di Loredana T. Pedata
l 27 maggio scorso, in occasione del trentennale della ratifica della Convenzione di New York, l’Autorità garante per l’Infanzia e l’Adolescenza ha richiamato tutti, singoli ed istituzioni, a restituire libertà ai più piccoli garantendo loro la tutela dei diritti al gioco, alla salute, alla socialità, alla sicurezza. Tutti questi diritti sono stati gravemente compromessi dalla pandemia ed ora gli adulti hanno il compito, e soprattutto la responsabilità, di affiancare e sostenere i minori nel loro percorso di recupero di tali garanzie.
Per questo motivo, prenderà ora il via “Liberi di crescere”: la campagna di comunicazione promossa dall’Autorità garante, intende sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema dei diritti dei bambini e degli adolescenti, richiamando la Convenzione Onu.
I bisogni dei minori, di adolescenti e bambini, durante la pandemia sono stati inevitabilmente messi in secondo piano rispetto alla necessità di mobilitare tutte le risorse per combattere il virus. Le conseguenze delle limitazioni imposte per la tutela della salute pubblica hanno compresso, e talvolta azzerato, una serie di diritti che sembravano definitivamente acquisiti, come quelli all’istruzione, alla socialità, all’ascolto, alla partecipazione, allo sport e al tempo libero.
Questo deve ora essere riconosciuto per evitare che restino inevasi i bisogni fondamentali degli adulti del futuro.
“Sottovalutare l’impatto del Covid- 19 anche tra i più giovani rischia di trasformare una emergenza sanitaria come quella che stiamo vivendo non solo in una crisi economica, ma anche in una crisi dei diritti dei bambini e dei ragazzi. Inoltre sebbene sia ancora prematuro tracciare un quadro preciso delle reali conseguenze della pandemia sul benessere mentale dei più piccoli, cominciano ad essere disponibili dati poco rassicuranti” (Vicari e Di Vara, 2021: 12).
Non è facile descrivere un fenomeno così complesso e tuttora in atto, ma è possibile affermare che alcuni trend negativi sono già in corso e che è necessario intervenire sulle conseguenze di questa terribile pandemia e sulla salute psichica dei più giovani.
Il benessere e la sicurezza dei più piccoli sono stati pesantemente assediati, in maniera diretta e indiretta, a causa del riflesso delle condizioni familiari, emotive e psicologiche di chi li circonda. Per tutto il tempo, i bambini hanno respirato e continuano a respirare l’aria che li circonda, densa di incertezze, paure e pensieri.
Certamente gli adulti sono stati assorbiti da conseguenze gravose di questa pandemia che ha messo in discussione e incrinato definitivamente equilibri economici, sociali, interpersonali.
In questo clima di urgenze, pochi hanno posto lo sguardo su coloro che solitamente cercano “nei grandi” risposte e rassicurazioni. Questi adulti hanno dovuto, nel frattempo, fare i conti con sé stessi e con le proprie paure.
Inoltre, grandi e piccini sono stati costretti a rivedere i propri spazi di vita, con non poche difficoltà.
Secondo l’UNICEF, almeno 139 milioni di bambini ed adolescenti nel mondo hanno vissuto per almeno 9 mesi un regime restrittivo obbligatorio di permanenza a casa e per poco meno di 200 milioni la permanenza a casa è stata raccomandata (UNICEF, 2021).
L’Istituto Gaslini di Genova, sin dalle prime fasi della pandemia, come molti altri istituiti, ha attuato un programma di sostegno e di monitoraggio delle condizioni dei bambini e delle loro famiglie, con l’obiettivo di individuare precocemente possibili situazioni di criticità. Tale programma ha costituito un valido aiuto nella fase acuta della pandemia, ma ha anche permesso di attivare un nuovo servizio, che potrebbe essere utilizzato in futuro per ridurre i rischi di sintomatologie post-traumatiche (Uccella, 2020).
L’analisi dei dati di famiglie con figli minori di 18 anni a carico, ha evidenziato che nel 65% e nel 71% dei bambini con età rispettivamente minore o maggiore di 6 anni sono insorte problematiche comportamentali e sintomi di regressione. Nei bambini ed adolescenti (6-18 anni) i disturbi più frequenti interessano la componente somatica (disturbi d’ansia e somatoformi) e disturbi del sonno; in particolare è stata osservata un’aumentata instabilità emotiva con irritabilità, cambiamenti del tono dell’umore ed una significativa alterazione del ritmo del sonno come in una sorta di “jet lag domestico” (ibidem).
Oltre a quanto emerso da questi dati, è bene considerare che non tutti i bambini o adolescenti manifestano le stesse reazioni psicologiche. La National Child Traumatic Stress Network (NCTSN) ha evidenziato alcuni indicatori da tenere in considerazione rispetto al benessere dei propri figli (Brymer M. et al., 2020) puntualizzando una serie di difficoltà specifiche per fasce di età che sono insorte e che potrebbero insorgere quali paura, tristezza, difficoltà di concentrazione, comportamenti oppositori ed altro.
Nella realtà italiana, ad alcuni mesi dall’inizio della pandemia, numerose strutture ospedaliere con reparti specializzati nella gestione dell’urgenza psichiatrica in età adolescenziale, hanno segnalato un allarmante aumento di accessi al pronto soccorso e di ricoveri di ragazzi e ragazze in stato di sofferenza psicologica acuto (Lo Parrino R., et al., 2021) con sintomi diversi: autolesionismo, disturbi alimentari, consumo di sostanze d’abuso, disturbi di panico e d’ansia acuti, stati dissociativi con alterazioni senso-percettive, atti lesionistici anche gravi, fino ai tentativi di suicidio.
La mancanza di libertà che stiamo vivendo, e soprattutto abbiamo vissuto, ci spinge a cercare nuovi equilibri e ancora più per i giovani rappresenta un importante fattore di difficoltà e di disagio. La libertà, nella fase adolescenziale, costituisce bisogno primario, poiché consente loro di dare un senso ed una forma al processo di individuazione e concretizzazione di un’identità e fiducia nelle proprie capacità (Biondi G., 2020). La chiusura delle scuole, non avere la possibilità di ritrovarsi con gli amici, il lockdown hanno messo in pausa momenti di sperimentazioni, mediazioni, conoscenze importanti nella vita di un adolescente.
Così come i più piccoli, anche e soprattutto gli adolescenti si troveranno costretti ad affrontare delle difficoltà dovute ai tanti cambiamenti che si concretizzeranno una volta finita la pandemia e che si manifestano attualmente. Dover riprendere a frequentare la scuola in presenza, poter uscire con gli amici, andare a cena fuori, incontrarsi all’aperto saranno “comportamenti normali”, che avranno un sapore diverso dal solito.
Ognuno di noi dovrà fare i conti con il “fuori”.
I giovani manifestano un’ambivalenza tra il forte desiderio di poter uscire, riprendere i legami e l’insicurezza per come sarà vivere tutto questo con le mascherine, i distanziamenti e le limitazioni a cui sono obbligati (Biondi G., 2020).
In questo momento tutti, adulti e bambini, dovrebbero darsi e dare “ascolto”, facendo emergere i contenuti emotivi e accettando, accogliendo e condividendo le difficoltà emotive che tanto ci stanno attraversando. In un momento di stravolgimenti importanti e nuovi assetti (nonché perdite) personali e sociali è necessario ripartire dall’ascolto di sé stessi e degli altri.
Riferimenti bibliografici
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Vicari S., Di Vara S., Bambini, adolescenti e Covid-19. L’impatto della pandemia dal punto di vista emotivo, psicologico e scolastico, Erickson, Trento, 2021.
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