di Romeo Giuseppe Lisciani e Corrado Cutrufo

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) da tempo ha inserito l’eparina nell’elenco dei farmaci essenziali riconoscendole il merito di farmaco nell’attività  anticoagulante . Somministrata  precocemente previene la formazione  dei trombi nei vasi sanguigni. Prevenendo  così gli effetti negativi della congestione polmonare. Questa sua capacità  è stata riconosciuta da  oltre 80 anni rientrando a pieno titolo nella profilassi e  terapia delle trombo embolie. 

La prima segnalazione dell’attività anticoagulante di questa sostanza risale al secondo decennio del 1900 (Doyon, 1912), anche se all’inizio questo effetto non fu attribuito ad una molecola specifica, bensì ad una “frazione anticoagulante” isolata dal fegato del cane (McLean, 1916). La purificazione della “frazione anticoagulante” è merito di Howell (1916), il quale le diede anche il nome attuale, eparina, alludendo alla sua origine dal fegato. Il suo potenziale clinico nella profilassi e nella cura delle trombo embolie venne definitivamente riconosciuto nel 1920, quando iniziò anche la sua produzione industriale (Mulloy et al., 2016).

In questi mesi, nei quali si è conclamata l’epidemia da COVID-19, è stato accertato che esisteva una percentuale oscillante tra il 15% ed il 19%, che sviluppava una sintomatologia grave, in alcuni casi mortale. In questi soggetti, a parte la polmonite interstiziale, i segni più marcati sono: l'insufficienza respiratoria acuta e la sepsi cioè infezione generalizzata (per una rassegna sull’argomento vedi Capuano, 2020; Wu and McGoogan, 2020). Inoltre è stato dimostrato che tra le cause della sequela di eventi responsabili dell’evoluzione “maligna” dell’infezione da coronavirusCOVID-19, è stata riconosciuta la formazione di trombi nei piccoli vasi, sia venosi che arteriosi e l’attivazione delle piastrine, cellule del sangue che aggregandosi danno inizio alla formazione di trombi. Sulla base di queste osservazioni, si è pensato che la somministrazione precoce di eparina, prevenendo la formazione di trombi nel microcircolo polmonare, abbia conseguentemente un effetto favorevole sulla congestione polmonare e l’insufficienza respiratoria acuta, ossia le cause principali delle morti da COVID-19. I risultati di studi clinici ad hoc hanno riportato una riduzione della mortalità nei malati gravi di COVID-19 (Bikdeli et al., 2020; Tang et al., 2020). Per questo motivo, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha raccomandato l’impiego di eparina nei malati di COVID-19 per la prevenzione delle tromboembolie.

L’eparina è un farmaco non comune, con diversi effetti biologici che, in aggiunta a quello antitrombotico, contribuiscono alla sua efficacia terapeutica nei pazienti COVID-19. In primo luogo, possiede una potente azione antinfiammatoria, ricollegabile alla capacità di bloccare l’attivazione di cellule che promuovono la reazione infiammatoria, come i mastociti, ed all’inibizione del rilascio di citochine pro-infiammatorie, come IL2, IL4, IL5, IL6 e tumor necrosis factor (TNFα). Il rilascio di citochine pro-infiammatorie è un importante fattore patogenetico nello sviluppo eparina 1dell’insufficienza respiratoria grave (SARS); la violenta reazione infiammatoria causata dal rilascio massiccio di questi mediatori o “cytokine storm”, può predisporre i pazienti ad eventi trombotici o tromboembolici, inclusa la coagulazione intravasale disseminata (Shi et al., 2020). Va inoltre aggiunto che l’eparina stabilizza la membrana delle cellule endoteliali dei vasi del microcircolo polmonare, limitando così il danno polmonare acuto causato dal COVID-19 (Mu et al., 2018). Un altro aspetto dell’infezione da COVID-19 pericoloso per la vita è la sepsi, causata dall’interazione negativa tra infiammazione e coagulazione intravasale (Mikkelsen et al.,.2013) Anche in questo caso, la potente azione antinfiammatoria ed antitrombotica dell’eparina ha un effetto favorevole, come mostrano gli studi clinici disponibili. (Li and Ma, 2017).

In conclusione, gli effetti biologici dell’eparina nell’infezione da COVID-19 non sono limitati alla sola attività anticoagulante, ma hanno diverse implicazioni terapeutiche, come :

  • l’effetto antinfiammatorio contribuisce ad abbassare i rischi di formazione di trombi a livello del micro circolo polmonare;
  • l’inibizione del rilascio di citochine pro infiammatorie attenua gli effetti della tempesta citokinica e, quindi, previene lo sviluppo della sindrome tromboembolica e della trombosi vascolare disseminata.
  • l’effetto anti trombotico e l’inibizione della stasi circolatoria a livello polmonare, migliorano il quadro clinico della sepsi o infiammazione generalizzata .
  • Sulla base dei dati passati in rassegna, appare evidente che l’eparina si presenta come un farmaco versatile, con diverse attività farmacologiche tutte di grande utilità nel trattamento dei pazienti con COVID-19.

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Riferimenti bibliografici

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12-05-2020
Autore: prof Romeo Giuseppe Lisciani
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Autore: prof Corrado Alberto Cutrufo
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