di Rosa Musto
Come un leader pubblico possa convincere i suoi concittadini ad affrontare un cambiamento radicale del loro stile di vita, così come accade nel caso di una pandemia, lo spiega con chiarezza Ronald Heifetz, un noto studioso di leadership ad Harvard presso la Kennedy School, precisando poi, che quando si vuole convincere le persone ad accettare dei cambiamenti importanti, va riconosciuto che si tratta di un lavoro difficile e rischioso.

Lo studioso, con la sua equipe, invita i leader a lavorare seguendo regole precise e tutte fondate sulla trasparenza e l'empatia per l'attuazione della cosiddetta “leadership adattiva”. Questa dimensione di leadership prevede un agire pubblico fondato su stili di azione precisi, che non si basano solo sul dare le informazioni corrette in modo asettico e imporre misure di comportamento, ma sul presentare significati e contenuti con chiarezza e mostrare soprattutto empatia per i sacrifici che l'applicazione delle misure implica, riconoscendo tutte le difficoltà che comporta in tal caso il lockdown.

Questa è una grande sfida, cioè quella di riuscire a convincere  la maggioranza dei cittadini a condividere la scelta di cambiare il proprio e consolidato stile di vita quotidiana e farlo in modo improvviso e inedito. Una dura realtà che oggi sta impegnando tutti i leader del mondo e per aver successo occorre saper attivare i comportamenti giusti da leader adattivo, cioè essere consapevole che non basta fornire informazioni senza confronto, ma occorra confrontarsi con tutti, le realtà del terzo settore, i sindacati e i giornalisti, cioè essere sempre pronti a rispondere alle loro numerose domande. Un lavoro di squadra sul piano della comunicazione pubblica che deve connettersi costantemente con gli esperti di settore e gli scienziati, che forniscono gran parte dei contenuti, con l'intento di riuscire a offrire risposte chiare ed esaustive per ogni cittadino.
Tutto questo lo sta attuando Jacinda Ardern, dal 2017 leader del Partito laburista in Nuova Zelanda e oggi eletta, al secondo mandato, alla guida del suo paese, dopo una campagna elettorale senza insulti e divisioni. Un atteggiamento confermato anche dalla sua antagonista Collins, conservatrice, che fino alla fine della campagna elettorale ha mostrato correttezza e gentilezza, un'ottima caratteristica “al femminile”, che queste due donne stanno offrendo alla politica del presente, contro le tendenze degli altri leader uomini.
Oggi i neozelandesi si fidano di Ardern e della sua lotta al covid19. Ha chiuso velocemente le frontiere del paese scegliendo un lockdown rigido e breve dopo i primi contagi e poi si sono seguiti test mirati con un sistema di sorveglianza efficace e in tempi rapidi. Da questo il successo contro la pandemia che la Nuova Zelanda ha conseguito, come riportato su uno studio pubblicato da The Lancet.  La strategia è stata finalizzata a ridurre a zero l'incidenza del covid-19 nel paese, che conta circa 5milioni di abitanti. Così, registrato il 28 febbraio il primo caso positivo, il 19 Marzo La Nuova Zelanda ha chiuso le frontiere e imposto la quarantena ai residenti che rientravano dall'estero. Dopo due giorni è iniziata la campagna di comunicazione pubblica da parte di Ardern per presentare l'allerta ai cittadini e i suoi quattro livelli da seguire e nel giro di cinque giorni si è passati al livello quattro, con 647 contagi. Dal 27 aprile sono state allentate gradualmente le misure e poi sospese dalla data dell'8 giugno. Nei mesi a seguire fino ad oggi le misure vengono ripristinate nelle località dove compare di nuovo il virus e il 21 ottobre si sono registrati casi totali n.1912 con  totali morti n.25.
Per convincere i suoi cittadini ad accogliere le restrizioni e i profondi disagi causati per contenere la pandemia, Ardern ha eseguito azioni di comunicazione pubblica costanti, diversificate e diffuse (interventi in tv, quotidiani, messaggi in diretta su facebook) inquadrando e condividendo, di volta in volta, tutti i problemi principali e in tempo reale e garantendo assistenza sanitaria a tutti i cittadini.
Nel contempo, il piano di lavoro ha previsto altre azioni, cioè la pianificazione pandemica flessibile e diversi investimenti, come infrastrutture adeguate alle minacce di malattia, il miglioramento nell'addestramento della manodopera, con un programma di formazione di epidemiologia. Sono state poi aggiornate le leggi di salute pubblica per permettere alle misure di controllo pandemico di essere applicato senza ledere i diritti di credito e le libertà civili.
Questo ha consentito di offrire alle sue decisioni drastiche un significato chiaro ed essere ben accettate dalla maggioranza della popolazione attraverso una struttura trasparente di comunicazione pubblica, che ha evitato il panico e curato l'aspetto motivazionale, innescando fra i cittadini l'adesione alle scelte per la difesa del bene comune, cioè “restare a casa per salvare vite umane” .  
Ardern con i suoi discorsi pubblici ha lavorato per convincere la collettività ad assumersi la responsabilità dei problemi di tutti e lo ha fatto in modo così efficace da ottenere, ad aprile 2020, l'approvazione delle sue scelte  da parte dell'80% della popolazione.
Certamente Ardern non è un leader perfetto, ma se confrontiamo le sue scelte sulla pandemia con quelle degli altri leader politici occidentali del momento, non possiamo che condividere il parere degli esperti, che definiscono eccellente la sua gestione: Ardern ha agito in modo efficace e convincente.

04-11-2020
Autore: di Rosa Musto
Sociologa
Docente Università Guglielmo Marconi
meridianoitalia.tv