Fausta Speranza
L’interdipendenza da anni ci chiede di pensare un vero progetto comune, da tempo si parla di una globalizzazione che non può restare senza forme di governance globale. L’infezione da Covid 19 ci ha inchiodati alle urgenze.
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di Francesco Tufarelli
Nonostante una partenza stentata e uno sviluppo in pieno periodo pandemico la Conferenza sul Futuro dell’Europa, che si avvia a chiudere i suoi lavori lunedì 9 maggio ha prodotto oltre 50 pagine di proposte suddivise in 49 paragrafi.
Le diverse proposte, acquisite attraverso la piattaforma predisposta dalla Commissione europea e a seguito di un attento esame dei panel nazionali rileva una forte presenza di proposte formulate dal nostro Paese.
In questa prima sintesi ci limiteremo ad evidenziarne alcune, in attesa che l’Assemblea plenaria del 9 maggio decida la sorte da riservare al lavoro sin qui svolto.
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di Francesco Tufarelli
Storicamente lo spazio dedicato alle tematiche internazionali e nello specifico a quelle europee nel nostro Paese è piuttosto limitato.
La materia infatti viene giudicata troppo tecnica e non interessante per il grande pubblico.
Un’unica eccezione la ricordiamo ai tempi dell’entrata in vigore della moneta unica, ma in quel caso fu decisivo l’impegno economico nella campagna di comunicazione di tutte le grandi banche per le quali l’euro rappresentava evidentemente il core business.
Oggi viviamo una realtà quasi paradossale, infatti anche a seguito della pandemia le vicende europee sono tornate prepotentemente di moda. Lo spazio tuttavia resta limitato e gli argomenti sono veramente troppi.
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di Gianni Lattanzio
Ogni anno, il 9 maggio, si celebra l’anniversario della Dichiarazione Schuman (dal nome dell’allora ministro degli esteri francese) che ha segnato l’avvio del processo di integrazione europea. Si tratta di una data storica che è bene ricordare perché è importante ravvivare lo spirito che ha animato il progetto di creare “una solidarietà di interessi” tra gli Stati membri, mediante la politica “dei piccoli passi”, al fine di raggiungere traguardi sempre più ambiziosi.
Non è questo il momento di ripercorrere le tappe che hanno portato all’attuale fase di sviluppo dell’Unione europea. In alcune occasioni c’è stato modo di fare il punto: nel 2017 abbiamo festeggiato i 60 anni dalla firma dei Trattati di Roma e nel 2020 sono stati ricordati i 70 anni della Dichiarazione Schuman. Occorre guardare avanti con la consapevolezza dei numerosi passi avanti compiuti nel processo di creazione di “un’Unione sempre più stretta tra i popoli dell’Europa” (preambolo del Trattato di Maastricht).
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di Francesco Tufarelli
Il 9 maggio è da sempre una data complicata da festeggiare per il nostro Paese. Infatti alla Festa dell’Europa si affianca la giornata dedicata alle vittime del terrorismo, ciclicamente la festa della mamma e addirittura, tempo fà, la festa dell’impero a ricordo del discorso di Mussolini il 9 maggio 1936.
Ad onor del vero è opportuno ricordare che in molti paesi fra l’8 ed il 9 maggio si celebra anche la caduta del nazi-fascismo. L’8 maggio infatti furono catturati Hermann Goring e Vidkun Quisling.
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