di Rosa Musto 

I dati Unesco riportano che il 28 marzo 2020, all'inizio della primavera, 184 Paesi hanno chiuso le scuole, portando il 90% degli studenti del mondo a casa. Si è trattato di un miliardo e mezzo di bambini e ragazzi di tutto il pianeta che ha interrotto la frequenza scolastica!

In Europa solo Italia e Spagna hanno allora deciso di chiudere le scuole fino a settembre e, in Italia,  l'unica attività svolta in presenza è stata lo svolgimento dell'Esame di Stato delle scuole secondarie superiori.

Poi, da metà maggio scorso, in altri paesi europei, sono stati aperti con gradualità i battenti delle scuole, seguendo diverse regole di sicurezza sanitaria per ridurre i rischi come ad esempio il distanziamento fisico, la riduzione del numero di alunni per aula, le frequenti sanificazioni alle strutture, l'uso delle mascherine per diversi paesi, la suddivisione delle classi in due, l'alternarsi della didattica a distanza con quella in presenza, a seconda delle necessità.

Dopo marzo l’istruzione in presenza è ripresa in 77 Paesi e in altri la riprenderanno dopo la pausa estiva, a settembre.  Ma ci si chiede: rientrare a scuola è pericoloso?

A riguardo conforta uno studio realizzato su tre paesi Finlandia, Danimarca e Isralele, condotto e pubblicato dalla rivista Science, che dimostra come sia possibile ritornare a scuola, sempre adottando regole severe di sicurezza, perchè pare che i bambini si infettino raramente. In questi paesi, molte scuole hanno scelto di distanziare fisicamente gli studenti per prevenire la diffusione virale, facendo anche lezione all'aperto, quando e dove possibile. La Danimarca, il primo paese in Europa a riaprire le scuole, ha suddiviso i bambini in piccoli gruppi e ha creato delle condizioni logistiche per dare a quei gruppi più spazio e aria fresca possibile. In Finlandia si sono mantenute le normali dimensioni delle classi, ma sono stati impediti gli incontri tra esse. In Israele è stato difficile attuare il distanziamento sociale e sono state applicate per tutti e obbligatoriamente le mascherine. Lo studio di Science evidenzia come l'uso delle mascherine sia di grande utilità per un rientro a scuola in sicurezza, consente di rallentare la diffusione del virus covid19.

Quindi, la riapertura delle scuole è dunque possibile, a patto che si adottino le regole di sicurezza sanitaria stabilite così come ci invita la lettera aperta e firmata da oltre 1.500 membri del "Royal College of Paediatrics and Child Health". Questo documento sottolinea la gravità di continuare a tenere chiuse le scuole, fatto che lascerebbe segni negativi indelebili per un’intera generazione. Lettera a cui Jennifer Couzin-Frankel, Gretchen Vogel, Meagan Weiland, si sono collegate in un loro recente articolo, evidenziando come le persone di età inferiore ai 18 anni abbiano una probabilità compresa tra un terzo e la metà degli adulti di contrarre il virus e, il rischio è ancora più basso per i bambini più piccoli. Osservano poi che la questione che l'età più giovane riduca il rischio di infezione e trasmissione sia ancora oggetto di studio. Le autrici presentano che al momento, i bambini di età inferiore agli 11 e 12 anni evidenziano un rischio di contagio molto basso, mentre gli studenti delle scuole superiori risultano essere leggermente più contagiosi.

Seppure è vero che i focolai nelle scuole saranno in futuro probabilmente inevitabili, in quanto l’apertura delle scuole può modificare la proporzione dei contagi rispetto all’età, provocando un aumento dei casi tra i bambini, comunque Otto Helve, infettivologo e pediatra dell’Istituto per la salute finlandese, ritiene che i benefici della frequenza scolastica sono da ritenere superiori ai rischi e che l'apertura delle scuole va realizzata soprattutto nelle località dove i tassi di infezione della comunità risultano bassi. Importante e da non sottovalutare, sono i suddetti benefici che un ritorno a scuola comporta e che vanno oltre il mero apprendimento e si riferiscono ad altri aspetti, come la garanzia di giustizia sociale  in favore delle famiglie a basso reddito, con l'offerta del pasto delle mense scolastiche ai loro figli e  la serenità ambientale, per quei  bambini che  vivono in un clima familiare non sereno, anche a rischio di abusi.

Alla domanda cosa fare se a scuola scoppia un focolaio? Chiudiamo la classe? Si chiude tutta la scuola? Sulla questione non c'è ancora una risposta risolutiva e pare si attendano a riguardo i risultati di due studi in corso in Germania e nel Regno Unito. L’incertezza è infatti dovuta soprattutto dalla carenza di dati su quanti casi asintomatici si sviluppano nel momento in cui sono accertati i contagi.

La riapertura delle scuole mette in allerta non solo gli studenti, ma anche gli insegnanti, i familiari e la comunità in generale. Molti insegnanti e dipendenti delle scuole sono molto preoccupati all’idea di tornare a lavoro in sede. In una serie di studi condotti nei distretti scolastici degli Stati Uniti, fino a un terzo del personale ha dichiarato che preferirebbe restare a casa. Science non ha trovato molti riscontri a proposito di decessi o forme gravi di covid-19 tra il personale scolastico, ma i dati sono ancora carenti e gli studi proseguono.

In Italia, dal primo settembre le scuole riapriranno e le lezioni potranno iniziare dal 14 settembre. Le Linee guida presentate a fine giugno dal Ministero dell'Istruzione riportano proposte con soluzioni flessibili, che si potranno adeguare di volta in volta a ogni diversa situazione specifica, di ogni singola Istituzione scolastica. Le scuole saranno dotate di prodotti igienizzanti, saponi e tutto quanto servirà per assicurare la sicurezza di alunne e alunni e del personale. Le linee guida invitano all'adozione di una didattica meno frontale e più laboratoriale, in piccoli gruppi e non necessariamente in classe, ma in spazi diversi, riuscendo così a coniugare la necessità di distanziamento con l’innovazione. Viene favorito l’acquisto di nuovi arredi e la didattica digitale potrà essere integrata con quella in presenza solo  nella scuola secondaria superiore.

Il Comitato tecnico-scientifico si è riservato di poter rivalutare, a ridosso della ripresa scolastica, la necessità dell’obbligo dell'uso della mascherina, sulla base dei dati che vengono registrati costantemente sul contagio  in atto, su scala nazionale e regionale.

In Italia, “Presenza” e “Sicurezza” sono le parole chiave di riferimento per l'elaborazione di tutti i suggerimenti e le indicazioni delle linee guida elaborate con attenzione, per garantire una serena riapertura delle scuole e con l'augurio a tutti di un buon nuovo anno scolastico.

30-07-2020
Autore: Rosa Musto
Sociologa dell'educazione
meridianoitalia.tv

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