Corrado Cutrufo

Ancora non sappiamo quando finirà l’epidemia da Covid-19  pertanto è ancora prematuro  quantificare  con esattezza  i danni economici che deriveranno dai fermi subiti  nei differenti settori industriali. 

Tuttavia  è  già possibile valutarne  gli andamenti settore per settore . Ad esempio il settore automobilistico, ha perso ben l'85,4 per cento delle sue capacità economiche, per non parlare dell’indotto che dipendeva da questo comparto. 
Andamenti simili si verificano nel commercio ,nel turismo, nella ristorazione, nelle catene dell’agroalimentare, nello spettacolo e nella cultura  ed in molti altri. Non sappiamo ancora e quando e come milioni di lavoratori  potranno riavviare una fase di rilancio per ricollocarsi in un normale trend di attività.

Ci sono, invece, altri settori che sono da considerare in parte come operativi  in varia misura sin  da adesso che siamo ancora nella cosiddetta fase 1.  
Quella che prevede il distanziamento sociale e la permanenza a casa di tutti, una volta fermate le  fabbriche ed i trasporti. Uno di questi è certamente quello del Comparto Farmaceutico, dato che diverse aziende di questo settore  stanno ridefinendo profondamente le loro strategie di mercato ed allo stesso tempo stanno partecipando attivamente alla preparazione  della   fase 2  che segnerà il riavvio graduale dell’attività produttiva del Paese.  

   LO SCENARIO  FARMACEUTICO  ITALIANO FINO AGLI INIZI DEL  2020 
Per meglio comprendere il momento attuale è bene  fare un piccolo passo indietro misurando l’attività del farmaceutico fino a dicembre scorso. Infatti, il  settore delle aziende di quel tipo in Italia, fino all’esplosione dei problemi legati alla pandemia da corona virus, presentava un profilo molto  incoraggiante in quanto l’Italia aveva guadagnato rilevanti  posizioni di prestigio mondiale. 
Nell’ultimo semestre del 2019  il nostro Paese aveva un ruolo di leadership  del farmaceutico, nel quadro europeo e mondiale, di tutto rispetto.  
Grazie a un valore  complessivo della  produzione di vari prodotti farmaceutici pari a 32,2 miliardi di euro e ad una crescita dell’export in costante  progressione  ormai da diversi anni che segnava, sempre nel 2019 , uno sviluppo di  un  +117%  rispetto agli ultimi  10 anni .  

Questi dati  ponevano il farmaceutico italiano nella classifica dei primi  10  paesi esportatori a livello globale e consentiva alle aziende  italiane di  pianificare una strategia produttiva e di ricerca per il prossimo  decennio  fino al 2030.   (1)

Pur  tenendo conto del fatto che queste posizioni non  sono  facili da mantenere in un contesto mondiale in continua mutazione, si riponevano molte speranze nel futuro con progetti industriali a medio termine.

Per questo ci si poneva il problema, allora, di concordare tra le principali aziende delle strategie comuni per consentire alla nostra industria farmaceutica  di mantenere la propria posizione nel medio-lungo periodo, salvaguardando contemporaneamente migliaia  di posti di lavoro e la leadership italiana che era in continua competizione con gli indirizzi nuovi che emergevano a livello globale, guardando a nuovi obiettivi  come :

1. la creazione di nuovi poli industriali nel settore delle Life sciences; 
2. la crescita della rivoluzione tecnologica basata sul digitale e la genomica; 
3. il costo crescente dello sviluppo dell’innovazione terapeutica 

