mio scritto, che vuole essere solo il primo da dedicare a questa figura e ad altre donne, con una breve storia sulla nostra illustre scienziata.

Qualcuno dice che il professor Sergi, noto antropologo di fine ‘800, con le parole di seguito riportate si riferisse alla sua allieva Maria Montessori:

Questa signorina, che comincia a passare per genio nella famiglia e fra le persone che la conoscono, ha ingegno medio e più basso dei giovani scolari suoi condiscepoli; assimila ciò che si porge o legge; è attenta e non manca mai, come a casa impiega tutte le ore di studio senza distrarsi; studia quindi più del doppio di uno scolaro della sua età [...], ma se s’interroga così da farle trovare una relazione non suggerita tra fatti che conosce, non sa rispondere, mentre rispondono facilmente giovani che studiano pochissimo e spesso anche assenti da varie lezioni. Come vedesi manca l’originalità, l’invenzione, e perciò il carattere geniale

Sergi, nel 1893, scrisse un articolo su un argomento allora molto in voga, ossia “esistono donne di genio?”.

Lo studioso indicava nell’infantilità il fattore caratterizzante del sesso femminile, e dunque non solo le donne non potevano essere di genio, ma neppure uguali agli uomini e, quindi, inferiori.

Sergi, nella sua disciplina è ancora una figura nota, ma oggi tra i non addetti ai lavori quanti sanno chi era il prof. Sergi?

Alcuni riferimenti:

Se vi sono donne di genio. Appunti di viaggio nell’antropologia dall’Unità d’Italia a oggi, a cura di Alessandro Volpone e Giovanni Destro-Bisol, Casa Editrice Università La Sapienza, 2011.

Case dei Bambini, Paola Trabalzini, in Le ricette di Maria Montessori cent’anni dopo. Alimentazione infantile a casa e a scuola, Roma, Fefè Editore, 2008.

The correlation between human health and the natural and constructed environment, Sonia Marino et al.,

in AHFE, 2008.

Sezione ricerca di Integronomia: http://www.integronomia.it/ricerca.html

27-08-2020
Autore: Sonia Marino
Architetto European Ergonomist
Presidente Integronomia
Ricerca e consulenza in ergonomia e sostenibilità - www.integronomia.it
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