di Fausta Speranza
In un video reportage, la verità della discarica di rifiuti elettronici più inquietante dell’Africa. La giornalista Fausta Speranza e il cameraman e regista Stefano Gabriele sono entrati nel girone dantesco di Oblobloshie, alla periferia della capitale del Ghana. Lì si riversa il contenuto dei container che arrivano al vicino Porto di Toma, il più grande dell'Africa occidentale e considerato il più sicuro del continente.
Lì arrivano scarti dall’Asia e materiale elettronico di seconda mano “donato” dall'Occidente per compensare il digital gap. In realtà secondo la Convenzione internazionale di Basilea, del 1989, quel materiale andrebbe smaltito secondo rigide regole e in massima parte rigorosamente nei Paesi produttori e consumatori.
Ad Oblobloshie circa 500 persone, tra cui moltissimi ragazzini e ragazzi, smontano a mano nude e bruciano – dando fuoco a copertoni per annullare gli isolanti di fiamma - tutto il materiale elettronico che arriva per ricavare frammenti di oro, palladio, rame. Una terra di nessuno al massimo livello di inquinamento.