LO SCENARIO  FARMACEUTICO  ITALIANO DOPO LA SCOPERTA DEL COVID-19  
Questo quadro strategico  è stato completamente  stravolto all’ inizio di febbraio 2020, da quando si è compreso che dalla Cina stava partendo una vera e propria pandemia mondiale ( era già iniziata ancora prima  ma non si diceva ufficialmente ),La pandemia venne  dichiarata  dal governo cinese dopo la prima decade di gennaio 2020 , dopo incomprensibili ritardi ed omissioni, dall’OMS e dallo stesso Governo cinese quando si sa che i casi segnalati ( anche se ancora non identificati come Corona virus  ma come polmoniti gravi ) erano già noti tra novembre - dicembre 2019 e gennaio 2020 .                                                                   
Non tutti i governi mondiali lo hanno capito o voluto capire subito, e sono corsi ai ripari con imperdonabile ritardo, come Gran Bretagna, USA  ed altri, mentre  Francia, Germania e Spagna hanno dapprima guardato all’Italia per vedere come reagivamo e poi ci hanno  decisamente copiato, organizzandosi meglio della stessa Italia. Questo è accaduto per esempio nella corsa all’accaparramento  sui mercati internazionali di ingenti quantitativi di mascherine e guanti di vario tipo, oppure  comprando subito un gran numero di respiratori, di amuchina e quant’altro. 
La diffusione di questi sistemi ha fatto si che c’è stata una prevenzione, in quei paesi, che ha funzionato meglio che in Italia. Altre nazioni  con minori disponibilità come Paesi dell’America Latina, India, mentre vari paesi africani  vivono profonde condizioni d’incertezza con miglia di contagiati .
Purtroppo al momento non esiste un vaccino o un trattamento specifico per questa malattia per cui il virus è praticamente affrontato a mani nude da medici e infermieri . 
Attualmente il trattamento consiste nell’isolare il paziente e nel gestirne i sintomi clinici con farmaci non mirati al Covid-19 , come antivirali, antinfiammatori,  antiartritici , antibiotici, etc. etc.
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LA RIORGANIZZAZIONE DEL FARMACEUTICO     ITALIANO 
Acquisite le prime informazioni di base riguardanti il meccanismo d’azione del virus con rapidità in questi  mesi , febbraio, marzo ed aprile  2020 , le  industrie farmaceutiche,  hanno  cominciato ad organizzarsi   contribuendo alle  primissime necessità come : rifornire con urgenza i presidi sanitari di dispositivi di sicurezza individuale e di igiene  che inspiegabilmente  arrivavano lentamente  alla popolazione  italiana ( mentre altrove erano già forniti) ed allo stesso personale medico.
Le aziende hanno velocemente  messo da parte i loro progetti con lo spirito di contribuire a chiudere  al meglio  la fase 1 . Quella che vedeva la chiusura, quasi totale, degli impianti, l’inserimento della cassa integrazione per i dipendenti che non rientravano nella produzione e che dovevano stare a casa, la produzione degli igienizanti,    là dove gli impianti  ne  consentivano la riconversione e  l’organizzazione del lavoro da remoto ( Smart Working)    nei casi in cui questo era  possibile.

Fino   ad oggi   Farmindustria (2) ha ufficializzato e realizzato  i seguenti  impegni    :

(1)   L’ASSOCIAZIONE HA DICHIARATO CHE OLTRE 60  IMPRESE  FARMACEUTICHE ( FINO A OGGI ) HANNO COMUNICATO  DIFFERENTI  INIZIATIVE DI SOSTEGNO 

Iniziando dai gruppi internazionali già presenti in Italia, alle grandi aziende a capitale italiano, alle PMI del farmaco   sono  impegnate  nell’emergenza COVIT -19 . 
Per garantire la continuità di produzione, distribuzione, accesso ai farmaci ed infine per  produrre quei medicamenti necessari per contrastare il virus e  facilitare la ricerca scientifica  di vaccini e di farmaci efficaci. 
  
Oltre ai vari progetti di Ricerca da soli o affiancando gli Enti di Ricerca pubblici, le imprese hanno messo in campo molte iniziative di sostegno ai Pazienti, ai Medici, a tutto il personale della filiera della salute e alle Strutture Sanitarie.

Quelle indicate qui di seguito riguardano iniziative  della fine di aprile  2020 ma sicuramente molte altre  faranno seguito.
 Complessivamente, sino ad oggi, sono stati donati 26 milioni di euro .  
* Le raccolte  riguardavano  respiratori, dispositivi di protezione individuale, gel disinfettante, devoluti agli ospedali, in particolare lombardi.
* dei programmi di screening in collaborazione con gli ospedali oppure  tecnologie per la telemedicina donate per l’assistenza in remoto dei pazienti cronici.  
* La partecipazione complessiva  riguardava  45 aziende e spesso  venivano fatte assieme ad altri Enti quali Croce Rossa Italiana, Protezione Civile, FIMMG o Associazioni dei Pazienti.
* La sola azienda farmaceutica Menarini  (p.es.) ha donato 700.000 mascherine a tutte le Società’ Scientifiche di Medicina Generale  per consentire equa e capillare distribuzione nel territorio nazionale.
* Sempre  la stessa azienda si è impegnata a produrre  5 tonnellate di gel disinfettante  in tutta Italia.
* Questa gara di solidarietà  tra aziende è solo all’inizio. Altre ne verranno nei prossimi giorni.                       
 

(2) 6 aziende hanno modificato le loro linee produttive 

Questo  per rispondere alla crescente domanda di prodotti disinfettanti, ceduti gratuitamente alla Protezione Civile. 
Altre imprese stanno producendo al massimo della loro capacità per assicurare i farmaci  a chi ne ha bisogno, con modifiche organizzative per assicurare le maggiori condizioni di sicurezza ai dipendenti.

