di Salvatore Cuomo
Da qualche tempo e sulla bocca ormai non solo degli addetti ai lavori il tema della riforma fiscale.
E questo grazie anche ad alcune interviste rilasciate dal Direttore dell’Agenzia delle Entrate Ernesto Maria Ruffini che così facendo ha posto all’attenzione dell’opinione pubblica oltre che delle Istituzioni il tema in oggetto non senza qualche iniziale polemica a mio parere errata.
Il Ministro delle Finanze Gualtieri ha più volte accennato pubblicamente ai lavori in corso del governo e del suo Ministero finalizzato a varare il progetto che verosimilmente vedrà la luce nei suoi contenuti almeno in parte con la prossima manovra di fine anno.
Sta finalmente prendendo forma una Riforma importante per il futuro del nostro paese in quanto da questa dipendono gli approvvigionamenti delle risorse con cui sono garantiti il welfare e tutti gli strumenti essenziali per la nostra comunità Sanita Sicurezza Infrastrutture ecc… e la cui semplificazione applicativa può togliere il freno a mano della farraginosità delle norme e della burocrazia di cui sono intrise che frena la crescita del nostro Pil caratterizzato da un indice 0 virgola o poco più da almeno un ventennio.
Si sono aperti diversi tavoli di concertazione in contesti professionali ed imprenditoriali con l’intento di fornire a Governo ed Istituzioni spunti utili per la realizzazione della stessa, penso ad esempio alla iniziativa del Consiglio Nazionale dei Dottori e Commercialisti che ha affidata la Presidenza di un gruppo di lavoro dedicato a Carlo Cottarelli.
Tra questi anche l’Istituto Nazionale Tributaristi ha istituito un Comitato presieduto da Giorgio Benvenuto, noto ai più come Sindacalista e Parlamentare ma anche uno dei maggiori artefici dello Statuto del Contribuente, ed all’interno di questa una Commissione della quale il sottoscritto è stato chiamato a coordinarne i lavori, indirizzati alla raccolta tra i 15 componenti di suggerimenti di semplice applicazione , dal taglio pratico ed a costo minimo se non zero per l’Erario, da portare all’attenzione del Parlamento a corollario della Riforma in cantiere.
Questa scelta operativa è giustificata dalla convinzione che non debbano essere i “tecnici” ma la Politica a definire le linee programmatiche della Riforma che non è solo la trasposizione in un codice delle regole di calcolo ed imposizione ma uno degli strumenti con il quale indirizzare lo sviluppo dell’economia e non solo del nostro Paese.
Può essere decisivo riservare una diversa tassazione a favore di un comparto rispetto ad altri come pure l’influenzare con una manovra di carattere tributario gli aiuti alla famiglia quale nucleo fondante della nostra comunità con ad esempio l’introduzione nel nostro ordinamento di una fiscalità di genere.
Alla Politica possiamo dare un concreto aiuto nel suggerire strumenti e temi ma solo a questa spetta la responsabilità per il ruolo assegnato dalla Costituzione al Legislatore.
A noi cittadini e contribuenti, se insoddisfatti, spetta semmai una maggiore attenzione sulle scelta che esprimeremo nel segreto dell’urna quando saremo chiamati al voto.