di Barbara Becchi 

Le pubbliche amministrazioni di tutti i livelli, e in particolare gli enti locali e regionali, alle difficoltà quotidiane di gestione del territorio hanno visto aggiungersi una emergenza sanitaria senza precedenti che ha rischiato e rischia di sfilacciare il tessuto sociale dei territori.

 

Le amministrazioni locali coscienti di essere i rappresentanti dell’istituzione più vicina ai cittadini, in questi giorni in cui il sentire comune è la grande incertezza per il futuro, stanno facendo emergere sentimenti di solidarietà e coscienza civile nel fornire servizi di emergenza, diramare informazioni su come contenere la diffusione della malattia, coordinare gli sforzi e alleviare il più possibile l'impatto sulle economie. I leader regionali e locali sono in prima linea contro la pandemia e hanno urgente bisogno di un migliore coordinamento tra tutti i livelli di governo, di un migliore approvvigionamento di attrezzature essenziali, di un sostegno finanziario rapido e facile da utilizzare per far fronte alle esigenze immediate, e di soluzioni pragmatiche per adeguarsi alle necessità locali e regionali.

Le autonomie locali prima della pandemia mondiale erano chiamate a svolgere un rinnovato ruolo nell’Unione e italia puzzle21ad esprimere la loro vocazione relazionale, che si spiega non solo orizzontalmente nella libertà di cooperare ed associarsi con altri enti locali, ma soprattutto verticalmente nella capacità di tessere rapporti con gli altri livelli di governo. Il riconoscimento europeo della soggettività politica delle autonomie locali proietta le stesse oltre lo Stato e le propone come strutture sociali fondative di un sistema politico e democratico qual vuol essere ed è quello dell’Unione europea. In queste straordinarie circostanze, il Comitato delle regioni, nella sua veste di interfaccia e di elemento di riferimento tra l'Unione europea e i suoi enti locali e regionali, ha approvato un piano volto ad assistere, informare, coinvolgere e rappresentare le regioni e le città di tutta Europa. Quello che appare mancare in questo scenario sembra l’adozione di un sistema di governance multilivello efficace in un momento di crisi. Se la partecipazione degli Enti locali all'attuazione delle politiche europee pre COVID 19, ha rappresentato un contributo con implicazioni potenziali positive nel caso della politica di coesione economica, sociale e territoriale, con particolar riferimento agli strumenti previsti dall'attuale programmazione 2014-2020 (Gruppo europeo di cooperazione territoriale, sviluppo urbano sostenibile, investimenti territoriali integrati, sviluppo locale di tipo partecipativo), dei programmi elaborati dalla Commissione Europea e del Patto dei Sindaci; tanto più adesso - in una fase critica quale quella del COVID 19 - essi potrebbero contribuire a plasmare una visione integrata del futuro territorio europeo e diventare importanti strumenti nella ricerca della coesione territoriale nei diversi settori strategici messi in crisi dalla pandemia, con una propria governance adeguata. Mettendo a sistema le migliori iniziative locali con sistemi e approcci di governance simili a quelli già in uso nell’Agenda Urbana dell’UE. L'Agenda urbana rappresenta oggi per l'Europa un metodo per puzzleaffrontare le questioni urbane in modo più diretto, affinché organizzazioni e portatori di interesse diversi, lavorino a più stretto contatto con le città e, a loro volta, chiedano di più a queste ultime per affrontare una serie di sfide quale quella per fronteggiare il COVID 19. Sostanzialmente si auspica che tale approccio abbia un impatto importante sullo sviluppo del territorio urbano e produca risultati tangibili per i cittadini.
Le autonomie locali sono naturalmente al centro dell'Agenda perché sono il livello di governo più vicino ai cittadini, il primo punto di contatto delle persone con la PA per molte questioni diverse e gli organismi pubblici con cui i cittadini interagiscono con maggiore regolarità. Ed in tal senso, assume rilevanza il principio di sussidiarietà, nella duplice declinazione del diritto europeo e di quello interno; quest’ultimo a seguito della modifica dell’art. 118 della costituzione, così novellata dalla legge costituzionale n. 3/2001. Nell’ordinamento comunitario, il principio di sussidiarietà è stato introdotto dal Trattato di Maastricht sull’Unione Europea (UE) del 1992 ed è ora contenuto nell’art. 5 del Trattato sull’Unione Europea; su tale principio si basa l’esercizio delle competenze da parte dell’UE, nonché la ripartizione delle stesse tra Unione e Stati membri.
