Grandi Donne: scienziate che hanno fatto la storia
di Sonia R. Marino
"Non cerco la fama, né desidero uno status elevato, ma sarò contenta di sapere che il mio lavoro vive dopo di me".
Kono Yasui nasce nel 1880 e cresce nel Giappone del periodo Meji, in un paese in rapido cambiamento per la modernizzazione ispirata al modello occidentale.
Un aspetto centrale del progetto di modernizzazione fu la riforma dell’istruzione, ma anche il modello occidentale non contemplava un pieno accesso delle donne all’istruzione. All’epoca, in Giappone, le ragazze frequentavano scuole separate dai ragazzi e la loro educazione era finalizzata a trasformarle in ryōsai kenbo: "buone mogli e madri sagge".
Kono Yasui, dunque, incontrò molti ostacoli lungo il suo percorso ma riuscì comunque a raggiungere numerosi successi: diventare la prima giapponese a conseguire un dottorato in scienze, con la sua ricerca confutò l’allora spiegazione ufficiale riguardo al processo di carbonizzazione, che si credeva opera di microbi, e propose la nuova teoria
che individuava nei processi fisico-chimici la causa della graduale carbonizzazione; la prima a pubblicare su una rivista scientifica giapponese; la prima giapponese a pubblicare su una rivista scientifica straniera.Nella sua lunga carriera pubblicò un totale di 99 articoli scientifici: sulla struttura della lignite e del carbone bituminoso in Giappone; i cambiamenti che il tessuto vegetale subisce durante il processo di carbonizzazione; la genetica dei papaveri, del mais e di altre specie; gli effetti della ricaduta nucleare sulle piante dopo i bombardamenti atomici di Hiroshima e Nagasaki e altro ancora.
Nel 1914, con l'aiuto del citologo Fuji Kenjiro, Kono Yasui ottenne dal Ministero un finanziamento per studiare all’estero, ma con l’obbligo di:
- studiare anche “economia domestica”;
- dedicare la sua vita alla ricerca e non sposarsi.
L'antropologa Sumiko Otsubo ha scoperto che tra il 1875 e il 1940 il Ministero dell'Istruzione giapponese finanziò un totale di 3.209 borse di studio in Europa e negli Stati Uniti, e tra queste solo 39 erano donne, prevalentemente per studiare inglese o educazione fisica. Erano praticamente escluse dalle materie scientifiche.
E mentre Kono Yasui ottiene la sua borsa di studio per studiare all’estero, nel 1914 nasce Tsuneko Sasamoto, una delle future prime donne fotoreporter giapponesi, tutt’ora attiva per quanto i suoi quasi 107 anni le consentono. Le sue immagini del Giappone pre e post seconda guerra mondiale sono dei classici ormai di valenza storica in quanto raccontano l’evoluzione socio-economica del paese nel suo cruciale e drammatico passaggio da un regime totalitario a una superpotenza economica capitalistica.
Ma facciamo un passo indietro e torniamo agli anni in cui nasce Kono Yasui. Nel 1880 il Giappone aveva aperto già da qualche decennio le sue frontiere commerciali con l’occidente, anche se non proprio di sua spontanea volontà. Questo forzato contatto comportò delle interessanti ricadute artistiche. Alcuni artisti occidentali furono chiamati a prestare la loro opera come consulenti nella neonata Scuola tecnica di belle arti di Tokyo.
Tra questi artisti anche lo scultore palermitano ed ex-garibaldino Vincenzo Ragusa che, proprio a cavallo del 1880, si innamora di una giovanissima modella, Kiyohara Tamayo, e con lei ritorna in Italia. Kiyohara diventa a sua volta una pittrice di grande abilità e oggi le sue opere del periodo italiano sono conservate principalmente in collezioni pubbliche e private a Palermo.
Le vite delle due donne, la scienziata e l’artista, temporalmente si intrecciano nel 1927. Questo è l’anno del conseguimento del dottorato per Kono Yasui e anche quello della celebrazione in Giappone di Kiyohara Tamayo; infatti in seguito alla morte del marito di Kiyohara dei quotidiani giapponesi vennero a sapere della sua storia e pubblicarono un romanzo a puntate su di lei, rendendola famosa in tutto il Giappone.
