di Salvatore Cuomo

Una riflessione sulla contrapposizione in atto tra schieramenti, divisi sulla liceità della estesa applicazione decisa dal governo Draghi di questo  strumento che avrebbe come scopo la tutela della salute fisica ed economica del nostro paese.

Voglio partire dal ricordo di una vicenda che nel 1973 sfiorò la mia famiglia di origine campana tra  i nonni oltre che molti tra zii e nipoti, per fortuna senza strascichi.

Una epidemia di colera colpì all’epoca parte del sud dell’Italia  ed in particolare modo Napoli ed i suoi dintorni.

Dalla lontana America arrivò la salvezza grazie anche alle manifestazioni di protesta delle popolazioni locali che “sollecitarono” a gran voce il vaccino, visto allora quale unica possibile via di uscita anche se anni dopo si seppe che era di efficacia assolutamente minima.

Da li il disporre l’obbligo vaccinale generalizzato da parte del governo fu un attimo ed in una settimana, senza che ci si chiedesse  nulla circa il chissà quale intruglio venisse loro iniettato con quell’archibugio visibile in foto che oggi avrebbe fatto  gridare a chissà quale scandaloso crimine verso l’umanità, vennero vaccinate oltre 1 milione di persone e la pandemia terminò di li a poco.

È vero che all’epoca la fuoriuscita dall’emergenza avvenne più per altri fattori quali igiene domestica ed il controllo del mercato alimentare dei molluschi ma sappiamo che l’attuale epidemia in atto può essere debellata  dai vaccini e che presto ve ne saranno disponibili altri più efficaci e da più ampio spettro utile per fronteggiare le nuove varianti.

Oggi inoltre ci troviamo davanti a movimenti di protesta contro la dittatura del Green Pass che evocano complotti volti a sovvertire ordini precostituiti.

Uno strumento che ricordo essere non solo italiano ma Europeo ed usato in forme analoghe anche in altri paesi come Israele e la cui diffusione ed utilizzo, come disposto dal Decreto approvato giovedì scorso dal nostro Governo,  intende facilitare la fruizione di servizi  collettivi quali la ristorazione e l’accesso a cerimonie musei palestre stadi ecc… e che prossimamente,  come preannunciato da Draghi stesso in conferenza stampa, con le dovute cautele verrà esteso a trasporti lavoro e scuola.

Questo sottolineando  l’importanza della contemporanea avanzata della campagna vaccinale in atto e l’adozione del Green Pass quale strumento utile a  consolidare la ripresa in  atto  dell’economia ed evitare nuove e più dannose chiusure delle attività.

I numeri sembrano confermare l’efficacia della campagna vaccinale,  non tanto nella assoluta efficacia degli stessi vaccini quanto piuttosto nella loro capacità di ridurre gli effetti negativi del contagio, niente di diverso dalle campagne antinfluenzali che non sempre hanno evitato la malattia ma ne riducevano sensibilmente la sintomatologia.

Una corretta e più puntuale  informazione non condita da enfasi emotive faciliterebbe un più sano approccio pragmatico da parte dei cittadini circa la scelta di  vaccinarsi o meno.

Non certo quella che circola oggi nei media e nei social che diffonde diffonde timori ingiustificati sia da una parte che dall’altra come pure il paventare un subdolo ritorno alle dittature del novecento sulle cui macerie ideologiche ci stiamo ancora muovendo.

Comunque un merito a questa pandemia va dato:

la presa di coscienza in molti di noi che c’è ancora tanto da fare per ricostruire il senso civico di una comunità,  che non può essere colto nei “balconi” del primo lockdown o nei festeggiamenti di piazza per l’Italia campione a Wembley.

come pure dell’esigenza di ritorno all’uso di una visione politica lungimirante da parte nostre rappresentanze in Parlamento e nelle Istituzioni che vada oltre l’orizzonte della  legislatura in corso.

29-07-2021
Autore: Salvatore Cuomo
Esperto fiscalista con Studio a Roma, membro dell’Istituto Nazionale Tributaristi e socio fondatore dell’associazione NetProf - rete tra Professionisti
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