di Andrea Cucci  

In un momento in cui le sfide della nostra società sembrano agguerrite e le tensioni si fanno sempre più palpabili, il Seminario "Il Valore della Memoria" che ho voluto organizzare con grande passione, si è rivelato una straordinaria oasi di riflessione e impegno.

Gli eventi del 7 gennaio 2024, quei saluti fascisti che hanno scosso la Comunità Ebraica, hanno risuonato come un campanello d’allarme, sollevando l’urgenza di richiamare l’attenzione sulla memoria come fondamento sul quale costruire il nostro futuro. Da qui sono scaturite una serie di riflessioni personali che mi hanno condotto attraverso un viaggio interiore tra passato e futuro.

 L'indifferenza delle istituzioni dinanzi a simili manifestazioni intrise da un inquietante sapore di revanscismo, sono una ferita aperta nella nostra coscienza collettiva, di fronte alla quale mi sono interrogato su quale possa essere il mio contributo per guarire questa ferita, per non rimanere in silenzio di fronte alle ingiustizie.
 

Le storie di chi ha patito sotto il giogo fascista, il coraggio di chi ha saputo resistere e le lacrime di chi ha perso tutto, subendo le conseguenze di quel periodo oscuro, mi hanno spinto a riconsiderare la mia connessione con la storia nazionale, aiutandomi a comprenderne l’inestimabile valore.

 

Chi ritiene che questi siano soltanto frammenti di un’epoca ormai conclusa e relegata nel passato commette un grave errore, perché le storie di chi ha sofferto e di chi ha saputo resistere rappresentano le radici della nostra identità, sono le trame della nostra esistenza che rendono viva una memoria che va necessariamente alimentata con la forza dei nostri racconti e con il peso della nostra responsabilità.

 

Ogni storia, ogni episodio di coraggio e di resistenza, ogni lacrima versata rappresentano i mattoni con i quali costruiamo un ponte che unisce il passato al futuro. E’ dunque importante diventare custodi di questi racconti, narratori instancabili per non consentire che il vento porti via la memoria di chi ha sofferto.

 

L’attuale scenario socio-politico rende più che mai urgente un impegno culturale collettivo che possa tradurre la memoria in un atto di forte resistenza contro il più grande dei mali moderni: l’indifferenza. Quella stessa indifferenza che conduce le attuali generazioni a dimenticare il passato.

 

Noi non vogliamo e non possiamo dimenticare. Perché la memoria ci rende umani, ci spinge verso un profondo senso di giustizia e ci fa desiderare una società fondata sul rispetto, sulla comprensione e sulla tolleranza.

Alimentare la memoria con uno sguardo al futuro ci consente di diventare architetti di un’Italia che apprende dalla storia, che abbraccia le diversità e che respinge ogni forma di odio e discriminazione, nella quale il nostro impegno collettivo diventa una tessera essenziale nel mosaico di una società più giusta e umana.

 

Uniti nel ricordo e nell’impegno, possiamo plasmare un futuro in cui la luce della memoria illumina ogni oscurità, facendo cultura, continuando a raccontare le nostre storie di coraggio e di speranza alle generazioni future per far comprendere ai nostri figli che costruire una società migliore è possibile.

27-01-2024
Autore: Andrea Cucci
Segretario Circolo Economy Dem
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