Intervista con il dott. Fabio Tiburzi a cura di Pietro Fiocchi

“...Dare l’opportunità al popolo cinese di venire in Italia e godersi il nostro stupendo Paese, non farebbe altro che favorire le nostre relazioni, non avendo inoltre in questo campo rivali…”

Il China International Fair for Investment and Trade, organizzato e ospitato dall’Amministrazione municipale di Tianjin dal 23 al 26 novembre, è stata un’ulteriore occasione di incontri ad alto livello per continuare a progettare strategie comuni di ripartenza.

Tra gli ospiti dell’evento internazionale un nostro connazionale, particolarmente impegnato nello sviluppo del dialogo tra il nostro Paese e la Repubblica Popolare: Fabio Tiburzi, membro esperto del Laboratorio BRICS di EURISPES, ricercatore per le relazioni tra Italia e Cina di Roma e Delegato per gli Affari Istituzionali del Centro di Collaborazione e scambi culturali Italia-Cina di Milano.

FabioTiburzi ritaglioDott. Tiburzi, sulla base delle Sue analisi e in particolare del Suo recente viaggio in Cina ,a che punto sono la riapertura del Paese e la sua ripartenza?

In questo momento, considerando il post-Covid-19, la guerra in Ucraina e la crisi immobiliare (che ha visto un calo degli investimenti in questo settore del 9,1%), la Cina si trova in una fase di rallentamento economico rispetto agli anni precedenti.

L’Ufficio Nazionale di Statistica ci dice però che il PIL cinese è cresciuto nel terzo trimestre del 4,9% su base annua, ossia uno 0,5 in più rispetto alle previsioni, raggiungendo così un +6,3% rispetto al trimestre precedente, se il dato sarà confermato, il risultato sarà sicuramente soddisfacente per Pechino, vista la situazione internazionale corrente, che potrà così raggiungere l’obiettivo di crescita prefissato che dovrebbe oscillare tra il  5 e 5,5%, stime peraltro confermate dal Fondo Monetario Internazionale.

Il risultato sovraesposto è stato raggiunto grazie all’intervento del governo centrale che ha dovuto riadattare le proprie misure politiche. Come afferma il professore presso l’Accademia Nazionale di Sviluppo e Strategia della Renmin University of China, Liu Xiaoguang, uno degli autori del rapporto pubblicato dal China Macroeconomy Forum, l'economia passerà a una crescita espansiva sulla base del basso livello dell'anno scorso con i consumi che saranno il fattore principale della crescita nel breve termine.

Per l'intero 2023 ha affermato Liu Xiaoguang, il Pil crescerà probabilmente del 5,7%, con consumi, investimenti ed esportazioni in espansione, rispettivamente, dell'8%, del 4,5% e dell'1,8%, mentre le esportazioni diminuiranno del 4,9%. Vedremo quindi nel corso dei vari trimestri come si evolverà l’andamento della Cina.

In qualità di ospite e osservatore del Forum Internazionale per il Commercio e gli Investimenti di Tianjin, ha potuto constatare interesse e proposte da parte di rappresentanti governativi, dell’industria e del commercio cinesi rispetto a possibili partner italiani?

Assolutamente si, non vi è dubbio che il mondo politico industriale e del commercio cinese sia interessato all’Italia. Tra i vari settori vi è quello ovviamente tecnologico, il settore del lusso (Luxury), il settore agro-alimentare italiano (Food and Beverage), sport, arte e intrattenimento, moda e design, con particolare attenzione al settore energetico come l’idrogeno ad esempio e la riqualificazione ambientale.

Sappiamo che le piccole e medie imprese in Italia hanno molto interesse per il mercato cinese: servizi, prodotti, produzione. Cosa impedisce alle relazioni commerciali e industriali tra la Cina e il nostro Paese di sviluppare ulteriormente tutto il loro potenziale?

 Fabio Tiburzi Tianjin 23 Novembre 2023 300

Va riconosciuto in primis che i tempi correnti non sono distensivi, il mondo definito un tempo unipolare si è sgretolato, 3 sono le super potenze oggi, e sono per l’appunto Russia, Cina e Stati Uniti, che cooperano e competono tra loro ovunque nel globo, e questo non consente un normale scambio in generale per coloro cha hanno meno risorse.

Detto questo, ci sono poi le problematiche relative alla conoscenza, da entrambi le parti, sia del territorio che delle tradizioni locali, con le diverse interpretazioni della visone del mondo. Ribadisco in questa occasione che la creazione di un “Sistema Paese Italia”, con una attenta Pianificazione Politico-Industriale, con progetti a lungo termine, metterebbe in seria difficoltà i nostri competitor, che da sempre temono molto le nostre capacità.

Le relazioni tra Italia e Cina, avevano in passato un ruolo cardine in Euro-Asia, e ancora oggi il nostro glorioso passato è ben presente nella memoria dei cinesi. Si stanno avviando in questi giorni i preparativi del 700imo anniversario di Marco Polo in Cina e noto con piacere che la classe dirigente cinese ne è entusiasta, e questa è una grande opportunità per aumentare scambi e conoscenza.

 

Quali strumenti crede siano urgenti, ma anche realizzabili a breve, per dare una spinta alla cooperazione Italia-Cina?

Per dare una spinta nel breve termine alla nostra cooperazione, credo sia necessario migliorare la politica dei visti per facilitare il turismo in entrata dalla Cina. Dare l’opportunità al popolo cinese di venire in Italia e godersi il nostro stupendo Paese, non farebbe altro che favorire le nostre relazioni, non avendo inoltre in questo campo rivali.

La Cina tramite il proprio Ministero degli Affari Esteri, già si è mossa in questa direzione, infatti è notizia di alcuni giorni fa che i cittadini di Francia, Germania, Italia, Paesi Bassi, Spagna per quanto riguarda i Paesi UE, potranno dal 1°Dicembre 2023, visitare la Cina senza visto per 15 giorni; dato il periodo storico e la probabile uscita dal MoU del nostro Paese, questo è senza dubbio un ottimo segnale di distensione, che la controparte cinese ci invia.

08-12-2023
meridianoitalia.tv

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