di Alessandro Mauriello

FAUSTO VIGEVANI

IL RIFORMISTA CORAGGIOSO TRA SINDACATO E POLITICA

Rileggendo i due bei libri sul Sindacalista di Castel San Giovanni editi dalla casa editrice Ediesse (oggi rinominata Futura) e promossi dall’Associazione Labour Riccardo Lombardi da lui fondata e dalla Fondazione Giuseppe Di Vittorio, con i seguenti titoli :

“Fausto Vigevani il Sindacato e la Politica” del prof. Edmondo Montali e Sergio Negri,” Fausto Vigevani la passione, il coraggio, di un socialista scomodo” di Pasquale Cascella, Giorgio Lauzi, Sergio Negri.

 Si evince non solo il percorso avvincente di un gigante sindacale/ politico; ma anche l’attualità del suo pensiero politico e l’innovazione, di cui era portatore sui molti temi che ineriscono il campo progressista, transizione ecologica, selezione della classe dirigente, riforme sociali ed Europa, Fisco, il  dialogo con i corpi intermedi.

Pensiero e Innovazione politica, che sarebbero state  oggi nella costruzione di questo campo fondamentali dal punto di vista della struttura della piattaforma politica, dal punto di vista dell’orizzonte valoriale di una Agenda progressista e socialista, ne sia prova il Forum Progressive organizzato dal gruppo parlamentare del Pes a Firenze il 12 dicembre 2021 che ha più volte richiamato la necessità di policies in questo senso.

Disegneremo questo profilo di pensiero ricordando Fausto Vigevani, e altri giganti del movimento sindacale e politico del paese insieme a Pasquale Cascella, già addetto stampa del Presidente Giorgio Napolitano e  del Presidente del Consiglio Massimo D’Alema,  già sindaco di Barletta, giornalista politico dell’Unità, saggista sui temi sindacali e autore di importanti libri come Romano Prodi  del 1996, e Cari Compagni, libro intervista a Luciano Lama con due edizioni del 1986 e del 1996.

Come ci può descrivere Fausto Vigevani anche dal suo saggio sul sindacalista di Piacenza?

Fausto Vigevani appartiene quella generazione di dirigenti sindacali, nei quali non vi era scissione tra impegno politico e sindacale.

Non vi era soluzione di continuità o cesura poiché erano due lati dello stesso impegno civile per l’emancipazione dei lavoratori e del mondo del lavoro.

Ciò è stato per altre figure straordinarie del movimento sindacale come Luciano Lama, Pierre Carniti , lo stesso Giorgio Benvenuto, Bruno Trentin, e molti altri che mi scuseranno se non cito.

La stella polare del loro riformismo politico sindacale era l’interesse generale del paese, insieme alle grandi battaglie che Fausto condusse su salute  e sicurezza sui luoghi di lavoro, alle ristrutturazioni della chimica in Emilia Romagna, al tema dell’energia e del fisco, tutti temi dirimenti per la discussione progressista di oggi  per il nuovo modello di sviluppo, non dimenticando l’orientamento fortemente europeista di Fausto.

In parte ho risposto alla sua domanda, per completare dovrei citare il libro scritto a sei mani con Sergio Negri, e Giorgio Lauzi, collega autorevole da poco scomparso.

 Quale fu l’innovazione del suo riformismo sindacale e politico?

Nell’introduzione del libro, di cui sono coautore il compianto Guglielmo Epifani definisce la linea di pensiero di Fausto come orientata ad un riformismo radicale.

Una visione orientata all’innovazione di politiche sindacali, con orizzonti lunghi per obiettivi e strumenti, che si traducessero in proposte operative e obiettivi realizzabili, nell’azione contrattuale e oltre.

Visione che implicava un nuovo modello di sviluppo, relazioni industriali più evolute nella democrazia economica, nell’emancipazione del mondo del lavoro, e della partecipazione dei lavoratori.

Dimostrò tale pensiero nell’affrontare la riorganizzazione della chimica italiana,  quando diresse la categoria dei chimici oggi Filtcem Cgi.

La buona battaglia che condusse su salute e sicurezza sui luoghi di lavoro, e la lotta sugli investimenti per il quadro di coesione del sistema paese, per le aree territoriali depresse del nostro Sud.

Anche da sottosegretario e uomo del nord, comprese molto prima di altri la questione dei divari di cittadinanza, il tema delle disuguaglianze non solo economiche ma sociali e territoriali.

Quale era il legame con Riccardo Lombardi ?

Fausto era uomo rigoroso, esigente e severo con se stesso in prima istanza e poi con gli altri.

Quindi la vocazione politica era attraversata da pragmatismo ma anche da coerenza, con il forte legame nel Psi con Riccardo Lombardi,  figura centrale nel socialismo italiano e della sinistra interna.

Con l’adesione alle riforme di struttura, e all’idea di unità del centro sinistra e del movimento operaio.

Un riformismo illuminista, che guardava alla trasformazione sociale oltre la mera gestione dell’esistente, ma un progetto sociale da latoa politica, di pensiero lungo.

Tanto era forte il legame con Riccardo Lombardi, che fondò una Associazione oggi ancora attiva che si chiama “Associazione  Labour Riccardo Lombardi”, animata da compagni che hanno condiviso il suo percorso nella Cgil e nella politica.

21-01-2022
Autore: Alessandro Mauriello
Associazione Koine’
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