di Annalisa Libbi

Tananai esce con un nuovo singolo, “Ragni”, e ancora una volta inserisce il brano in una sorta di percorso che, per chi conosce la sua musica, non è difficile da individuare.
Così torna il tema del freddo, “il freddo cane” “in questa stanza”, che, come nella canzone “Giugno”, è il freddo della solitudine, dell’introspezione di chi sa o vuole guardarsi dentro.

Il luogo dove “fa freddo ma non nevica” come nell’inedito “L’inverno” in cui troviamo una meravigliosa immagine del dolore “di chi ha sofferto e non si vendica”, un concetto che nella canzone “ragni” si rafforza poiché Tananai, con una grande capacità di astrazione, ci spiega che dolore non è sempre e solo “necessariamente sangue”.
Ragni è un pezzo che, sia da un punto di vista musicale che di composizione del testo, è, al contempo, originale e peculiare della misura artistica di questo giovane cantante, anzi cantautore, che dal suo esordio con il grande pubblico di Sanremo, nel 2022, sta mostrando una crescita umana e professionale di senso e di valore.
Come per “veleno”, il brano inizia con una intro che lascia già presagire che, ancora una volta, Tananai, con la sua voce unica, dolce e struggente, metterà chi lo ascolta e lo segue, quelli che lui chiama la sua famiglia, a parte dei suoi moti dell’anima.
Una canzone nel senso classico del termine, non una hit, non un tormentone o un feat, una di quelle ballad che si ascoltano per curarsi.
“Curami”, infatti, è l’imperativo che scorre lungo il testo: una cura che da luogo ad una sorta di “transfert reciproco” e condiviso con chi ascolta e che è forte al punto da generare crescita.
Il video che accompagna il brano, presenta una storyline solo apparentemente non coerente con il contenuto della canzone ma che, in realtà, attraverso una trama definita, fortemente cinematografica e impregnata della cifra stilistica di questo giovane artista, ci mostra proprio il dolore di una transizione di responsabilità con citazioni a metà strada tra “Ghost” e “Quantum Leap” con il protagonista, Tananai, Alberto, evidenziato da un occhio di bue, quasi un fantasma, una condizione che, forse, percepisce nell’ultimo fotogramma del video; da una scatola pesca dei cellulari che l’aiutano a viaggiare nel tempo, ripercorrendo le sue storie passate e capendone gli errori.
L’amore è sempre un tema, un amore che lui cerca, quasi famelico, ma che, col tempo, sta imparando a restituire “se questa vita la dedico a te”, canta, e tanta è la sua “paura degli anni” che si chiede quanto tempo manca a diventare grande ma non sa, forse, che è già successo.

09-09-2024
Autore: Annalisa Libbi
Insegnante, già Vicepresidente di Azione Cattolica dell’Arcidiocesi Metropolitana di Pescara-Penne
meridianoitalia.tv