In base al principio di sussidiarietà, nei settori di competenza non esclusiva dell’Unione, essa interviene solo se e nella misura in cui gli obiettivi dell’azione prevista non possono essere sufficientemente realizzati dagli Stati membri e possono essere meglio realizzati al livello dell’UE. Il principio di sussidiarietà si configura dunque come un principio dinamico, che consente di ampliare le competenze dell’UE laddove necessario e, all’inverso, di restringerle quando non necessario, non potendo comportare in alcun caso l’attribuzione all’UE di competenze ulteriori.
Nel diritto costituzionale interno in generale, il principio di sussidiarietà attiene ai rapporti tra i diversi livelli territoriali di potere e comporta che, da un lato, lo svolgimento di funzioni pubbliche debba essere svolto al livello più vicino ai cittadini e, dall’altro, che tali funzioni vengano attratte dal livello territorialmente superiore solo laddove questo sia in grado di svolgerle meglio di quello di livello inferiore (sussidiarietà in senso verticale).
L'approccio di governance dell'Agenda Urbana Europea non si limita ad indicare gli obiettivi strategici generali, ma delinea proprio una governance urbana che sia in grado di esprimere appieno il valore della sussidiarietà, sottolineando che gli enti locali elettivi hanno una responsabilità politica diretta per quanto riguarda l'adozione delle decisioni strategiche e gli investimenti di risorse pubbliche.
Approccio integrato, orientamento ai risultati, concentrazione degli investimenti su obiettivi definiti e limitati, governance multilivello, cooperazione e mobilitazione di tutti gli attori pubblici e privati, sintetizzano quindi i principi che sostanziano il cambiamento di paradigma promosso dall'UE per rafforzare l'efficacia delle politiche e degli investimenti diretti a promuovere la crescita e ridurre le disuguaglianze dei territori dell'Unione europea. Nonostante sia possibile delineare un quadro di coerenza della programmazione strategica e finanziaria tra il livello locale e quello europeo, spesso gli amministratori e gli stakeholder locali percepiscono gli interventi e le strategie della UE, come un processo lontano e con un limitato impatto sulla dimensione territoriale e sulla vita dei cittadini.
Sta qui l'importanza del "cambiamento di approccio" preso in prestito dall'Agenda urbana europea che si focalizza su aree di rilievo della programmazione europea e sul momento storico di crisi che stiamo vivendo, causato dalla pandemia COVID 19 .
Nella valutazione dell'impatto territoriale di una strategia europea e/o di una risposta ad un evento di portata mondiale - tenere conto dell'analisi dei contributi provenienti dai livelli decentrati di governo con approccio bottom-up e non top-down - permette di garantire la fattibilità pratica di tutte le pertinenti iniziative strategiche dell'UE a livello regionale e locale e di elaborare nuove forme di governance flessibile che trascendano i confini amministrativi tradizionali.
Il nuovo modello di governance multilivello basato sui partenariati locali e su un'autentica collaborazione locale, che vada oltre la semplice consultazione delle parti interessate e sia in grado di coniugare le strutture governative formali con strutture di governance flessibili e informali che riflettano le nuove realtà di una società digitale e "in rete", un modello che sia adeguato alla portata delle sfide che si pongono, quale quella di una pandemia globale e che migliori la cooperazione multilivello, sul piano sia verticale sia orizzontale, con gli attori governativi e non governativi a livello locale, regionale, nazionale ed europeo, avvicinerebbe così l’UE ai cittadini, conferirebbe maggiore legittimità democratica al progetto europeo e porterebbe ad una diversa percezione dell’Europa stessa.

09-05-2020
Autore: Barbara Becchi
gia’ dirigente Politiche europee del comune di Pescara
meridianoitalia.tv