di Bruno Acconciaioco

“Ogni giudice e ogni pubblico ministero incontreranno, nella loro lunga carriera, migliaia di cittadini: come imputati, come parti offese, come testimoni, come attori o convenuti. Naturalmente non ricorderanno quasi nessuno di queste persone.

Ma ciascuna di queste persone ricorderà quell’incontro come una esperienza esistenziale indimenticabile. Indipendentemente dal fatto che abbia avuto torto o ragione, ricorderà e giudicherà il suo giudice, ne valuterà l’equilibrio o l’arroganza, il rispetto o il disprezzo per la persona, la capacità di ascoltare le sue ragioni oppure l’ottusità burocratica, l’imparzialità oppure il pregiudizio, il senso di umanità oppure l’inerzia e l’insensibilità.
Ricorderà, soprattutto, se quel giudice gli ha fatto paura o gli ha suscitato fiducia.

Solo in questo secondo caso ne avvertirà e ne difenderà l’indipendenza come una sua garanzia, cioè come una garanzia dei suoi diritti di cittadino. Altrimenti, possiamo essere certi, egli avvertirà quell’indipendenza come il privilegio di un potere odioso e terribile” (cit. da Luigi Ferrajoli)

La Corte dei conti svolge, sin dalla legge istitutiva 14 agosto 1862 n. 800, funzioni giurisdizionali in materia di giudizi di conto (giudizio sui conti dei c.d. agenti contabili) e di responsabilità dei contabili ed altri agenti pubblici per i "valori" perduti per loro colpa e negligenza. L’art. 103 della Costituzione assegna quindi alla Corte la giurisdizione nelle "materie di contabilità pubblica".
La Corte dei conti è competente a giudicare agenti contabili, amministratori e funzionari pubblici, per tutte le vicende comunque concernenti la gestione di risorse pubbliche (in senso ampio). Inoltre, la Corte ha la giurisdizione nella materia delle pensioni civili, militari e di guerra.
Ma questa Corte, molto meno conosciuta dai cittadini rispetto alla giustizia ordinaria da chi è composta, come funziona? Le problematiche emerse a seguito dello scandalo Palamara riguardano anche la Corte dei conti? Il maxiemendamento Cartabia porta delle soluzioni anche alle mancanze denunciate presso la Corte dei conti?
• Min. 35:20: Dott. Vittorio Raeli (Magistrato della Corte dei Conti dal 1993, nel 2019 è stato promosso Presidente di Sezione, attualmente ricopre la funzione di Procuratore Regionale della Basilicata. Ex componente del Consiglio di Presidenza della Corte dei conti, organo di autogoverno della magistratura contabile), risponde ad alcune domande sulla riforma Cartabia dell’ordinamento e giustizia contabile.

  Quale è la situazione in definitiva della magistratura contabile? Pensa possa assomigliare o meno, sotto il profilo delle criticità, alla magistratura ordinaria?

“Io ho fatto, come è stato detto da chi mi ha presentato, un'esperienza nell'organo di autogoverno negli anni 90. Bene, le logiche degli organi di autogoverno che io poi ho studiato perché mi interessa la materia dell'ordinamento giudiziario, perché lo considero il fattore strutturale dell'esercizio dell'attività giudiziaria, naturalmente non tutto, come dirò nel tempo che mi è stato assegnato si risolve in una riforma dell'ordinamento giudiziario. Perché, secondo me, c'è un problema di cultura della giurisdizione e vi dirò anche come la vedo io, appunto questa cultura della giurisdizione, che dovrebbe unire avvocatura e magistratura”.

realiDott. Vittorio Raeli

• Cosa intende per criticità? Quali sono i principali problemi che affliggono la magistratura?

“Per ritornare appunto a quello che stavo dicendo prima, diciamo che le criticità che hanno riguardato il Consiglio superiore della magistratura riguardano anche il Consiglio di Presidenza della Corte dei conti, sia pure in misura molto più ridotta ovviamente. Tenete presente che l'organico della magistratura contabile è intorno alle 630 unità; quindi, capirete è un organico molto più ridotto, ma i problemi sono sempre gli stessi.

I problemi della gestione del personale di magistratura si sentono soprattutto quando si salgono i livelli possiamo dire della carriera magistratuale. Perché, per quanto concerne i posti di funzione, parlo di naturalmente di magistrati che già entrano con uno sviluppo di carriera più avanti dei magistrati ordinari, diciamo che la situazione tutto sommato anche se c'è un peso notevole della valutazione discrezionale, diciamo che non crea particolari problemi.

I problemi si sentono, come per la magistratura ordinaria in misura molto più incisiva, allorquando parliamo di nomine incarichi direttivi o semi direttivi. Ora in tenete presente che un po’ per un aumento del numero dei posti di presidenti di sezione da noi gli incarichi oramai sono solo direttivi. Faccio un esempio concreto io sono procuratore della Corte dei conti, ma ho la qualifica di presidente di sezione è quasi un’antinomia per un magistrato ordinario. Perché ho una qualifica presidenziale, ma svolgo funzioni requirenti. Questo poi è il frutto di un aumento di posti di presidente di sezione, mentre il procuratore della Corte dei conti poteva essere, anzi era normalmente un consigliere della Corte dei conti. Vabbè grado più o meno equiparato a quello di Cassazione. Quindi era possibile considerarlo un incarico semi direttivo, ora non lo è. Quindi noi praticamente siamo balzati tutti ad incarichi direttivi, incarichi semi direttivi, possiamo dire, non esistono più. Ve ne sono forse, se sono inquadrabile così nell'ambito delle sezioni di controllo, quelle regionali.

