di Annalisa Libbi
Lo scorso 3 dicembre, all’Inalpi di Torino si è concluso il CalmoCobra live di Tananai e, i numerosi fan accorsi hanno avuto la piacevole sorpresa di un pezzo inedito che il giovane cantautore ha spiegato di aver scritto, tra una tappa e l’altra del tour, declinando in musica e parole l’esperienza, non nuova ma particolarmente intensa, delle tante interazioni con i fan.
Sebbene il nuovo album fosse uscito appena quindici giorni prima della data zero, il 2 novembre a Jesolo, la partecipazione non ne ha risentito sia in termini di numeri che di effettivo coinvolgimento durante i concerti.
Un tour che ha visto la maggior parte delle date sold out, come quella doppia a Milano, al Forum, luogo al quale il giovane cantautore non è nuovo ma che, nella performance del 4 e 5 novembre scorsi, ha dato vita ad un tale feedback emotivo che, qualche volta, le canzoni si sino interrotte per consentire all’artista di gestire la commozione.
E, se nei live tour precedenti ci si era abituati a palchi originali ma essenziali, al calmocobra live, lo stage set è diventato l’artista aggiunto sul palco poiché, nel suo assetto, era possibile ritrovare quell’esigenza di condivisione, del “qui e ora”, della vita, che è la cifra stilistica di questo giovane cantante.
Sul palco, quindi, Tananai si muove tra panchine, lampioni e scale in linea con il suo mood e, per tutto il concerto, l’artista guida il pubblico attraverso canzoni significative della sua produzione precedente, “Calcutta”, “Abissale”, “Tango”, e i pezzi nuovi, dal suo ultimo album Calmo Cobra, che, come nella realtà, stanno tra l’asprezza di “Fango” e “Punk Love Storia” e la dolcezza di “Vaniglia” e “Androne”.
I pezzi si susseguono come a voler rappresentare il percorso compiuto dall’artista che, dal suo esordio al grande pubblico di Sanremo 2022, un fortunatissimo ultimo posto, ha saputo trarre un insegnamento di grande crescita umana e professionale.
Quando presenta “Sesso Occasionale”, Tananai afferma di essere grato a quel Sanremo in cui è andato “tutto storto” riconoscendo, così, la valenza educativa degli errori che, probabilmente, sul palco sono rappresentati dalle macerie poste sullo sfondo.
Se la qualità retorica di Tananai è evidente, non meno rilevante è la musica dei suoi abilissimi ed affiatati musicisti che rendono la performance live perfettamente equilibrata in un vicendevole lasciarsi spazio e sostenersi; Tananai li chiama i suoi fratelli e tanta è la consapevolezza del loro ruolo di complementarità che, alla conclusione dei concerti, lo troviamo al lato del palco ad applaudirli.
Così, all’ultima data, Tananai dedica una canzone d’amore ai suoi fan: una canzone che spiega di quell’amore, di cui lui è bravissimo a scrivere, che è il suo modo di intendere la relazione, al contempo intima e universale, che ha con il proprio pubblico. Un racconto della gioia dell’incontro ma, anche, della nostalgia della mancanza, in quell’alternarsi di stati d’animo così ben descritti nel pezzo “Rave Eclissi”.
Al suo pubblico Tananai canta la gratitudine dell’averlo fatto “sentire abbastanza”, un po’ come nella dedica che si legge sulla copertina del suo ultimo CD nella quale riassume ciò che per lui ha consistenza e significato: Sara che lo completa, la famiglia che ha saputo sostenerlo e lo sostiene nella libertà, il suo manager che lo guida professionalmente e in fine, ma non per importanza, “a voi”, scrive, a quell’amore e a quel sostegno dei suoi fan che gli hanno dato la forza di alzarsi ed uscire dalla stanza nella quale cantava “Calcutta”.
Questa sua accurata descrizione in musica potrebbe quasi essere considerata un metodo, una sorta di ingrediente segreto di un artista che, ha fatto dell’essere se stessi, del sapersi fermare anche al culmine della notorietà, del considerare l’autenticità un valore non negoziabile la propria cifra artistica e professionale.
Un metodo che, proprio perché non costruito, ha portato ordine senza sacrificare l’arte e ha consentito a quel ragazzo che, da una “vetrina di un negozio”, al suo primo live, scherzosamente si congedava dando appuntamento al Forum, di calpestarlo davvero quel palco rendendo una performance che ha avuto il sapore di un punto di arrivo e di uno sguardo rivolto ad un futuro che si immagina lungo e di qualità.