di Raffaella Pergamo

Se riflettiamo su cosa in particolare ha accompagnato le lunghe giornate di quarantena, il pensiero va subito al cibo e alla consapevolezza delle scelte di acquisto degli italiani che hanno preferito prodotti locali e di qualità nonostante le restrizioni e le attese e anche, in alcuni casi, un minor reddito temporaneo.

Da uno studio recente del CREA (RRN 2020, De Maria, Solazzo, Zezza), infatti, il settore agricolo italiano ha risentito meno degli effetti negativi della pandemia, rispetto agli altri paesi europei, anche per la maggiore diffusione sul territorio nazionale delle filiere agroalimentari (nazionali e locali). La difficoltà del momento vissuto ha evidenziato che l’agricoltura con la sua rete di produttori e con gli investimenti già effettuati per accrescere la qualità dei prodotti e la tutela della biodiversità non ha subìto frenate brusche anche grazie ai controlli sanitari e fitosanitari esistenti e alle buone pratiche nei trasporti e nella sicurezza alimentare che hanno mantenuto e consolidato la fiducia nei sistemi nazionali di approvvigionamento e vendita.

 Ma cosa accade ora nella cosiddetta fase due, di uscita dalla pandemia? Sicuramente assisteremo ad un rafforzamento delle filiere corte perché la carenza degli alimenti essenziali deve essere scongiurata; allo stesso tempo, ci si avvia ad una maggiore consapevolezza sugli aspetti nutrizionali di quanto arriva sulle tavole, mangiando meno e meglio, riducendo gli sprechi e prevedendo un’etichettatura dei prodotti alimentari e degli ingredienti primari, anche su base volontaria ma sempre finalizzata alla sostenibilità degli alimenti e dei processi di ottenimento degli stessi. Dovremmo anche avere tecniche di coltivazione improntate alla sostenibilità, come la maggiore diffusione del biologico, che la strategia Farm to Fork vuole estendere al 25% della SAU entro il 2030 e che dovrebbe attirare forza lavoro giovane e nuove figure imprenditoriali. La connessione in banda larga su cui si sta già investendo con la politica di sviluppo rurale del periodo 2014/2020 consentirà anche la diffusione di strumenti di precisione e del digitale in agricoltura, per migliorare le tecniche agricole e per aumentare la qualità della vita nelle aree rurali ed anche una maggiore trasparenza nelle varie fasi della catena del valore. L’agricoltura della fase due, quindi, è legata al territorio e vuole il recupero di tecniche agronomiche tradizionali, con un’auspicata riduzione dell’utilizzo di pesticidi chimici e dei fertilizzanti; la cura del suolo diventa una fase importante privilegiando per la stessa, nutrienti organici e microrganismi, che ne migliorano la fertilità e riducono l’inquinamento; per finire l’innovazione tecnologica consentirà il risparmio idrico e il monitoraggio delle quantità ottimali di acqua per il suolo.

Il consumatore gioca un ruolo altrettanto fondamentale in questo momento di emergenza sanitaria e in quello immediatamente successivo perché si avranno filiere maggiormente sostenibili soprattutto se cambieranno anche le scelte alimentari; la Commissione Europea ha rilevato che oggi circa il 68% dei prodotti più venduti per bambini siano cibo spazzatura e le diete dei cittadini europei sono piene di zuccheri, grassi e sale. Introdurre diete alimentari equilibrate significherà anche salvaguardare ricette della nostra tradizione oltre che dimezzare gli sprechi alimentari e implementare modelli di economia circolare, in cui gli scarti hanno valore e possono facilitare la rigenerazione ambientale. Non è ancora chiaro se poi si diventerà in larga massa vegani, dato che la Commissione indica carne rossa e insaccati come dei nutrienti negativi o se, come qualcuno ipotizza, ci si avvierà verso una produzione in laboratorio con enzimi e ingegneria genetica; certo è che l’agricoltura ha difeso il suolo ruolo primario e di congiunzione tra natura, sistemi alimentari e biodiversità. Salute e benessere vanno di pari passo con competitività e resilienza dei sistemi locali e la pandemia ha solo anticipato l’inizio della transizione verso un modello in cui l’agricoltura garantirà un equilibrio tra ambiente e alimentazione ed un futuro migliore a tutti noi.

31-05-2020
Autore: Raffaella Pergamo
Economista e Ricercatrice del CREA
Consiglio per la Ricerca e analisi dell’economia agraria
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