di Francesco Tufarelli

 Storicamente lo spazio dedicato alle tematiche internazionali e nello specifico a quelle europee nel nostro Paese è piuttosto limitato.

La materia infatti viene giudicata troppo tecnica e non interessante per il grande pubblico.

Un’unica eccezione la ricordiamo ai tempi dell’entrata in vigore della moneta unica, ma in quel caso fu decisivo l’impegno economico nella campagna di comunicazione di tutte le grandi banche per le quali l’euro rappresentava evidentemente il core business.

Oggi viviamo una realtà quasi paradossale, infatti anche a seguito della pandemia le vicende europee sono tornate prepotentemente di moda. Lo spazio tuttavia resta limitato e gli argomenti sono veramente troppi.

Next Generation EU e nuova programmazione europea hanno infatti cannibalizzato lo spazio dedicato all’”euroinformazione”.

La prospettiva di poter spendere qualche centinaio di miliardi nei prossimi sette anni, inizialmente vissuta quasi come una vincita alla lotteria, ha evidentemente attirato l’attenzione di tutta la stampa televisiva e non.

In sostanza il connubio risorse-Europa ha fatto da catalizzatore per l’opinione pubblica.

A far le spese di tutto ciò è stata la più straordinaria operazione di democrazia diretta promossa dalla Commissione negli ultimi dieci anni: la Conferenza sul futuro dell’Europa.

L’apertura di una piattaforma dedicata direttamente ai cittadini per esprimere l’opinione sul futuro del nostro continente è passata assolutamente in secondo piano, rispetto all’euforia suscitata dal cambio di direzione di un’unione, che all’austerity degli anni dieci ha sostituito il bazooka Next Generation Eu forte dei suoi 750 mld di euro.

Così gli strumenti finanziari rappresentano idealmente “Anastasia e Genoveffa”, le due sorellastre di Cenerentola a cui è dedicata la maggiore attenzione nonostante la più forte valenza democratica della Conferenza.

Le limitazioni legate alla pandemia, la compressione dei tempi della Conferenza stessa, la difficoltà di pianificare gli eventi pubblici e le complesse vicende di molte cancellerie europee hanno fatto il resto e al gran ballo della notorietà Cenerentola è assolutamente assente.

Eppure nel momento in cui il Covid 19 ha fatto riscoprire la solidarietà europea, l’apertura delle stanze di Bruxelles ai cittadini appariva veramente un’operazione di straordinaria rilevanza, tanto che il principe Macron di questo esperimento si è perdutamente innamorato, fino al punto di volerlo celebrare nel corso della sua presidenza e chiuderlo in prossimità delle elezioni francesi.

Oggi però rischiamo di celebrare la fine di un evento mai nato ed è dunque necessario correre ai ripari velocemente per preparare vestiti e carrozza per Cenerentola in modo da consentirgli di presenziare al gran ballo, monopolizzare l’attenzione e ricondurre le sorellastre alla loro reale natura di meri strumenti finanziari.

Non possiamo però sottovalutare l’impatto che da sempre sui cittadini italiani ed europei esercitano le risorse finanziarie e dunque probabilmente sarebbe opportuno evitare di sottoporre Cenerentola alla contemporanea competizione con avversari così luccicanti, anche perché la storia europea è sicuramente suggestiva ma non si può definire esattamente una fiaba e dunque il finale potrebbe essere molto diverso dal previsto.

Avanziamo quindi oggi dalle colonne di questo giornale la proposta di rendere la conferenza uno strumento non più congiunturale ma strutturale della politica europea.

In sostanza sarebbe interessante portare la sfida fino a rendere perpetua la banca delle idee che la Conferenza sicuramente produrrà.

Potremmo immaginare, e forse anche questa è una favola, un forum perpetuo dedicato ai cittadini europei e alle loro idee, che possa tra l’altro costituire contemporaneamente un’attendibile monitoraggio sullo stato di salute dell’unione e sul suo rapporto con i cittadini.

L’informatizzazione della piattaforma infatti rende assolutamente episodica la necessità di riunioni plenarie, che potrebbero svolgersi due volte l’anno e assicura la possibilità di recepire indicazioni in maniera veloce e assolutamente poco costosa.

Far uscire Cenerentola dall’ingorgo economico e rendere la consultazione perpetua potrebbe riconsegnarla alla considerazione dei media, facendola uscire dal pericoloso cono d’ombra in cui si è trovata nel secondo semestre del 2021.

Dal primo gennaio la Francia prenderà il timone del Consiglio Europeo, la Germania uscirà dalla sua fase post elettorale, l’Italia avrà un nuovo Capo dello Stato.

Potrebbe questa essere una congiuntura favorevole per un ulteriore progresso di democrazia in Europa e cioè consegnare ai cittadini un nuovo e moderno strumento di consultazione e la consapevolezza di non essere più comprimari bensì protagonisti della politica europea.

Restiamo in attesa di scoprire se le festività natalizie ispireranno i Capi di Stato e di Governo ad uno sforzo di coraggio che dopo aver liberato straordinarie risorse collochi ora anche Cenerentola al centro del dibattito pubblico.

17-12-2021
Autore: Francesco Tufarelli
Presidente Centro Studi La Parabola
Docente Scienza dell’Amministrazione - Università Guglielmo Marconi
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