Kono Yasui dopo il dottorato continua la sua brillante carriera pubblicando 99 articoli scientifici, ma si impegna anche nella promozione delle pari opportunità nella scienza attraverso una campagna per l'istruzione superiore delle donne e l’istituzione di una borsa di studio per le scienziate.
Fu, però, sempre contraria alla formazione di associazioni professionali di genere, in quanto riteneva che esacerbassero la disuguaglianza tra uomini e donne e che fossero una tacita ammissione di inferiorità del lavoro delle donne. Per questo motivo rifiutò la richiesta di unirsi alla Society for Women Scientists.
Dopo una lunga carriera e una vita dedicata esclusivamente alla ricerca raggiungendo molti traguardi e riconoscimenti, Kono Yasui muore a Bunkyō nel 1971.
Proprio in quegli anni in Italia si diffonde la "seconda ondata" del femminismo, non più richiesta di uguaglianza e assimilazione al mondo maschile, ma le giovani donne di quel momento vogliono costruire una società che tenga conto delle peculiarità femminili garantendo allo stesso tempo l'uguaglianza dei diritti.
Non più rinuncia alla propria femminilità e a una normale vita di donne, ma parità di diritti e di possibilità lavorative.
In Giappone tecnologicamente le cose cambiano rapidamente, ma lentamente per l’emancipazione femminile.
Tendenzialmente in molti paesi lo sviluppo economico e tecnologico ha determinato anche un progresso dell’emancipazione femminile, il Giappone è sempre stato l’eccezione che conferma la regola.
Al 2021 il Global Gender Gap Report classifica il Giappone al 120esimo posto su 156 paesi, benché il tasso di partecipazione delle donne nel mercato del lavoro sia buono, pari al 72,6% nel 2019, una percentuale più alta rispetto alla media Ocse.
Un incremento sostenuto dal governo sin dalla fine dello scorso secolo con la womenomics (women + economics) e poi dal 2014 con le riforme finanziarie, fiscali e strutturali dell’abenomics (Abe + economics), volute da Abe Shinzō.
Nonostante ciò è ancora presente una forte disparità salariale, le donne guadagnano in media il 25% in meno rispetto agli uomini, il gap più alto tra i paesi del G7 e il secondo più alto tra i paesi Ocse.
Concludo questo articolo con un tanka, poesia classica giapponese, di una poetessa contemporanea di Kono Yasui, Yosano Akiko, che fu anche protofemminista, pacifista, una delle voci più famose e controverse della poesia giapponese di quell’epoca:
“Amore o sangue?
tutta la primavera
è in questa peonia che mi ossessiona,
scende la notte, sono sola,
sola senza una poesia.”
La biografia di Kono Yasui è tratta dal progetto per la promozione delle pari opportunità e il contrasto agli stereotipi di genere “Grandi Donne” di Integronomia con INBB Istituto Nazionale Biostrutture e Biosistemi ed Ergolab-Unitus.
Parte dell’articolo è la sintesi della conversazione ‘Grandi Donne, scienziate che hanno fatto la storia. La scienza come scelta di vita’ che ho organizzato lo scorso 31 maggio su Clubhouse ospitati da Culturaitalia.
Invitati:
Sonia R. Marino, Presidente di Integronomia (ergonomia e sostenibilità), ideatrice e curatrice di Grandi Donne
Donatella Caione, responsabile di Matilda editrice, libri per l’infanzia
Leonardo Catalano, fondatore di Narcisodautore, creazione di percorsi culturali
Roberto Esposito, it e facility manager di Integronomia
Gaia Riposati, attrice, performer, regista, autrice
Eleonora Sandrelli, responsabile Maec-Museo a Cortona
Mehret Tewolde, CEO di Italia Africa Business Week
Casimiro Vizzini, segretario generale di European University Alliance for Global Health