L’ulteriore aumento dei tassi da parte della BCE, previsto nel corrente mese di luglio e preannunciato nelle scorse settimane, determinerà un ulteriore prelievo dal portafoglio e dalle casse di consumatori, famiglie e imprese già abbastanza scosse dal significativo aumento dei prezzi.
E’ -purtroppo- ormai noto che nel solo arco di un anno il costo delle rate di mutui a tasso variabile è aumentato di quasi il 65% (secondo quanto riportato su Il Sole 24 Ore del 7 maggio 2023).
E’ auspicabile, questa volta, un serio intervento da parte del Legislatore e dell’esecutivo al fine di consentire di fronteggiare l’aumento dei tassi di interesse e che sia, possibilmente, non limitato alle categorie di soggetti più deboli economicamente e ai consumatori, bensì, in generale, agli utenti bancari visto che l’ulteriore aumento del costo del denaro – in assenza di misure di sostegno- non potrebbe che privare ulteriormente di ossigeno anche le imprese già sofferenti con inevitabili ripercussioni sull’aumento dei prezzi e, di conseguenza, sul costo della vita per i cittadini.
Nei giorni scorsi, si è ipotizzata una tassa sui mega profitti delle banche. Esse, in effetti, nell’ultimo anno, hanno registrato utili di importi considerevoli ma, forse, l’introduzione o l’aumento di imposte non sarebbe necessario né sufficiente.
Sarebbe piuttosto utile che le banche, preso atto del crescente aumento dei profitti favorito anche dal notevole innalzamento delle transazioni e pagamenti cashless, si dimostrassero più solidali verso i (vecchi e nuovi) mutuatari evitando o limitando l’aumento dei tassi di interesse: si aiuterebbero consumatori e famiglie già in forti difficoltà a sostenere il costo delle rate già notevolmente aumentato; si eviterebbe l’ulteriore calo delle richieste di mutui e dell’acquisto delle case e, in generale, si scongiurerebbe il pericolo di recessione già paventato da alcuni economisti.
Si spera che lo Stato, dal canto suo, faccia la sua parte con misure di sostegno per arginare l’aggravamento delle difficoltà inevitabile visto l’aumento dei tassi che potrebbe, peraltro, non essere l’ultimo.
La misura di più facile e agevole introduzione (sebbene non possa considerarsi sufficiente) sarebbe, intanto, quella che Adicu ha suggerito aprendo una raccolta di firme online (https://www.adicu.it/2023/05/09/case-allasta-e-rinegoziazione-dei-mutui-adicu-raccoglie-le-firme-per-una-petizione-al-parlamento/ ) : la reintroduzione della possibilità per i consumatori a cui carico penda una procedura esecutiva sulla “prima casa” di potere ottenere -previa sospensione della procedura esecutiva- la rinegoziazione del mutuo attraverso la riapertura o la proroga del termine scaduto il 31 dicembre 2022. Una misura (introdotta dall’art. 40 ter l. 69/2021 che ha modificato l’art. 41 bis d.l. 124/2019) prevista fino al 31 dicembre 2022, che, in alcuni casi, ha consentito, da una parte, all’esecutato, di salvare la casa evitando l’asta e, dall’altra parte, alla banca o alle società di cartolarizzazione dei crediti di ottenere il soddisfacimento della pretesa creditoria mediante una dilazione garantita (oltre che dall’ipoteca sull’immobile già esistente) dalla garanzia a prima richiesta rilasciata, fino al 50% dell’importo rinegoziato, dal Fondo statale per la prima casa (di cui all’articolo 1, comma 48, lettera c), della legge 27 dicembre 2013, n. 147 ). Tale possibilità, come sancito dalla norma appena riportata, era stata opportunamente prevista dal Legislatore nel 2021 proprio “Al fine di fronteggiare, in via eccezionale, temporanea e non ripetibile, i casi piu’ gravi di crisi economica dei consumatori”. Come si è visto e si sta continuando a vedere, la crisi economica del 2021, purtroppo, non è stata “eccezionale” ma si è ulteriormente aggravata, ragion per cui lo Stato non può rimanere inerte di fronte alle crescenti difficoltà di famiglie e imprese e sussistono tutte le ragioni, dunque, per ritenere opportuna e utile la reintroduzione di un simile beneficio.
Per informazioni ed assistenza, rivolgersi all’associazione di consumatori ADICU aps, www.adicu.it oppure contattare il numero 06.88642693 o via mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..