di Rosa Manzo

Nonostante gli scioperi per il clima (climate strikes) susseguitisi negli ultimi due anni, i dettagli della questione climatica sono spesso sommariamente conosciuti. Questo breve estratto si propone di rispondere a due principali interrogativi: come si è evoluto il diritto internazionale in materia? Come la questione climatica è entrata nei tribunali nazionali?

Innanzitutto, occorrono delle piccole precisazioni terminologiche che possono aiutare ad evitare equivoci. Si discute generalmente di cambiamento climatico, anche se sarebbe più corretto  parlare di cambiamento climatico dovuto a cause antropogeniche  - anthropogenic climate change- come si legge nella Convenzione Quadro dei Cambiamenti Climatici adottata dalle Nazioni Unite nel 1992. Che il clima del Pianeta cambi nel corso della storia è un fatto naturale, ma le problematiche che siamo chiamati a risolvere oggi sono dovute ad una accellerazione del cambiamento del clima dovuto a un incremento esponenziale delle emissioni  da gas serra.

E’ dal 1988 che le Nazioni Unite hanno guardato con sempre più crescente attenzione al problema del cambiamento climatico  dando vita ai lavori  per la formazione del Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico (UNGA/A/RES/43/53 (1988)). Ad intervalli regolari i rapporti del Gruppo hanno illustrato tanto le cause quanto le progressive conseguenze del cambiamento climatico di origine antropogenica sugli stili di vita e sull’ambiente per i prossimi decenni. 

La menzionata Convenzione Quadro sul cambiamento climatico firmata nel 1992 ha gettato le basi della politica climatica internazionale. Il susseguente Protocollo di Kyoto volto alla riduzione delle emissioni di gas serra non ha sortito il risultato sperato per motivi tanto politici quanto tecnici. In primis, la defezione di alcuni Stati tra cui Stati Uniti, Russia, Australia e Nuova Zelanda ha minato la possibilità di raggiungere l’obiettivo della riduzione delle emissioni inquinanti da parte dei paesi più industrializzzati. D’ altro canto il mercato dei certificati verdi ha incentivato piuttosto che disicentivare la decarbizzazione delle attività. produttive per carenze strutturali al mercato stesso.

 L’accordo firmato a Parigi nel 2015 si muove in una nuova direzione richiedendo a tutti gli Stati ratificanti l’accordo non solo di ridurre le emissioni inquinanti  ma di eliminarle progressivamente.  E’ stato il penultimo rapporto speciale del Gruppo intergovernativo sopracitato a individuare l’obiettivo climatico o climate target che la comunità internazionale deve prefiggersi per evitare conseguenze disastrose.

Come recita l’accordo di Parigi l’aumento medio della temperature globale “deve essere tenuto ben al di sotto del 2 °C con sforzi per limitarlo al 1.5 °C”, il che equivale a ridurre le emissioni nette antropogeniche di circa il 45% rispetto ai livelli del 2010 entro il 2030 raggiungendo le zero emissioni nette entro il 2050.

Mentre gli Stati si preparono al prossimo incontro per definire le regole di attuazione dell’accordo di Parigi il prossimo anno, aumentano i numeri di azioni legali che cittadini o organizzazioni non governative intentano contro il Governi di tutto il mondo chiedendo  maggior impegno nella lotta al cambiamento climatico. Un fenomeno quello della climate litigation che giunge dagli USA ma che ha trovato un verdetto favorevole nei Paesi Bassi. La corte d’appello dei Paesi Bassi ha infatti confermato la responsabilità extracontrattale dello Stato per inadempimento degli obblighi comunitari di lotta al cambiamento climatico. E in Italia? L’Italia è stata convenuta insieme ad altri 32 Stati europei nel più recente caso presentato alla Corte Europea dei diritti dell’uomo. In questo caso, la Corte è chiamata ad accertare al responsabilità degli stati convenuti per danno alla vita delle future generazioni per insufficiente attuazione di politiche decarbonizzanti. Se la Corte accetterà di accogliere l’azione legale e sulle consgeunze legali di una eventuale valutazione positiva dellla responsabilità degli stati euroepi, si gioca la partita per realizzare un sempre più sostenibile  futuro nei prossimi  anni in Europa e in Italia.

27-10-2020
Autore: Rosa Manzo
PhD International Law and Climate Change, University of Oslo
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