di Octavian Haragos

Parlare nel 2022 della creazione di nuovi imperi sembra forse un può anacronistico, ma quando il progetto di un paese si basa su uno sguardo rivolto verso il passato piuttosto che verso il futuro, tutto diventa molto attuale e i paradigmi storici e politici con cui siamo abituati devono essere rivalutati. Fra i tanti dibattiti di questi giorni c’è anche quello se Vladimir Putin vuole rifare l’URSS oppure l’Impero russo degli zar. Quale è la differenza fra i due?

In generale un impero nasce non soltanto per la capacità militare di uno stato di conquistare nuovi territori, ma anche per la sua capacità di offrire ai nuovi sudditi modelli di vita più attraenti, culturali ed economici, nonché la garanzia di essere protetti davanti ad eventuali minace. Ovvio che nei suoi intenti lo stato candidato-impero incontrerà sempre la resistenza di una parte delle popolazioni che vuole conquistare, ma ci sarà sempre una parte, specialmente tra le élite, che ha già dei legami con la civiltà dello stato in questione e che funzionerà come tramite.

Che cosa avrebbe la Russia da offrire di tutto questo per poter riuscire nel suo intento di rifare l’Impero russo? Poco o niente. Almeno per quello che riguarda l’Ucraina, l’élite e chiaramente impregnata dal modo di vivere occidentale, forse soltanto nel Caucaso la Russia è ancora percepita come un faro di civiltà. Sarà anche vero che la Russia ha offerto tantissimo nel campo della cultura e anche della scienza, ma la cultura e la scienza non possono da sole creare una grande civiltà, perché la Russia non è mai stata una grande civiltà. Sarà per la sua posizione geografica, sarà per la Chiesa Ortodossa, che, come anche altre chiese ortodosse, e molto più propensa al misticismo che non al razionalismo. Quindi, per creare o rifare un impero[1] in epoca moderna la Russia dovrebbe essere attraente, cercare di offrire modelli di benessere, civiltà e anche progetti politici superiori.

E nonostante tutto questo, come dovrebbe agire la Russia per (ri)costruire un suo impero? Il romanzo utopico di Mikhail Yuryev del 2006, "Il terzo impero: la Russia come dovrebbe essere", presenta la strategia di una guerra ibrida molto vicina a quello che stiamo vedendo in questi giorni[2].  Il libro di Yuriev, e la sua applicazione nell’attuale conflitto, è un'espressione di un'ideologia di estrema destra, antioccidentale e antidemocratica che conferisce alla "civiltà ortodossa russa" un ruolo dominante sull'Europa e sull'America. Yuriev prevedeva un mondo nuovo basato su un ordine sociale essenzialmente feudale, dove la paura della classe dominante rappresentava il metodo principale di fare politica. Una tale strategia può condurre alla ricreazione di un nuovo spazio geopolitico eventualmente più vicino alla Russia Sovietica che non all’Impero degli zar. Ricordiamo che Pietro il Grande ha cercato, e in parte riuscito, di consolidare un impero portando la civiltà occidentale in un paese dalla quale arretratezza lui era molto consapevole. Invece, l’ex URSS rappresentava una realtà geopolitica dove tutti, o quasi, questi ingredienti presentati da Yuriev erano molto attuali. La paura, come strumento politico, ha fatto soggiogare nazioni che sia come benessere sia come civiltà erano superiori a quello che Mosca poteva offrire. Ha funzionato per quaranta anni, con momenti di protesti avvolte anche violenti.

La Russia ha un capitale umano di altissima qualità, con università fra le migliori, con artisti che dettano tendenze e nuovi linguaggi, quindi le basi per creare una grande civiltà esistono. Potrebbe questa possibile civiltà trasformarsi in una base per la creazione di un impero nei giorni nostri? Categoricamente no, perché ormai, in modo paradossale, più una civiltà è evoluta più rispetta le differenze delle altre culture e sente meno il bisogno di espandersi come un impero.

 [1] La mia considerazione è strettamente una ipotetica e non vuole essere una apologia per la creazione di imperi

[2] Yuriev anticipava persino la disponibilità russa di arrivare a un ricatto nucleare.

29-03-2022
Autore: Octavian Haragos
Giornalista
meridianoitalia.tv