di Aicha Bouazza
La situazione conflittuale nel Sahara Occidentale (per noi marocchini è Sahara Marocchino) potrebbe essere alla vigilia di una soluzione che consenta non solo una cessazione delle ostilità ma anche un rilancio dello sviluppo ed un progresso economico e sociale in tutto il Regno del Marocco.
Il termine del conflitto con il Polisario, che certamente ha subito influssi di interesse coloniale, potrebbe vedere il suo termine naturale attraverso una soluzione pacifica e concordata quale quella implicita nel discorso pronunciato dal Re, in occasione del 20 ° anniversario dell'ascesa al trono, nonché in quello pronunciato in occasione del 66 ° anniversario della Rivoluzione del Re e del popolo. Il sovrano, Re Mohammed VI, ha infatti insistito sulla necessità che il Regno del Marocco possa adottare “un nuovo modello di sviluppo” e definire nuove linee guida per il futuro.
I punti salienti della riforma sono stati delineati sin dal 2015 quando il Marocco ha adottato una nuova divisione regionale proposta dalla Commissione consultiva sulla regionalizzazione (RCC) e poi approvata dal parlamento e dal consiglio di governo con il duplice obiettivo di promuovere l'emergere di consigli democratici regionali che abbiano le prerogative e le risorse adeguate per sostenere la conduzione delle dinamiche di sviluppo economico e sociale di competenza delle regioni.
Pertanto, secondo principi di efficienza, omogeneità, proporzionalità, equilibrio, accessibilità e prossimità e con l’obiettivo di costituire regioni più coerenti e competitive, il numero delle regioni è passato da 16 a 12.
I Capoluoghi, le Prefetture e le Province che le compongono sono elencati nella tabella sottostante:
Questa ristrutturazione è funzionale a una politica pubblica di regionalizzazione dello Stato del Regno del Marocco volta a combattere la povertà ed a stabilire un equilibrio economico tra le diverse regioni che potranno essere più autonome e, d'ora in poi, responsabili della amministrazione e dello sviluppo economico, sociale, culturale e ambientale.
L’ iniziativa si basa su una serie di capisaldi e regole che definiscono le caratteristiche di autonomia dal Regno del Marocco proposte dal Re e dal Governo e che possono essere classificate come:
Amministrative
Saranno i residenti di ciascuna regione ad esercitare l'amministrazione locale, la polizia locale e tutto ciò che riguarda i tribunali della regione.
Economiche
La popolazione si occuperà, ovviamente attraverso opportuni organi, di tutto ciò che condiziona o stimola lo sviluppo economico, la pianificazione economica regionale, la promozione e l’attrazione degli investimenti nei settori commerciale, industriale, turistico ed agricolo così come nella gestione e la creazione delle infrastrutture: reperimento dell’acqua, impianti idrici di distribuzione, produzione e dispacciamento dell’energia elettricità, lavori pubblici e trasporti.
Sociale
L’autonomia, seguendo analoghi esempi italiani (Trentino alto Adige, Val d’Aosta, Sicilia e Sardegna) o Spagnoli (Catalogna, Pais Vasco, Galizia) sarà particolare per gli abitanti del Sahara Occidentale (per noi marocchini è Sahara Marocchino) nel quale provvedimenti speciali riguarderanno la creazione di alloggi, e cure speciali per l’istruzione e la cura della salute.
Particolari investimenti e iniziative riguarderanno lo stimolo all' incremento dell’occupazione, lo sviluppo dello sport e della partecipazione sportiva. La regione godrà di strumenti opportuni di sicurezza sociale affiancati da attive iniziative di assistenza sociale e di stimolo allo sviluppo culturale.
Le particolari caratteristiche della situazione del Sahara Occidentale (per noi marocchini è Sahara Marocchino) verranno affrontate attraverso la gestione dell’amministrazione nell'ambito dell'autogoverno speciale con la creazione di un parlamento regionale per l'autonomia del Sahara composto sia da membri eletti dalle varie tribù saharawi che da membri eletti a suffragio universale diretto dall'intera popolazione della regione.
La funzione esecutiva del governo locale, sarà esercitata da un capo di Governo eletto dal parlamento regionale, ma nominato dal Re, e quindi al contempo Capo eletto localmente e rappresentante dello stato marocchino in quell'organo.
Il parlamento e la corte suprema regionali del Sahara sono naturalmente tenuti a far si che le leggi regionali siano conformi alla Costituzione del Marocco e non violino leggi e le deliberazioni del Consiglio supremo e del Consiglio costituzionale del Regno del Marocco.
Nel campo dei diritti umani, La popolazione della regione del Sahara godrà di tutte le garanzie previste dalla Costituzione del Marocco in materia di diritti umani secondo quanto accettato a livello internazionale e suggerito dall’ONU.
La vasta portata della riforma manifesta l'intenzione chiara ed esplicita del Marocco, che si impegna a rivedere la sua costituzione e includere il sistema di autogoverno nei suoi articoli, di mettere in atto una soluzione politica, negoziata e democratica al conflitto sul Sahara, una soluzione che rispetti la legittimità internazionale e la volontà del popolo del Sahara ed eviti ulteriori conflitti e rapporti tesi nella regione.
