di Giuseppe Morabito
La bandiera svedese è stata issata per la prima volta sul quartier generale della NATO a Bruxelles lunedì prima della cerimonia formale di benvenuto al paese nordico come 32mo membro dell'Alleanza. In una conferenza stampa subito dopo, il primo ministro svedese Ulf Kristersson insieme al Segretario Generale della NATO Jens Stoltenberg ha dichiarato di sperare di avere nel prossimo futuro una NATO più forte e più unita.
“La situazione della sicurezza nella nostra regione non era così grave dai tempi della Seconda Guerra Mondiale, e la Russia rimarrà una minaccia per la sicurezza euro-atlantica per il prossimo futuro”, ha affermato Kristersson che ha poi aggiunto: "È stato in questa luce che la Svezia ha chiesto di aderire all'Alleanza per ottenere sicurezza, ma anche per garantire sicurezza."
Come noto e logico, l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia nel 2022 ha spinto sia la Svezia sia la Finlandia a chiedere l’adesione alla NATO dopo anni in cui entrambi i paesi avevano mantenuto uno stato di neutralità. Stoltenberg ha voluto rilevare, ancora una volta, che, a suo parere, gli obiettivi di Mosca, quando ha iniziato l’invasione, si sono rivelati controproducenti. “Voleva meno NATO e più controllo sui suoi vicini". Voleva distruggere l’Ucraina come Stato sovrano, ma ha fallito”, ha detto Stoltenberg. “La NATO è più grande e più forte". L’Ucraina è più vicina all’adesione alla NATO che mai”.
La scorsa settimana circa 4500 militari svedesi hanno partecipato alle esercitazioni NATO, insieme a truppe finlandesi e norvegesi, in Norvegia e Finlandia. Dopo mesi di colpevole e “doppiogiochista” ritardo, la Turchia ha ratificato l’ammissione della Svezia all’inizio di quest’anno, e l’Ungheria l’ha fatto nei giorni scorsi. La Turchia ha dichiarato che il suo ritardo era connesso ad una (infondata) preoccupazione per il fatto che la Svezia sta ospitando (non intraprendendo azioni sufficienti contro do loro) gruppi di cittadini curdi che Ankara considera terroristi.
Nello specifico delle operazioni di addestramento, a poche ore dall’adesione ufficiale all’alleanza questa settimana, i soldati svedesi si sono uniti all’altro nuovo membro della NATO, la Finlandia, nella componente nordica una delle più grandi esercitazioni NATO dalla fine della Guerra Fredda, chiamata Nordic Response. Le esercitazioni sono iniziate giovedì scorso in Finlandia e Norvegia e hanno coinvolto 20.000 partecipanti provenienti da 13 paesi. Il ministro della Difesa svedese Pal Jonson ha fatto sapere che la Svezia ha contribuito con circa 4.500 elementi delle sue forze armate nei tre giorni di esercitazioni in cui si è simulato un conflitto ad alta intensità in un clima subartico.
“È importante poter contribuire con questa speciale capacità svedese-norvegese-finlandese alla NATO”, ha affermato Jonson confermando che le unità nordiche hanno dimostrato di poter lavorare insieme in un ambiente stimolante. "Insieme rendiamo il nord dell’Europa più sicuro e l'attuale fianco settentrionale della NATO è più completo."
La Finlandia e la Svezia avevano presentato domanda di adesione alla NATO nel 2022, non molto tempo dopo l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia. Entrambi i paesi hanno abbandonato la neutralità di lunga data che era un segno distintivo della politica estera degli stati nordici durante la Guerra Fredda. L’adesione della Finlandia è stata approvata l’anno scorso, ma quella della Svezia, come citato, è stata bloccata dalle obiezioni della Turchia e non era stata finalizzata fino a questa settimana. Entrambi i paesi aggiungono importanti forze armate all’alleanza. Il confine di 1.336 chilometri (830 miglia) tra la Finlandia e la Russia è ora il più lungo tra gli alleati della NATO.
In particolare, l’adesione della Svezia alla NATO comporta numerosi vantaggi, tra cui i principali sono le sue capacità di difesa globale, l’influenza strategica sul Mar Baltico e una solida industria della difesa. La competenza svedese nella navigazione nel Mar Baltico, nello specifico, a causa dell’importanza strategica dell’isola svedese di Gotland, rafforza il controllo della NATO nella regione. Ciò è sempre più vitale nel contesto di qualsiasi potenziale e del tutto scongiurabile conflitto diretto con la Russia. La Svezia ha la terza marina più grande del Mar Baltico, dopo Russia e Germania, e insieme all’aeronautica contribuirà a garantire il controllo strategico del Mar Baltico. La Svezia dispone, inoltre, anche di truppe anfibie mobili progettate specificamente per la velocità e la flessibilità nelle zone costiere. Ciò potrebbe rafforzare in modo significativo l’efficacia operativa negli ambienti degli arcipelaghi difficili da navigare, come la costa estone. Svezia e Finlandia, infine, possiedono capacità che altre nazioni NATO del Mar Baltico non hanno: imbarcazioni da combattimento veloci, hovercraft e cacciatori costieri addestrati a difendersi ma sono anche in grado di attaccare. Al di là della regione baltica, solo gli Stati Uniti e il Regno Unito tra i membri della NATO mantengono consistenti forze anfibie. Inoltre, gli analisti dell’area ritengono che la Svezia, grazie ai suoi sottomarini diesel progettati per operare in acque poco profonde e difficili, abbia competenze specializzate nella caccia ai sottomarini nemici.