Liliana Ocmin

Domani è il Primo Maggio, la Festa del Lavoro.  Un appuntamento importante che quest’anno ricade, purtroppo, in un momento particolare della storia del nostro Paese, alle prese con il contenimento dell’emergenza sanitaria dovuta al contagio da Covid-19, e con la ripartenza graduale delle attività

produttive nel segno della sicurezza. Proprio per questo CGIL CISL e UIL, anche senza i tradizionali cortei, hanno voluto celebrare questo Primo Maggio mettendo al centro, attraverso lo slogan “Il Lavoro in sicurezza per costruire il futuro”, la salute e la sicurezza del mondo del lavoro, a partire da coloro che operano nel settore sanitario, tanti operatori e tantissime operatrici, che oggi sono in prima linea nel contrastare questa terribile pandemia. Perché senza salute e senza sicurezza non c’è futuro, non c’è crescita economica, non c’è sviluppo.

Per le donne sicurezza significa molto altro. Affrancarsi, ad esempio, dalla violenza in tutte le sue forme, in particolare quella domestica, ma non solo, che ha visto in questi due mesi di emergenza un aumento dei rischi per via delle norme emergenziali e che ha registrato undici femminicidi. Sicurezza per le donne vuol dire avere le stesse opportunità degli uomini per entrare e rimanere nel mercato del lavoro: sappiamo che con le scuole chiuse molte donne faranno più fatica a tornare sul posto di lavoro e a districarsi tra gli impegni e le responsabilità genitoriali. Sicurezza è condividere con gli uomini il peso della cura familiare: sono sempre di più gli uomini che collaborano ma il numero resta ancora troppo esiguo. Sicurezza è riuscire a conciliare i tempi di vita con quelli di lavoro. Sicurezza è avere parità di salario a parità di lavoro. Parità o meglio ancora Pari opportunità, è veder riconosciuto il valore sociale della maternità, più servizi di welfare in tutto il territorio nazionale, specie al Sud dove la scarsità delle strutture rappresenta un ostacolo insormontabile all’ingresso delle donne nel mondo del lavoro, è partecipare concretamente ai processi decisionali a tutti i livelli, vuol dire essere equamente rappresentate nei ruoli dirigenziali delle aziende, nelle alte cariche istituzionali e in quelle politiche. Lavorare in Sicurezza dunque per le donne è la realizzazione di quella parità di genere che è ancora incompiuta nel nostro Paese. Perché una maggiore condivisione degli obiettivi di una comunità, anche con l’altra metà delle risorse che essa ha a disposizione, vale a dire le donne, può rappresentare la chiave di volta verso un futuro più prospero, solido e duraturo.

30-04-2020
Autore: Liliana Ocmin
Responsabile Dipartimento Politiche Migratorie Donne Giovani e Coordinamento Nazionale Donne CISL
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