(3)  DONAZIONE DI FARMACI PER 11  MILIONI DI EURO
È il valore delle donazioni in farmaci che 16 aziende associate  a Farmindustria hanno già erogato in favore degli ospedali impegnati nella lotta contro il COVID-19.
Questo dato si sovrappone a quello dei farmaci donati alle strutture sanitarie per uso compassionevole e forniti per gli studi clinici. Farmindustria sostiene la raccolta fondi lanciata da FIMMG e Cittadinanza attiva per acquistare i dispositivi di protezione collettiva e collabora con i Medici nelle campagne di comunicazione ai Pazienti.

 

(4)  8 IMPRESE SVOLGONO  ATTIVITÀ DI RICERCA E STUDI CLINICI IN ITALIA SU COVID-19
Si tratta delle Aziende biofarmaceutiche che hanno già avviato varie attività di studi clinici in Italia per il trattamento della polmonite da COVID-19 o che hanno progetti specifici di ricerca contro questa patologia, anche grazie alla partecipazione di fondi del programma UE- Horizon 2020.
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L’IMPEGNO DELLE AZIENDE NELLA RICERCA 
Una delle maggiori difficoltà che incontrano i clinici sta nell’individuare  quelle persone  che sono potenziali portatori del virus  ma inconsapevoli di esserlo  e  che pertanto possono infettare altre persone. 
Uno degli scopi principali della diagnostica di laboratorio consiste nel mettere a disposizione kit di diagnosi che segnalano rapidamente la presenza del virus  nell’organismo.

* Test per individuare i portatori inconsapevoli del virus. A questo scopo stanno provvedendo diverse aziende tra cui le prime due , in ordine di tempo, sono quelle di  A.Menarini Diagnostics e l’azienda di Singapore, Credo Diagnostics Biomedical  che hanno  realizzato, di recente, un accordo di distribuzione esclusiva di kit per test che saranno effettuati utilizzando il sistema VitaPCR™️  che porterà alla diagnosi  dell’esistenza o meno del Covid-19 in 20 minuti.  (3)                                                  
* L’uso di questi  test  torna di grande utilità   nelle strutture  di prima accoglienza e nelle terapie Intensive.                                                                                I kit diagnostici utilizzano la tecnologia di reazione più accurata, su strumentazioni che consentono la diagnosi         molecolare immediata in  condizioni d’urgenza come :                                              pronto soccorso, tende triage, aeroporti, porti, stazioni ferroviarie.
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3)   LA QUESTIONE VACCINI   
Il vaccino rappresenta la soluzione ideale a questo problema ed e’ certamente la strada più  efficace ma più lunga  in questa corsa contro il tempo. 
Secondo  Massimo Scaccabarozzi, presidente di Farmindustria (4) “si sta correndo davvero e penso che avere 41  candidati vaccini non sia per niente poco.  Attualmente ci sono  14 imprese attive per la sperimentazione di vaccini, per la creazione farmaci nuovi o per prodotti già esistenti che si testano contro il nuovo coronavirus”. 

Il costo di un vaccino si aggira attorno ai “900 milioni di euro, dato fornito da Vaccines Europe, e si basa sul prezzo medio per lo sviluppo di un siero. Per quanto riguarda un ipotetico nuovo antivirale, per il quale si debba partire da zero nella ricerca, il costo è superiore ed è attorno ai 2 miliardi di euro”. 

CONCLUSIONI 

In  futuro  l’obiettivo  è quello di  contribuire in modo determinante alla  realizzazione  della fase due, quella della riapertura graduale dell’Italia e dei vari settori industriali che la caratterizzano. 
Prevenendo o limitando le conseguenze delle inevitabili ondate di ritorno del COVIT-19 nei prossimi mesi, come sta già accadendo in Cina ampliando  le strategie  già descritte . 
Mentre si investe per la creazione di uno o più vaccini in uno scenario di più lunga scadenza.

 

(1)      https://informatori.it/flash-news/economia/lindustria-farmaceutica-italiana-scenario-e-prospettive-di-sviluppo-al-2030/

(2)        http://www.farmindustria.info/agenda-covid-19/agenda.pdf?event=no

 

(3)      https://www.prnewswire.com/it/comunicati-stampa/covid-19-menarini-diagnostics-kit-di-diagnosi-in-20-minuti-833399963.html

 

(4)       https://www.blitzquotidiano.it/salute/coronavirus-scaccabarozzi-farmindustria-vaccini-3163311/

19-04-2020
Autore: Prof. Corrado Cutrufo
già quadro di Menarini Ricerche
meridianoitalia.tv