di Camillo della Nebbia
Domenica 15 ottobre ad Ortona si è svolta la 3^ edizione dell'Ortona Challenge. Di corsa nella storia, una manifestazione sportiva dal profondo significato storico e sociale, da carattere fortemente inclusivo perché aperta a tutte le età, ad atleti professionisti, persone disabili e a chi desidera semplicemente farsi una passeggiata tra le vie e i vicoli che furono, 80 anni fa, teatro della battaglia passata alla storia come la Stalingrado d'Italia.
A quest'edizione, si è avuta una vera chicca con la partecipazione del professor Tommaso Caraceni, ultranovantenne che ha vissuto la fuga dalla città e ha visto in diretta le conseguenze distruttive della guerra di cui, pubblicamente, ha raccontato diversi episodi che hanno commosso i partecipanti alla corsa.
Una giornata resa speciale dalla nutrita presenza di runners, oltre 400 e dalle musiche suonate da 18 poliziotti canadesi dell'Edmonton Police Service Band pipes and drums e dal Gruppo Storico di sbandieratori e musici "I Farnese" della città di Ortona. Una splendida giornata di sole ha sorriso agli atleti che hanno vissuto un continuo susseguirsi di emozioni, ben raccontate al termine della gara quando con soddisfazione hanno detto o magari solo pensato, "per fortuna che io c'ero". Gli organizzatori della corsa, Ortona for Runners, una piccola associazione sportiva dilettantistica e l'Associazione culturale Crossroads di Ortona hanno messo su un'organizzazione fantastica che ha permesso a chiunque di godere di una giornata davvero memorabile. Il comune di Ortona e per la prima volta la provincia di Chieti hanno patrocinato l'evento e il sindaco, Leo Castiglione, oltre a mandare i saluti all'Ambasciatrice Canadese, Elissa Golberg ha promesso un maggiore impegno perchè la corsa possa crescere sempre di più negli anni coinvolgendo ancora di più il territorio e le istituzioni locali e nazionali.
Quest'anno la corsa si innesta in un cartellone ancora più ampio di eventi, iniziati già l'8 settembre con la rievocazione al teatro Tosti della fuga del Re Vittorio Emanuele III, per rendere omaggio all'80 anniversario della battaglia del 1943.
Ortona fu teatro, infatti, nel novembre-dicembre 1943, di una delle più cruente battaglie sul fronte italiano della 2^ Guerra Mondiale.
Porto dell’Adriatico, estremità orientale della Linea Gustav, Ortona fu davvero un sanguinoso campo di battaglia tra gli Alleati, con l’VIII Armata Britannica al comando del Maresciallo Montgomery e dall’altra parte la X Armata Germanica alla guida del Maresciallo Kesserling.
Montgomery, consapevole dell’importanza strategica della località, la cui conquista poteva aprire la via per Roma più rapidamente che non passando per Cassino, attaccò strenuamente con le sue truppe, ossia i Canadesi della I divisione e gli Indiani dell’8°.
Sul versante germanico i paracadutisti della Divisione, insieme alla 90a Divisione Panzergranatieri, dopo un mese di combattimenti, alla fine si ritirarono a nord della città, ma facendo esaurire la spinta in avanti degli Alleati.
Ortona e le sue frazioni uscirono completamente distrutte dai combattimenti che si svilupparono “casa per casa”, tanto che la battaglia fu definita la Stalingrado italiana, utilizzando quella che fu definita la “Tattica del Topo”. Purtroppo ancora oggi, come si è visto in Israele, in Ucraina e nel recente passato in Siria ad Aleppo, rimangono ancora attuali le tecniche di guerra urbana messe in campo dai soldati canadesi a Ortona.
Nei combattimenti persero la vita poco meno di 1600 abitanti della città (su un totale di circa 10000) cui si aggiungono 800 Germanici e quasi 1400 Canadesi.
Prossimo importante appuntamento importante per la città sarà l'11 Novembre presso il cimitero militare canadese "Moro River", sulla collina di S. Donato di Ortona, per la commemorazione del Remembrance day, il giorno dedicato ai caduti del Commonwealth della 1^ e 2^ Guerra Mondiale.
Attesa la presenza dell'ambasciatrice canadese in Italia, Elissa Golberg e le principali autorità religiose, civili e militari del territorio regionale e dove, certamente, non mancherà l'occasione di rinsaldare il legame con tutte le comunità straniere.