di Sonia R. Marino,

Edonè, equilibrio e armonia: il Benessere

 Il modello urbano con cui ci siamo relazionati nel corso del Novecento è in rapido mutamento, e l’anno pandemico ha evidenziato ancor di più questa trasformazione.

È noto che la popolazione urbana mondiale da qualche anno ha superato quella rurale, e molti di questi insediamenti presentano numerose criticità. Le aree metropolitane sono intrinsecamente associate a un forte consumo delle risorse e all’inquinamento; sono sistemi che si adattano lentamente ai cambiamenti climatici, sociali, economici ed etno-demografici, e in esse, negli ultimi anni, si sono accentuati i divari socio-economici e culturali.

Eppure, con tutte le loro criticità, le città e i territori a forte antropizzazione rimangono i centri e i motori dello sviluppo e della crescita economica e svolgono un ruolo determinante per l'innovazione globale, dalla tecnologica a quella culturale e sociale. Anche se presentano criticità ambientali, le città possono essere sistemi molto più efficienti delle aree rurali, benché molto dipende da come si correlano alcuni fattori, quali dimensione demografica e forma urbana. D'altronde consumano risorse ma non ne producono.

I territori urbanizzati sono ecosistemi in continua trasformazione, mai statici, si evolvono sotto la spinta di nuove dinamiche. Sono centri creativi ma fragili e sedi di forti conflittualità.

È necessario ripensarli e attuare una riqualificazione, gestione e programmazione sistemica che grazie a metodologie ergonomiche e sostenibili progetti risposte sociali, economiche e ambientali innovative e creative, che sappiano rispondere alle sollecitazioni, sia derivanti da istanze interne, sia da spinte esterne. 

La pianificazione deve partire dalle specificità del territorio e dalle esigenze della comunità, recuperando il senso storico del luogo, integrando: innovazione tecnologica, ricerca ecologica e valorizzazione estetica, con un approccio flessibile ai diversi modi di vivere lo spazio urbano e i territori limitrofi. La pianificazione deve rispondere alle esigenze di tutti i cittadini, diversi per appartenenza generazionale, di genere, socio-culturale, etnica e di possibilità cognitive, sensoriali e psico-fisiche. 

Le città e i territori possono essere realizzati per migliorare la qualità della vita e il benessere, purché siano progettati e gestiti rimuovendo tutte le barriere, compresa l’emarginante e squalificante dicotomia periferia-centro. Come più volte sollecitato da molti esperti negli ultimi anni, bisogna superare lo schema periferia-centro, anche nella comunicazione e nel racconto della città, in quanto limita e crea divisione. Si deve considerare l'organismo urbano nel suo insieme, e in relazione con il territorio peri-urbano e rurale circostante, con ragionamenti scevri da antiquate visioni proprie di passati modelli di analisi e pianificazione.

Diventa, quindi, imprescindibile per realizzare città e territori del benessere che l’attenzione di politici, amministratori e progettisti si focalizzi su specifiche e diversificate direttrici, ma di questo ne parleremo nel prossimo articolo.

In parte tratto da: www.edonepoleis.org

26-04-2021
Autore: Sonia R. Marino
Architetto European Ergonomist
Presiede Integronomia, ricerca in ergonomia e sostenibilità
meridianoitalia.tv