Il progetto marocchino si compone di 35 articoli, che offrono ampie garanzie a quanto emerso dai negoziati ed in particolare:
Nell’articolo ottavo si stabilisce che il sistema di autogoverno, una volta emerso dai negoziati, sarà soggetto a "una consultazione referendaria della popolazione interessata, in conformità con il principio di autodeterminazione e le disposizioni della Carta delle Nazioni Unite. "
Nell’ articolo dodicesimo si prevede che la regione abbia un'amministrazione locale, una polizia locale e persino tribunali regionali.
Nell’ articolo quattordicesimo si riafferma l’unità del Regno del Marocco che mantiene i poteri esclusivi di sovranità, e cioè la bandiera, l'inno nazionale e la moneta, le competenze costituzionali e religiose del Re, quale Comandante dei Fedeli e garante della libertà di praticare riti religiosi, di godere delle libertà individuali e collettive.
Il Re e lo Stato sono anche titolari della sicurezza nazionale, della difesa esterna, dell’integrità territoriale, delle relazioni estere e del sistema giudiziario del Regno.
L’articolo 22 garantisce esplicitamente l’autonomia del Sahara che avrà, come ricordato in precedenza, un Parlamento composto sia da "membri eletti dalle varie tribù saharawi, sia da membri eletti a suffragio universale diretto dalla intera popolazione della regione".
Le etnie saranno quindi ben rappresentate tanto nel Parlamento regionale che nell’elezione del Primo Ministro.
Mentre l’elezione del Premier regionale spetta al relativo Parlamento sarà il Re a nominarlo sancendo così la sua autorità centrale, l’entità dell’autonomia locale e la responsabilità del Premier sia verso la Regione che lo elegge che verso lo Stato che lo nomina.
Ai sensi del medesimo articolo, il Parlamento regionale potrà, creare tribunali che dirimeranno le controversie concernenti le problematiche legate all'autonomia del Sahara.
Le sentenze di questi tribunali saranno assunte in piena indipendenza e, tuttavia, in nome del Re.
Nell'articolo 29 della proposta, il Governo si è impegnato a rivedere "la Costituzione Marocchina e incorporarvi un sistema di autogoverno anche per le altre regioni, al fine di garantire la stabilità dello Stato conferendo le autonomie in un contesto normativo che sia più adeguato ai tempi e contribuisca al rafforzamento del Regno".
L’articolo 30 prevede norme atte ad integrare pienamente i rimpatriati, garantendo loro dignità e sicurezza e la protezione dei loro beni.
Il Regno del Marocco è persuaso che questa iniziativa basata sull’autodeterminazione, sull’espressione libera, democratica e moderna, in modo conforme alla riconosciuta legittimità internazionale, alla promozione dei diritti umani, in quanto universalmente riconosciuti e sanciti dalla Costituzione del Regno, rappresenti una ottima base di confronto per una trattativa basata sul dialogo, la negoziazione e il consenso.
La riforma condurrà alla costruzione di una società democratica modernizzata basata sui principi dello Stato di diritto, delle libertà individuali e collettive e dello sviluppo economico e sociale.
La prospettiva è un'iniziativa che promette la costruzione di un futuro migliore per la popolazione della regione, che metterebbe fine alla sofferenza dovute ai contrasti e favorirebbe il rientro degli esiliati e aiuterebbe a raggiungere la riconciliazione.
Il Regno del Marocco, attraverso questa iniziativa, garantisce a tutti i saharawi, in patria o all'estero, il loro status dignitoso e il loro pieno ruolo nei vari organi e istituzioni dell'organizzazione, liberi da ogni discriminazione o esclusione.
Da questo punto di vista, gli abitanti del Sahara gestiranno democraticamente i propri affari da soli attraverso organi legislativi, esecutivi e giudiziari che godono di poteri esclusivi.
Avranno anche le risorse finanziarie necessarie per sviluppare la regione in tutti i campi e per contribuire efficacemente alla vita economica, sociale e culturale del Regno.
La recente apertura diplomatica degli Stati Uniti verso il Regno del Marocco ed ancor più lo scambio di rappresentanze diplomatiche tra il Marocco ed Israele testimoniano la rilevanza delle riforme in atto nel Regno alle quali gioverebbero molto una politica di sostegno dell’Ue e particolarmente dell’Italia.
È importante che l’Italia e l’Ue sostengano il Marocco nel portare avanti il processo di coesione territoriale.
Sarebbe importante che sostenessero pienamente la serietà del piano di autogoverno, autonomia del Regno del Marocco, anche perché il Marocco sta attraversando importanti trasformazioni qualitative visto che più di 22 Paesi ad oggi hanno aperto i loro consolati nelle città del sud del Marocco città di Laayoune e Dakhla.
È un appello a unirsi a questi sforzi e sostenere il Marocco attraverso l'autogoverno.
I Paesi europei dovrebbero passare da un atteggiamento di “confort” a quello di “impegno” in questa nuova dinamica e anche accelerare il processo di dialogo al fine di porre fine a questo conflitto sul Sahara Occidentale, in territorio marocchino.