di Elvira d'Ippoliti
“In ognuno di noi c'è una parte ecologica per se stessi, nel senso che serve a salvaguardarci da ciò che per noi potrebbe essere dannoso”. Questa frase racchiude l'essenza di questo romanzo, che è quella di un racconto che parla a tutti noi e indica il ricorso all'aiuto psicologico come strada da percorrere, non nel senso di risolvere facilmente i propri problemi, ma come modo per avere in mano degli strumenti per dialogare meglio con se stessi e guardare in faccia il dolore senza sentire il bisogno – deleterio – di ricacciarlo indietro in un angolo della mente.
Volo Az392 è un romanzo ma è anche una sorta di libro di psicologia, forse un genere nuovo per il quale occorrerebbe coniare una definizione. Diverso dai libri di psicologia che sono scritti con l'intento di “fare star bene” in vari ambiti chi li legge, e diverso anche da un romanzo che scava indirettamente nella psicologia dei protagonisti. In questo libro di spunti di riflessione per costruire il proprio benessere interiore se ne trovano tanti e si leggono con grande coinvolgimento, proprio perché si sta seguendo la storia di una persona, immaginaria ma al contempo reale. Uno su tutti: “Il futuro lo possiamo paragonare a un fiume turbolento, imprevedibile e poco controllabile e, proprio per questo, occorre cambiare la nostra navigazione a seconda delle correnti, non rimanere ancorati alla navigazione precedente, in quanto le situazioni si modificano, così come le correnti”. Rimanere fedeli a se stessi è un atteggiamento, ma è soprattutto un cattivo maestro: bello leggere questa verità tra le righe di un romanzo che sin dall'inizio fa sì che i personaggi diventino per il lettore delle persone conosciute da tempo e alle quali si vuole bene.