 Ora, il problema è sempre quello della valutazione discrezionale, perché già hai il CSM, ma la Corte dei conti lo aveva fatto più o meno nello stesso periodo di tempo ha rinunciato a far prevalere la anzianità. E nell'intervento del collega Picardi all'inizio si è fatto un ventaglio di opzioni, cioè purché il legislatore lo scelga e sta bene in definitiva un sistema anziché un altro”.

• Lei ha parlato di incarichi, di valutazione e di organizzazione degli Uffici. È possibile migliorare in concreto la produttività di un Ufficio Giudiziario? E Come?

“A mio avviso invece i problemi della magistratura, quantomeno della lottizzazione correntizia, delle nomine ai posti direttivi e semi direttivi nascono proprio con l'abbandono del criterio dell'anzianità.
Il criterio dell'anzianità andava mantenuto, sia pure temperato, perché anche l'applicazione pura del criterio dell'anzianità non aveva dato buoni risultati nel passato.
Doveva essere temperato con la discrezionalità che doveva, non essere dettagliata nella maniera che è stata fatta dal Consiglio superiore magistratura con quel testo unico sulle dirigenze, ma doveva essere a maglie ampie, ma si doveva valere valorizzare le capacità organizzative dei dirigenti degli uffici.

Nel mio piccolo, quando ho assunto le funzioni di procuratore ho cercato di riorganizzare l'ufficio, di snellire certi processi che appesantivano; quindi, credono di aver fatto un buon lavoro dopo una dopo due anni, perché c'è stata la pandemia di mezzo che ha rallentato di molto, ma guardare che essere un buon dirigente appunto non significa essere soltanto preparati.
Il concorso è già una garanzia di per sé sulla preparazione, significa attivare delle misure che rendano più tempestiva, più rapida la risposta dell'ufficio giudiziario alle esigenze che provengono dalla società.

Dico un'ultima cosa a questo punto su come uscire da una situazione che è un vero e proprio impasse istituzionale, anche se devo ricordare che il la il pacchetto di emendamenti del ministro Cartabia sicuramente sarà falcidiato durante l'iter parlamentare. Credo che tutti ricordiamo le dichiarazioni di Draghi all'uscita del Consiglio dei ministri, in definitiva si è trovato un accordo di massima che inevitabilmente sarà stravolto. Queste sono le previsioni. Ora che cosa avverrà non è dato sapere. Io però dei di questi emendamenti vorrei almeno salvarne uno: quello sull'accesso alla magistratura ordinaria, perché ovviamente si parla di ordinamento giudiziario della magistratura ordinaria, tranne che per il fuori ruolo per incompatibilità che riguarda anche i magistrati amministrativi e contabili”.

• A proposito di accesso alla magistratura. Cosa ne pensa?

“Ora l'accesso alla magistratura si ritorna al vecchio sistema in definitiva al sistema dell'accesso dopo la laurea. A questo perché si è arrivati? Non credo sia stato frutto di un colpo di mano. Perché purtroppo le scuole di specializzazione per le professioni legali non hanno funzionato. È bene dirlo. E guardate io sono docente da diversi anni, ne ho fatte diverse di scuole: Catanzaro, Lecce, Bari. Attualmente dove un incarico che devo ancora svolgere. C'è qualche cosa che non va nella scelta del corpo docente che si riflette inevitabilmente sul tipo di preparazione che viene erogato a chi frequenta questa scuola.

Quindi è evidente che si è trattato di un fallimento e se si sceglie di ritornare al vecchio sistema probabilmente perché il sistema delle SSPL non ha funzionato. Io credo che ancora adesso il sistema di accesso a con la laurea sia un ottimo sistema, credo che l'esperienza passata della laurea, per intenderci, no non abbia comportato eccessivi problemi per la formazione di un magistrato. Io preferisco onestamente questo sistema, perché ricordo che quando ho fatto io il concorso di accesso alla magistratura militare, sono un ex magistrato militare, non c'era bisogno di frequentare un corso e l'esperienza uno se la faceva sul campo, con l’uditorato e soprattutto poi nell'ufficio di assegnazione.
Quindi io con queste brevi considerazioni concludo il mio intervento lasciando spazio agli altri, grazie”.

 Sempre interessante ed apprezzabile il contributo del Presidente dott. Vittorio Raeli.
Con lucida critica, nonché pragmatica analisi, ha correttamente individuato alcune delle criticità che affliggono la nostra magistratura; sia essa ordinaria o contabile.
Uno spunto di riflessione interessante, emerso tra gli altri, è il fallimento delle SSPL (su questo penso si interpreti un pensiero comune).
Ad avviso di chi scrive è il concetto di “scuola di stato” ad aver ceduto il passo.
Non dobbiamo dimenticare di quanto la logica e il pensiero ragionato contribuiscano alla selezione degli aspiranti magistrati.

 

09-04-2022
Autore: Bruno Acconciaioco
meridianoitalia.tv

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