di Francesco Tufarelli
Il 9 maggio è da sempre una data complicata da festeggiare per il nostro Paese. Infatti alla Festa dell’Europa si affianca la giornata dedicata alle vittime del terrorismo, ciclicamente la festa della mamma e addirittura, tempo fà, la festa dell’impero a ricordo del discorso di Mussolini il 9 maggio 1936.
Ad onor del vero è opportuno ricordare che in molti paesi fra l’8 ed il 9 maggio si celebra anche la caduta del nazi-fascismo. L’8 maggio infatti furono catturati Hermann Goring e Vidkun Quisling.
La dichiarazione Schuman del 9 maggio 1950, in cui viene esposto al Quai d’Orsay il Piano di Cooperazione economica ideato da Jean Monnet, incontra sulla sua strada una data piuttosto affollata di ricorrenze. Occorre inoltre ricordare che il Consiglio d’Europa ha festeggiato, almeno fino al 1964, il “giorno dell’Europa” il 5 maggio, per ricordare la propria fondazione avvenuta proprio in quel giorno del 1949. Il 9 maggio viene dunque celebrato, nell’attuale versione, solo dal Vertice di Milano del 1985. Esaurita per sommi capi la doverosa ricostruzione storica è importante soffermarsi sul particolare valore che assume questa Festa oggi. Non è una ricorrenza come le altre, infatti quest’anno il 9 maggio assume un sapore particolare e denso di aspettative per diverse e variegate ragioni.
Parte oggi, dopo una lunga attesa, la Conferenza sul Futuro dell’Europa, fortemente voluta dal Presidente Macron e subito sposata dall’Italia.
La Conferenza si propone di essere il momento di sintesi per intercettare il pensiero dei cittadini europei. Già il 19 aprile infatti la Commissione europea ha predisposto una piattaforma in ventiquattro lingue, aperta ai contributi di tutti i cittadini, come singoli o riuniti in associazioni, allo scopo di veicolare tutti i contenuti verso l’Assemblea plenaria che si riunisce a Bruxelles.
La Conferenza costituisce l’ideale prosecuzione della Convenzione, svoltasi nei primi anni duemila, che resta ad oggi la più straordinaria “banca delle idee” partorita dalla società civile europea. Nonostante il nuovo esperimento si presenti più destrutturato di quelli che lo hanno preceduto il proposito dichiarato è proprio quello di essere ancora più vicini ad ogni singolo cittadino europeo. L’iniziativa non si colloca però in un momento qualsiasi, bensì si svolge nell’anno che ha visto nascere e svilupparsi la più importante sfida dal grande all'allargamento del 2004: il Next Generation Eu. Nel frattempo assistiamo ad eventi che non ci possono lasciare indifferenti e che sicuramente modificheranno in maniera rilevante gli equilibri geo-politici del continente. Alla dolorosa consumazione della Brexit si affianca il cambio della guardia in Germania, dopo oltre venti anni di “regno” di Angela Merkel. Alla corsa di Macron verso una nuova conferma, nel semestre di presidenza francese, si accompagna il cambio di passo della politica italiana, grazie al Governo Draghi con la sua ampia, complessa e “colorata” maggioranza. In questo momento, così sfidante e particolare, il Governo italiano consegna all’Europa il suo PNRR che vale oltre 200 miliardi fra investimenti e riforme: una sfida ed una scommessa che non ci possiamo permettere di perdere.
A tutto ciò si aggiunge l’anniversario del Manifesto di Ventotene che ha avuto lo straordinario merito di disegnare il futuro di un’Europa che allora era solo nella mente di pochi.
Oggi più di sempre noi tutti dobbiamo essere all’altezza del nostro passato, interpretando al meglio le sfide che ci attendono per vincere la scommessa che la storia ci pone davanti. Nessuno fra i posteri ci potrà perdonare un fallimento.
Francesco Tufarelli