Il sentiero della Qualità della Vita: ripensare il mondo per il benessere umano in armonia.

di Sonia R. Marino

Incipit, da incipĕre «incominciare». Mai facile incominciare, ad esempio, scrivere l’incipit di un articolo. Mi chiedo se anche per un grande scrittore come Italo Calvino fosse così complicata la scelta delle prime frasi.

Proprio in questi giorni ricorre l’anniversario della nascita di Italo Calvino, che nacque il 15 ottobre 1923 in quel di Santiago de Las Vegas. E probabilmente non avrebbe apprezzato leggere “in quel di Santiago …” invece del più scorrevole e immediato “a Santiago …”.

Con l’avvicinarsi di questa ricorrenza ho ripensato ad alcune riflessioni che formulai per un convegno e in cui misi in relazione le sue opere con le discipline di mia competenza, l’ergonomia e la sostenibilità. Il convegno fu all’interno di una rassegna molto bella denominata, In Viaggio con Calvino.

Calvino nelle Lezioni americane scrive di

«guardare il mondo con un’altra ottica, un’altra logica, altri metodi di conoscenza e di verifica»

E da questa frase può iniziare il nostro breve viaggio per parlare di una progettazione ergonomica e sostenibile.

Ma progettare cosa? Qualsiasi cosa! Un oggetto come una caffettiera oppure l’organizzazione del lavoro, passando per software, apparecchiature biomedicali, cabine di pilotaggio e tradizionali postazioni di lavoro, gli ambienti delle nostre case o di svago e ovviamente di lavoro, fino all’intera città e la sua gestione.

Insomma tutto quanto ci circonda, che utilizziamo o in cui viviamo, tutte le attività umane ripensate e realizzate perseguendo l’obiettivo del benessere individuale e collettivo, in armonia con l’ambiente.

Calvino nelle sue Lezioni americane ci parla - attraverso citazioni letterarie, metafore, poetica di vari autori e riferimenti non letterari - di ‘valori’ che egli reputava necessari da portare nel terzo millennio:

leggerezza, rapidità, esattezza, visibilità, molteplicità, e la sesta lezione doveva trattare della consistenza o coerenza.

«Dedicherò la prima conferenza all’opposizione leggerezza-peso, e sosterrò le ragioni della leggerezza»

Che per l’autore, essendo uno scrittore, è alleggerire gli scritti nella struttura e nel linguaggio, rimuovere il superfluo per renderli comunicativi e di scorrevole lettura.

L’agile salto di Cavalcanti, descritto da Calvino, mostra il segreto della leggerezza e che ai nostri fini possiamo definire semplicità, facilità d’uso. Se interagiamo con gli ambienti in cui viviamo, coi manufatti e gli strumenti che utilizziamo in modo che il compito sia per noi leggero, facile, semplice significa che sono stati progettati bene, a nostra misura e non rispondono solo ad esigenze economiche.  

«La leggerezza per me si associa con la precisione e la determinazione, non con la vaghezza e l’abbandono al caso»

La semplicità è necessaria per la facilità d’uso e di comprensione di un oggetto, di una macchina, di un software, ma esige una meticolosa e sapiente progettazione. Calvino ci introduce nella storia di Chuang-Tzu che

«in un istante, con un solo gesto, disegnò un granchio, il più perfetto granchio che si fosse mai visto»

La rapidità di esecuzione richiede formazione e studio; Chuang-Tzu si era preparato dieci anni per raggiungere quella perfezione.

Possiamo leggere questa storia come metafora dell’importanza di un’adeguata preparazione ad una professione, ma il tema che forse più ci interessa e affascina

«non è la velocità fisica, ma il rapporto tra la velocità fisica e velocità mentale»

ossia la rapidità con cui ad esempio comprendiamo un libretto di istruzioni o con cui riusciamo a districarci tra i percorsi all’interno di un edificio o tra l’edificato di una città. Ma questo solo se vi è esattezza nel

«disegno dell’opera ben definito e ben calcolato»

«diversi elementi concorrono a formare la parte visuale dell’immaginazione letteraria: l’osservazione diretta del mondo reale, la trasfigurazione fantasmatica e onirica, il mondo figurativo trasmesso dalla cultura ai suoi vari livelli, e un processo d’astrazione, condensazione e interiorizzazione dell’esperienza sensibile»

La perfetta visibilità. Quindi chi realizza quanto ci circonda – e potremmo estendere il discorso anche a quanti amministrano la cosa pubblica - deve essere capace di comprendere e sintetizzare le esigenze e le capacità dell’individuo, saperle rapportare e valutare con gli interessi della collettività e alle istanze di sostenibilità sociale e ambientale, in quanto

 

«Oggi non è più pensabile una totalità che non sia potenziale, congetturale, plurima … confluire e scontrarsi d’una molteplicità di metodi interpretativi, modi di pensare, stili d’espressione»

Molteplicità, quella molteplicità di fattori - fisici, culturali, sensoriali, cognitivi - che bisogna sempre considerare anche quando si realizza un marciapiede o un comune segnale stradale, oppure, e veniamo all’attualità, si attiva una procedura di sicurezza e si deve informare e formare sull’uso di una mascherina e anche sul suo corretto smaltimento affinché non sia nocivo per noi, né inquinante per l’ambiente.

«Anche se il disegno generale è stato minuziosamente progettato, ciò che conta … è la forza centrifuga che da esso si sprigiona, la pluralità dei linguaggi come garanzia di una verità non parziale»

E questa verità non parziale, è conferita dal coinvolgimento nella progettazione dei fruitori dell’oggetto o del luogo, dei destinatari dei progetti: i lavoratori per i loro luoghi di lavoro, le comunità locali per la realizzazione degli spazi urbani e delle infrastrutture sul loro territorio, e così via. E questo attraverso metodologie partecipative; fondamentali in ergonomia quanto per realizzare processi tesi alla sostenibilità (ambientale, sociale ed economica).

La sesta lezione, la consistenza, a causa della improvvisa morte di Calvino è solo una bozza, un insieme di appunti. Il titolo consistency compare nel testo in inglese e potrebbe intendere coerenza o consistenza. Nessuno potrà mai saperlo con certezza.

Entrambe ottime definizioni ai fini del nostro ragionamento, ma trovo perfetta, anche per definire una progettazione ergonomica e sostenibile, la lettura che ne da Domenico Scarpa:

consistency ovvero, in inglese, coerenza, compattezza, armonia e connessione logica tra le parti di un tutto; come dire …

ripensare il mondo per il benessere umano in armonia:

Il sentiero della Qualità della Vita.

Riferimenti e precisazioni:

Le frasi centrate, rientranti e virgolettate sono tratte da:

Lezioni americane. Sei proposte per il prossimo millennio, di Italo Calvino

‘Il sentiero della Qualità della Vita’ si ispira al titolo del racconto: Il sentiero dei nidi di ragno, di Italo Calvino.

Il libro di Domenico Scarpa è Italo Calvino, Bruno Mondadori, 1999.

Per informazioni sull’evento “In Viaggio con Calvino”:

http://www.integronomia.it/eventi/inviaggioconcalvino.html

La caffettiera non è un esempio puramente casuale ma è emblematico oggetto di un libro di Norman, fondamentale per l’ergonomia: La caffettiera del masochista. Psicopatologia degli oggetti quotidiani.

 

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20-10-2020
Autore: Sonia Marino
Architetto European Ergonomist
Presiede Integronomia, ricerca in ergonomia e sostenibilità
meridianoitalia.tv

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