di Clara Salpietro
Il tanto atteso verdetto della Corte suprema israeliana è arrivato nella serata di mercoledì 6 maggio e ha scongiurato il ritorno alle urne - il quarto - per i cittadini d'Israele. I giudici hanno stabilito che non vi sono giustificazioni legali per impedire a Benjamin Netanyahu, in stato di accusa, di ricoprire l'incarico di primo ministro. Approvato quindi l'accordo di coalizione tra Netanyahu, premier uscente e leader del Likud, e Benny Gantz, leader di Blue and White ed ex capo dell'esercito. Il nuovo governo presterà giuramento il 13 maggio.
L'intesa tra i due si era concretizzata il 20 aprile sotto forma di "governo di emergenza nazionale" giustificato dalla pandemia da Covid-19 che ha colpito Israele, così come il mondo intero. A questo accordo si è arrivati dopo tre elezioni nell'arco di un anno. Tutte e tre le tornate elettorali avevano decretato il testa a testa tra i due maggiori partiti del paese, il Likud e Blue and White (Kahol-Lavan in ebraico).
/>In base all'accordo, Benjamin Netanyahu, primo ministro uscente, rimane in carica per altri 18 mesi, fino a ottobre 2021. Dopo toccherà a Benny Gantz, leader di Blue and White, che intanto ricoprirà la carica di vice primo ministro e ministro della Difesa, con potere di veto su gran parte delle questioni legislative e politiche. Gantz adesso lascerà la presidenza della Knesset a Yariv Levin del Likud. La staffetta di Primo Ministro avverrà 'automaticamente' allo scadere dei 18 mesi.
Per i primi sei mesi la coalizione si concentrerà sulla lotta contro la pandemia e non approverà una legislazione importante che non riguarderà la crisi dovuta al coronavirus. L'unica eccezione sarà l'iter per l'annessione degli insediamenti israeliani in Giudea e Samaria, come previsto nel Piano di pace degli Stati Uniti, annessione che sarà sottoposta ad approvazione della Knesset il 1° luglio.
Come stabilito nell'accordo, Netanyahu avrà potere di veto sul nuovo procuratore generale e la sua squadra e dal momento che è stato concordato che non ci saranno nuove nomine di peso durante l'emergenza coronavirus, l'attuale procuratore di Stato Dan Eldad resterà in carica solo per i prossimi sei mesi. A fine maggio dovrebbe iniziare ufficialmente il procedimento contro Netanyahu accusato di corruzione. Lui si proclama innocente e vittima di una campagna di "caccia alle streghe".
Rientra nell'intesa che: non ci sarà nessuna modifica alla legge sullo Stato-Nazione, il vice premier possa restare in carica anche se incriminato e avrà una residenza ufficiale.
I due leader politici dopo aver raggiunto l'accordo hanno dichiarato che "promuoveranno accordi di pace con tutti i vicini dello Stato d'Israele e promuoveranno la cooperazione regionale in varie aeree affrontando la crisi del coronavirus".
I primi a protestare contro questo accordo erano stati gli elettori di Benny Gantz che si erano sentiti traditi dall'alleanza stretta all'ultimo minuto con Netanyahu. Un tradimento non solo per loro, ma anche per influenti membri del partito Blu e Bianco, come Yar Lapid e Moshee Yaalon.
Però se da un lato Gantz ha perso qualche frangia del suo partito, dall'altro qualche settimana fa il governo ha incassato l'appoggio dei laburisti, che hanno votato a favore della scelta del suo attuale leader Amir Peretz di entrare nell'esecutivo. Peretz dovrebbe diventare ministro dell'Economia e il suo vice Itzik Shmuli responsabile del lavoro nel gabinetto di Netanyahu.
Netanyahu è al suo quinto mandato da premier ed è definitivamente entrato nella storia come il primo ministro più longevo nella storia di Israele, al Governo ininterrottamente dal 2009. In politica estera in questi anni è riuscito a mantenere buoni rapporti non solo con l'alleato di sempre: gli Stati Uniti ma anche con la Russia, mettendo sempre al primo posto la “sicurezza e gli interessi nazionali”.
Si vocifera che sarà lui il prossimo presidente dello Stato d'Israele, andrà a prendere il posto dell'attuale presidente Reuven Rivlin il cui incarico scade a luglio 2021.
L'accordo tra Netanyahu e Gantz è nato con la benedizione del Presidente degli Stati Uniti Trump, anzi proprio alla Casa Bianca forse erano state poste le basi dell'intesa e questo agli analisti non è sfuggito, e non solo a loro. A fine gennaio Benjamin Netanyahu e Benny Gantz vanno a Washington invitati da Donald Trump per discutere e subito dopo pubblicare il piano di pace per il Medio Oriente.
Trump li ha incontrati separatamente e si sa poco di quanto è stato detto nei colloqui privati, ma probabilmente è stata concepita negli States l'idea di un accordo tra i due, poi trasformata - a causa del coronavirus - in governo di unità nazionale per gestire l'emergenza. Idea che ha poi preso forma in Israele anche con la mediazione del presidente Rivlin e la buona volontà, anche strategica, di Netanyahu e Gantz di smussare gli angoli dei punti su cui erano in disaccordo.
Il sito web Ynetnews.com, sempre il 6 maggio, ha dato la notizia che il segretario di Stato americano Mike Pompeo arriverà in Israele mercoledì 13 maggio, giorno del giuramento ufficiale del governo, per incontrare il primo ministro Benjamin Netanyahu e il leader di Blue & White Benny Gantz. “Secondo fonti - riporta il sito di notizie -, l'incontro si concentrerà sul piano di pace degli Stati Uniti e si svolgerà prima del giuramento del nuovo governo”.