di Veronica Rauso

Lo scorso 22 settembre si è tenuto il forum permanente del CNEL sulla NEXT GENERATION UE per Uguali Opportunità. Momento importante al quale hanno partecipato i vari attori istituzionali e le parti sociali, tra cui possiamo annoverare l’INT Istituto Nazionale Tributaristi, Confindustria, Casartigiani, Regione Lazio, ed esponenti politici.

Tale incontro è stato l’occasione per ribadire con forza alcuni concetti che sentiamo da diversi mesi. Argomento principe è stato quello della Next Generation EU cioè l’insieme di misure che dall’Europa, per il periodo che va dal 2021 al 2027, serviranno a finanziare, i Paesi europei nel periodo di ripresa economica sostenendo gli investimenti nella transazione digitale e nel settore del verde. Investimenti che saranno finanziati per un importo pari a 750 miliardi che la Commissione Europea reperirà sul mercato emettendo titoli garantiti dal bilancio europeo così ripartiti: 500 miliardi destinati a sovvenzioni e 250 miliardi messi a disposizione degli Stati come prestiti da restituire.

Tre sono le parole chiave che la fanno da padrona: convergenza, resilienza e trasformazione, e rappresentano i tre canali da utilizzare per rimodellare e riformare il Paese in modo pragmatico nella fase post Covid. Quattro sono i settori di intervento,

1.    le infrastrutture sostenibili,

2.    la ricerca innovazione e digitalizzazione,

3.    PMI,

4.    investimenti sociali e competenze.

Proprio per questo l’investimento più importante dovrebbe essere fatto nelle infrastrutture sociali, dotando e/o potenziando la fibra in alcune zone in maniera da permettere, da un lato, il ripopolamento di quei borghi ormai vuoti e, al contempo, permettere alle madri single di poter lavorare in smart working riappropriandoci del vero significato di questo concetto.

Iniziare percorsi formativi a distanza anche attraverso accordi con le università telematiche in modo da permettere a chi vive in posti disagiati di poter migliorare il proprio livello culturale e quindi avere maggiori opportunità nell’accedere al mondo del lavoro.

Creare, attingendo al fondo di ricerca e digitalizzazione, borse di studio e fondi di ricerca da destinare alle donne che vogliono rimettersi sul mercato del lavoro o intraprendere la carriera imprenditoriale, o soltanto per avere un’opportunità lavorativa. Per far ciò diventa indispensabile creare un mercato ad hoc in cui la donna può esprimere il suo potenziale senza entrare in competizione con l’universo maschile, ma come elemento di complementarietà.

Disincentivare l’attuale mentalità per cui la donna deve occuparsi della gestione familiare rinunciando alla personale ambizione lavorativa, al contempo ridurre il flusso di assistenzialismo, incentivando in ambito familiare le responsabilità anche sugli uomini. L’imprenditoria femminile è il mercato al quale puntare, creando e finanziando dei corsi sulla digitalizzazione delle imprese, tanto da valorizzare il sistema donna favorendo percorsi formativi manageriali e far sì che i livelli occupazionali passino dall’attuale quarantanove per cento al sessanta per cento, generando, così, un aumento dell’uno per cento del PIL. 

12-10-2020
Autore: Veronica Rauso
Tributarista INT Istituto Nazionale Tributaristi L.4/2013
Coordinatrice Commissione Pari Opportunità
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