di Francesco Tufarelli e Claudia Alberico

Quando si parla di Green Community l’associazione con il mondo anglosassone rappresenta un passaggio obbligato.

Non abbiamo infatti ad oggi una sufficiente quantità di dottrina che ci permetta di designare un modello italiano di Green Community.

Se si eccettuano la definizione riportata dall’Atlante Treccani e altri pochi articoli specialistici.

Nonostante questo le Green Community italiane già previste dalla legge 221/2015 (il cosiddetto collegato ambientale alla Legge di stabilità 2016) oggetto di una serie di audizioni organizzate dal Dipartimento per gli affari regionali nell’anno 2017 e poi lasciate “in frigorifero” sono “resuscitate” a nuova vita nel 2020 con l’inserimento all’interno del “Progetto Italiae”.

In tale progetto queste costituivano oggetto di un apposito “atelier” che avrebbe dovuto consacrarne una prima versione laboratorio, in sostanza tre aree sperimentali destinate a sfruttare in modo equilibrato le risorse principali di cui dispongono tra cui in primo luogo acqua, boschi e paesaggio.

Successivamente quando ancora l’atelier non aveva preso vita e forti di un’apposita citazione all’interno della programmazione europea 2021-2027 le Green Community si sono trovate a costituire un elemento qualificante all’interno del PNRR nazionale, specificatamente nella Missione 2 dedicata alla rivoluzione verde e alla transizione ecologica.

Meno appropriato e sicuramente più limitante appare il loro inserimento all’interno della Componente 1 della stessa missione dedicata all’economia circolare e all’agricoltura sostenibile.

L’intervento finanziato per 130mln di euro costituisce il vero salto di qualità per un’esperienza fino ad oggi considerata solo un’astrazione e destinata a popolare i sogni degli esperti del settore.

All’inizio del 2022 il Dipartimento affari regionali - DARA - titolare da sempre della strategia nazionale delle Green Community, ha avviato i primi tre progetti pilota individuati nelle seguenti aree: “Terre del Monviso” Regione Piemonte; “Parco Regionale Sirente Velino” Regione Abruzzo e nell’Unione montana dell’Appennino Reggiano “La montagna del latte” nella Regione Emilia Romagna.

Già in tale primo esperimento viene chiarito un elemento qualificante e cioè la necessità di creare un rapporto sussidiario e di scambio con le comunità urbane e metropolitane. Si intravede la possibilità di identificare un’obbligazione delle aree urbane nei contorni di quelle rurali e montane.

Tuttavia pur non volendo negare l’importanza della fase sperimentale è necessario rilevare come la vera partenza della nuova esperienza è legata al bando pubblicato il 30 giugno 2022 sul sito istituzionale del Dipartimento per gli affari regionali e le autonomie.

Questo prevede l’individuazione di almeno trenta proposte di intervento per la realizzazione di piani di sviluppo di Green Community da finanziare nell’ambito del PNRR.

Questa breve e sicuramente non esaustiva cronistoria serve a considerare come il nuovo modello di Paese, che le Green Community tendono a disegnare, rinnegando l’antica divisione fra zone sviluppate e aree disagiate in favore di una definizione più attenta a mission differenziate, ha conosciuto grazie, al Next Generation Eu, una stagione di fattiva realizzazione che nei primi anni di vita gli era stata negata.

Eppure sono proprio le Green Community a rappresentare al meglio lo spirito di una nuova programmazione e di un PNRR che vedono nello slogan “un’Europa più verde” il cardine su cui articolare una considerevole parte degli interventi.

Il bando che scadrà il 16 agosto 2022 costituisce una svolta epocale per la realizzazione di una strategia già disegnata nel 2015 ma che ha avuto bisogno dei nuovi finanziamenti e di uno stimolo europeo per essere realizzata.

La felice intuizione dell’UNCEM nei primi anni 2000 costituisce a tutti gli effetti un’anticipazione rispetto alla politica europea sull’ambiente, concretizzata nel corso degli anni successivi nella predisposizione delle nuove programmazioni e più recentemente nell’approvazione del pacchetto FIT FOR 55.

Oltre a ripercorrere le finalità già previste dalla normativa del 2015 e specificare la dotazione finanziaria il bando chiarisce come il contributo si intenda a fondo perduto e possa essere erogato solo ad aggregazioni di enti locali.

Al riguardo è necessario sottolineare come l’alleanza fra soggetti diversi possa essere considerato un elemento qualificante del nuovo istituto.

Nel segnalare come tutti i progetti dovranno essere realizzati e completati entro il termine perentorio del 31 marzo 2026 il bando ricorda come la conclusione della procedura delle selezioni delle Green Community dovrà essere ultimata entro il terzo trimestre 2022.

Ulteriore elemento distintivo è rappresentato dalla dotazione finanziaria destinata a ciascuna regione e dal contributo variabile fissato per i vari progetti (da 2mln a 4.300mln di Euro).

Dunque mentre una buona parte del Paese destinerà le sue energie agostane ad una imprevista campagna elettorale, una schiera di Sindaci avrà invece la ventura di destinare le sue riflessioni alla compilazione dei format di realizzazione delle Green Community.

Nel mentre ci sentiamo di augurare ogni fortuna ai primi, è d’uopo segnalare come sui secondi incomba la pesante responsabilità di disegnare un nuovo modello di comunità che caratterizzi finalmente l’Italia come il Paese che concede ad ogni località la sua chance, in ragione della differenziazione delle funzioni e non semplicemente per ossequio a una pietistica considerazione di migliore o minore sorte fisica territoriale.

La scommessa delle Green Community, che abbiamo il dovere di interpretare al meglio e di vincere, si concretizza nel responsabilizzare i diversi territori del Paese che, custodi di beni ambientali importanti, devono alla cura di questi la declinazione di ogni sforzo possibile.

La divisione delle responsabilità da una parte renderà evidente alle aree urbane la loro obbligazione nei confronti delle Green Community. Gli attuali finanziamenti e la futuribile destinazione di una tassa ambientale motiverà le seconde verso un corretto adempimento dei loro obblighi, coscienti che dalla loro attività dipende la salute dell’intero Paese.

Una parte importante della sfida ambientale italiana è in questi giorni in mano ai protagonisti di questa faticosa ma entusiasmante avventura, impegnarsi al massimo è un dovere verso le future generazioni.

01-08-2022
Autore: Francesco Tufarelli
Presidente Centro Studi La Parabola
Autore: Claudia Alberico
Associazione La Parabola
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