di Francesco Tufarelli
E fu così che nello spazio di 24 ore l’Europa perse due alfieri. Per chi è abituato al gioco degli scacchi questa affermazione non necessita di ulteriori spiegazioni, per chi invece ne fosse a digiuno basti sapere che l’alfiere è il pezzo più divertente, più eclettico ed insieme più pericoloso della scacchiera. Capace di scatti brevi, come di ampie cavalcate, ma anche di prodigiose e tecniche retromarce. Il tutto finalizzato a proteggere il re e ovviamente a vincere la partita. Questo sono stati Wolfgang Schäuble e Jacques Delors per i loro Paesi ma ancor più per l’Unione europea.
Negli anni in cui Delors, dopo una solida carriera in patria, presiedette la Commissione europea per la seconda volta, Schäuble si misurava in un compito straordinariamente faticoso, ma allo stesso tempo affascinante e funzionale alla realizzazione di una vera Unione europea e cioè la riunificazione della Germania. Socialista il francese, democristiano il tedesco, hanno profondamente segnato la storia del Ventesimo secolo. Definiti ambedue “architetti della politica continentale” hanno vissuto nell’epoca di D’Estaing, di Mitterand, di Kohl e di Merkel senza minimamente subirne il fascino ma collaborando spesso verso obiettivi comuni. Gli alfieri che proteggono i re.
Il libro bianco di Delors, presentato alla Commissione europea nel 1993, costituisce da sempre un capolavoro di sintesi tra crescita, competitività e occupazione. Alcuni principi di quel testo sono ancora oggi un faro per la politica dell’Unione. Il principio fondamentale elaborato da Delors è la valorizzazione del capitale umano lungo tutto il periodo della vita attiva. L’alfiere Delors, in questo caso, attraversa l’intera scacchiera dell’Unione e teorizza l’obiettivo di “imparare ad imparare per tutto il corso della vita”…un gigante. Negli stessi anni Wolfgang Schäuble, su incarico conferito dal Cancelliere Helmut Kohl, re dello scacchiere tedesco ed europeo, da Ministro federale dell’interno si accingeva ad un’impresa ciclopica: riunificare una Germania che all’inizio vedeva solo lui, l’alfiere protegge il re e attraversa anch’esso la scacchiera. L’uomo che, nel 1984, era entrato al governo con l’amletico titolo di Ministro federale degli affari speciali della Germania, è chiamato al compito più difficile e tra tutte le difficoltà si inserisce anche l’attentato del 12 ottobre 1990. L’alfiere scarta di lato, si posiziona sulla sua sedia a rotelle e diventerà un personaggio iconico, appoggiando Helmut Khol nel progetto di adesione alla moneta unica europea.
Solo nel 1998, vedendo in anticipo la sconfitta a cui Helmut Kohl sarebbe andato in contro, propone al suo re una sorta di “arrocco”. Kohl si rifiuta e l’alfiere si ritira in buon ordine. Dal 2005 in poi risulterà decisivo anche per la politica della “Regina di Germania”, la tedesca dell’est Angela Merkel.
Per chiudere con l’alfiere francese, giova ricordare che, alla fine della sua esperienza da Presidente della Commissione viene invitato dalla sinistra francese a candidarsi alle presidenziali del 1995, favoritissimo dai sondaggi. Qui, davanti alle telecamere con una platea di oltre 13 milioni di spettatori, Delors stupisce tutti e compie la più clamorosa delle sue retromarce. Ritiene concluso il suo impegno politico, l’alfiere attraversa l’intera scacchiera per dedicarsi ad un nuovo progetto la fondazione del think tank “Notre Europe”. Tuttavia facendo onore al suo ruolo di alfiere accettò di presiedere il comitato elettorale del nuovo re: Lionel Jospin sconfitto da Jaques Chirac.
In anni recenti, nel nostro Paese, ha avuto un enorme successo una canzone dal titolo “Una vita da mediano”, questa è diventata quasi un paradigma di vita. I due politici che ci hanno lasciato nei giorni di Natale, hanno invece condotto una vita da alfieri, capaci di essere condottieri e allo stesso tempo gregari, protagonisti e ascoltati consiglieri, in nome di quel sogno europeo che ancora resta per molti aspetti una chimera. Per coloro che credono e amano essere un po' dissacranti non è un caso che il Signore abbia chiamato a sé, per essere informato sulle sorti europee, un francese e un tedesco, così…per sentire ambedue le campane. Per coloro che non hanno questa fortuna solo una coincidenza.